da: Avvenire
Svolta nelle relazioni tra Stati Uniti e
Cuba, 55 anni dopo la rivoluzione di Fidel Castro. La
"normalizzazione" dei rapporti è cominciata con uno scambio di
prigionieri, cui seguiranno l'apertura delle rappresentanze diplomatiche, un
allentamento dell'embargo e la rimozione delle restrizioni sui viaggi.
Il presidente americano, Barack Obama, e quello cubano, Raul Castro, si sono sentiti per telefono martedì scorso. Protagonisti in Sudafrica della storica stretta di mano alla cerimonia per la morte di Nelson Mandela nel dicembre 2013 - nel corso della conversazione telefonica hanno affrontato il tema della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba. I due leader questa sera alle 18 ore italiana hanno tenuto in contemporanea un discorso ai rispettivi popoli. "Porremo fine a questo approccio oramai vecchio" con Cuba: lo ha detto il presidente Usa sottolineando di aver dato immediato avvio alle trattative. "Ho dato al segretario di Stato John Kerry il mandato di avviare negoziati immediati con Cuba per riavviare il dialogo fermo dal 1961".
Il presidente cubano Raul Castro dal canto suo ha sottolineato che il ristabilimento dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti e le altre misure
bilaterali annunciate oggi "non risolvono la questione principale, cioè il
blocco economico, commerciale e finanziario che provoca enormi danni economici
e umani, e deve cessare".
Le misure
Prevista la rimozione delle
restrizioni ai viaggi e al trasferimento di denaro con
Cuba. Si va verso la piena normalizzazione delle relazioni
diplomatiche fra i due paesi e l'apertura di un'ambasciata a L'Avana. Cuba
amplierà l'accesso a internet dei propri cittadini. Le carte di credito
americane potranno essere usate a Cuba e aprirà all'esportazione verso il paese
di attrezzature per telecomunicazioni.
Il ruolo del Vaticano
Lo storico risultato, secondo i media Usa,
sarebbe stato raggiunto grazie al coinvolgimento del Vaticano che, secondo il
senatore Richard Durbin, ha svolto un ruolo importante nei negoziati, andati
avanti per un anno. Per il New York Times la liberazione di Gorss
è frutto di trattative segrete durate 18 mesi, ospitate in gran parte dal
Canada e incoraggiate da Papa Francesco, che a sua volta ha ospitato un
incontro conclusivo in Vaticano. La segreteria di Stato in una nota ha sottolineato
"il vivo compiacimento" di Papa Francesco per "la storica
decisione" dei due governi e conferma il ruolo di mediatore del Pontefice
che nei mesi scorsi ha scritto ad entrambi i capi di Stati,
invitandoli a risolvere le "questioni umanitarie d'interesse comune".
Un ringraziamento ufficiale al Pontefice è arrivato sia da Castro che da Obama. "Voglio ringraziare Papa Francesco - ha detto il presidente Usa - che sa indicare come il mondo dovrebbe essere".
Un ringraziamento ufficiale al Pontefice è arrivato sia da Castro che da Obama. "Voglio ringraziare Papa Francesco - ha detto il presidente Usa - che sa indicare come il mondo dovrebbe essere".
La
liberazione di Gross
Il primo segno di disgelo è stata la
liberazione del contractor Usa Alan Gross, che è stato rilasciato da una
prigione cubana cui era detenuto da 5 anni. Gross era stato arrestato
nel 2009 mentre lavorava per conto di UsaAid, la cooperazione statunitense, ad
un progetto per facilitare l'accesso ad Internet nelle piccole comunità del
paese. Le condizioni fisiche e psicologiche del 65enne ebreo americano
erano andate deteriorandosi negli ultimi tempi. Nel mese di aprile scorso Gross
aveva fatto uno sciopero della fame di 9 giorni e a maggio, dopo aver compiuto
il suo 65mo compleanno in carcere, aveva annunciato ai suoi visitatori che non
avrebbe resistito chiuso dietro le sbarre fino al giorno del suo successivo
compleanno. Il mese successivo la moglie Judy Gross e il suo legale avevano
lanciato l'allarme sulle condizioni del detenuto: l'avvocato Scott Gilbert
aveva detto di temere che il suo assistito volesse togliersi la vita.
Lo scambio di prigionieri
La liberazione dell'americano Alan Gross
rientra in uno scambio di prigionieri tra Usa e Cuba. Le autorità dell'Avana
hanno rilasciato anche un agente segreto americano detenuto a Cuba da più di 20
anni e la cui identità non è stata resa nota per ragioni di sicurezza. Gli
americani, da parte loro, hanno liberato tre 007 cubani arrestati nel 2001 con
l'accusa di spionaggio. I tre fanno parte dei Cuban Five, un gruppo di cinque
ufficiali dei servizi segreti appartenenti al cosiddetto Wasp Network, che
raccoglieva informazioni riservate su importanti leader cubano-americani in
esilio e sulle basi militari Usa.
Le reazioni
Immediate le proteste da parte dei
repubblicani che hanno criticato la storica apertura di Obama. Scambiare Gross
con "criminali condannati rappresenta un precedente estremamente
pericoloso", ha accusato il presidente della Commissione Esteri del Senato
Usa, BobMenendez. Durissime critiche anche da parte della comunità degli esuli cubani
a Miami.
Plauso di Ban Ki-moon e Renzi. Gli ultimi sviluppi tra Stati Uniti e Cuba "sono una notizia molto positiva, ringrazio il presidente americano Barack Obama e il collega de l'Avana Raul Castro per aver intrapreso passi verso una normalizzazione della situazione": lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno al Palazzo di Vetro. "È giunto il momento che Usa e Cuba normalizzino le loro relazioni bilaterali", ha aggiunto. Anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha accolto con sincero apprezzamento lo storico annuncio del presidente Obama e dal presidente Castro di un disgelo nei rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba.
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