sabato 13 marzo 2021

'Rocco Schiavone', Marco Giallini: "È un eroe imperfetto, sono felice di ritrovarlo"

 


da: https://www.repubblica.it/ - di Silvia Fumarola

L'attore interpreta i due nuovi episodi della serie di Simone Spada, tratta dai libri di Antonio Manzini, in onda su Rai 2 il 17 e il 24 marzo

Non è cambiato, porta sempre il loden e le Clarks - è fedele alla sua classifica ideale delle rotture da uno a dieci - lo accompagna la cagnolina Lupa.

Rocco Schiavone-Marco Giallini torna su Rai 2 con due nuovi episodi diretti da Simone Spada, Rien ne va plus e Ah l'amore, l'amore, in onda su Rai 2 il 17 e il 24 marzo. La serie tratta dai libri di Antonio Manzini (Sellerio editore), mostra un vicequestore sempre più malinconico, ma il giallo si apre con Schiavone sdraiato su una spiaggia da sogno, dove si è rifugiato e dove vanno a stanarlo Brizio (Tullio Sorrentino) e Furio (Mirko Frezza) con importanti novità: non è stato trovato il cadavere di Enzo Baiocchi. Ma allora chi l'ha spostato? E dove è finito Sebastiano (Francesco Acquaroli), di cui non si hanno più tracce?

Rocco, pieno di interrogativi e dubbi, fa ritorno ad Aosta, pronto a risolvere il caso dell'omicidio del ragioniere Favre, che era stato costretto a lasciare insoluto. Storia gialla che si intreccia alla commedia (grande ironia sul rapporto tra l'anatomopatologo Massimo Reale e la super capa della Scientifica Lorenza Indovina), si tiene sul rapporto dell'investigatore col suo gruppo Ernesto D'Argenio, Christian Ginepro, Massimiliano Caprara, Gino Nardella (versione timido corteggiatore), Alberto Lo Porto.

Ritrovare Schiavone è come stare a casa", spiega Giallini, "indossare quegli indumenti è una consuetudine. È come se - tra un film e l'altro - lo ritrovassi, è un mio punto di fermo. Come Schiavone mi piace ritrovare la stessa gente, io mi lego molto alle persone con cui lavoro, a Simone Spada in questo caso. Mio figlio Rocco ha lavorato nel backstage, studia cinema. Abbiamo già lavorato insieme nei video dei Tiromancino".

Giallini porta la sua romanità schietta e forte tra le nevi di Aosta: quanto ha contato? "La mia romanità l'hanno trovata gli altri, questo personaggio è così" dice l'attore, "poi ho fatto tanti altri personaggi. Si parla tanto della romanità, ma non hai mai sentito dire a un milanese che ha una milanesità forte. Ho cominciato a Roma, a teatro, ho lavorato con Arnoldo Foà, ma ho recitato anche Adelchi e Romeo e Giulietta. Quando io non sapevo neanche chi fosse, Foà, che abitava vicino a casa nostra, aveva chiesto 'Di chi è 'sto basilico?', lo coltivava mamma, le foglie erano grandi come un banano. Lei gliene regalò un pò. Una volta andammo a pranzo dal cinese, eravamo a Palermo. Entrammo dal cinese, mi disse: 'Ti offro un pranzo', si mise a leggere la Repubblica e non mi disse una parola. Però mi fece un ritratto a penna: questo è il ricordo di Arnoldo".

Come Giallini, Rocco Schiavone è sempre se stesso, il personaggio non ha un'evoluzione: "Sono straconvinto che la scrittura seriale debba distaccarsi" dice Manzini, "nel 2021 dobbiamo considerare i personaggi come esseri umani. Rocco vive la sua vita, trascinandosi come ogni depresso fino alla sera. Non si toglie la vita perché pensa che un suicidio sia un omicidio. I libri sono ambientati nel 2013 e 2014, lontani dal Covid che ci ha stravolto. Non solo ci uccide la vita ma qualsiasi espressione creativa, sta facendo diventare il cielo una padella".

"Sono sempre stato convinto che quello che distingue Rocco Schiavone sia il suo cuore caldo e sofferto in contrasto con l'ambiente che lo circonda, invernale e cupo" dice il regista Simone Spada. "Come sappiamo Rocco è un 'romanaccio' tra le montagne fredde della Valle d'Aosta. Tradire questo mondo sarebbe stato tradire il cuore distintivo di questo racconto, restituirlo allo spettatore è stata quindi la mia missione, riuscire a farlo in estate la mia più grande sfida".

Il coronavirus ha cambiato tutti i piani: "Ho iniziato la preparazione tra le montagne innevate della Valle d'Aosta nei primi mesi dell'anno, studiando le sceneggiature sempre raffinate di Manzini. Come tutti sappiamo, l'arrivo del Covid 19 e il lockdown hanno sospeso ogni tipo di attività lavorativa. Grazie allo sforzo di tutti, al desiderio di ricominciare, al coraggio del nostro produttore Rosario Rinaldo e della Rai siamo ripartiti ai primi di giugno per un'avventura nuova di cui il risultato finale era assolutamente incerto".

Nessun commento:

Posta un commento