domenica 28 marzo 2021

Lockdown con asporto

 


Siamo in lockdown. Non lo si deve dire, ma è lockdown.

Ma c'è una discontinuità. Un cambio di passo (che rottura di cocomeri...). Come un anno fa, con il decreto Draghi entrato in vigore il 6 marzo 2021, sono stati chiusi tutti i negozi ad eccezione di quelli considerati essenziali. Diversamente da allora, rimangono aperti i negozi di intimo (l'anno scorso, nel medesimo periodo, vietato comprare mutande). Diversamente da un anno fa, rimangono aperti i ristoranti per la consegna a domicilio e l'asporto fino alle 22. Anche i bar. Consentita consegna a domicilio e asporto fino alle 18.

C'è chi si chiede da tempo perché i ristoranti non vengano lasciati aperti la sera. Il covid non si manifesta solo di sera. Fingono di non sapere, o non vogliono capire. È vero: il covid viaggia 24 ore su 24, i ristoratori hanno sostenuto spese per adeguare i locali alle norme dei DPCM. Ergo: perché non lasciarli aperti?

Tralascio gli esercizi commerciali che per recuperare entrate stanno riducendo le misure contenitive. Gli altri, in regola, non possono far finta di non capire che alla sera c'è un maggior movimento. Si esce per la movida, per andare a cena fuori, per trovarsi con amici per un aperitivo. Prevedendo solo asporto e fissando un orario si pensa così di limitare l'afflusso di gente con le inevitabili possibili conseguenze pandemiche. È così? Ovvio che limitando le occasioni di uscita vi siano meno occasioni di contagio.

Ma se, causa proliferare di varianti covid, la pandemia ha ripreso vigore significa che c'è qualcosa che non va. Nelle misure adottate e nelle persone.

La domanda è quindi: servirà questo nuovo lockdown? Si sa già chi lo osserva e chi no, e da questo, si può capire se e in che misura i contagi diminuiranno.

Il lockdown sarà rispettato – come da un anno  - da coloro che non hanno bisogno di restrizioni perché possiedono senso civico, quello che fa capire che è bene rispettare alcune norme per evitare il covid e per evitare di contagiare gli altri.

Il lockdown non sarà rispettato da coloro che da mesi girano con la mascherina abbassata o come braccialetto al polso, che non stanno distanziati e chissà se si lavano le mani.

Continueranno a non rispettarlo perché gireranno e si ritroveranno nei soliti punti di ritrovo – a meno che non vi siano controlli sistematici  – soprattutto perché rimangono aperti i bar anche se solo per l'asporto. Da mesi si vedono fuori dai bar – in qualunque ora della giornata ma maggiormente dopo le 17 - gruppetti più o meno numerosi di persone. Non solo giovani. Finito di consumare il cappuccino o lo spritz, se ne stanno lì a parlare con la mascherina abbassata e quasi mai distanziati.

Un lockdown con...asporto. A che serve?

Solo a far girare i coglioni a coloro che da mesi osservano le regole e vedono in circolazione un certo numero di cretini. Del resto, se il covid continua a infettare è perché, evidentemente, le regole che si sono seguite un anno fa, sono saltate da mesi.

Ma con questo lockdown imposto alla gente seria e scansato dagli imbecilli, facciamo contenti tutti coloro che dai social gridavano alla libera uscita, coloro che sostengono che anche se si sta alla Darsena, a Brera o in Galleria Vittorio Emanuele, se osservi le regole non si capisce perché vietarlo. E mentre lo dicono – le teste di minchia – se ne stanno appiccicati e con mascherina abbassata.

In questo paese funziona così. Alcuni se ne fottono delle regole, perché è assente il minimo senso del benessere collettivo. Poi ci sono quelli che le regole le invocano. Sì, perché siano applicate agli altri. Poi ci sono gli altri, che sono la maggioranza, ma che si devono sorbire l'ennesimo lockdown mentre la minoranza di teste di minchia  stanno aumentando. Loro si comportano così perché sono stressati. Già, io invece, nella mia vita, non sognavo altro che un anno di lockdown con qualche apertura qua e là. Aperture che sono state, ovviamente l'occasione per le teste di minchia di cui sopra, per raccattare e spargere virus.

Tanto per essere chiari, non mi piace la chiusura di ristoranti e bar. Uno dei miei riti giornalieri è almeno prendermi un espresso al bar e periodicamente pranzo o vado a cena fuori. Ma sono tra quelle persone che non sostano davanti al bar e quando sono in compagnia, stiamo distanziati e appena finito di bere ci rimettiamo la mascherina. Basta una piccola attenzione, un piccolo sforzo e si possono evitare, limitare i rischi. E ridurre i tempi dei lockdown.

Perché purtroppo con gli errori prodotti da vari governi nei confronti della Sanità, in assenza di piano pandemico aggiornato, distrutta la sanità di base, in assenza di investimenti per la Ricerca, con 20 regioni che fanno quel cazzo che gli pare, non restano che le chiusure. In attesa della vaccinazione di massa.

Ah.. a proposito. Sono stata logicamente profetica con questo post, e ribadisco quanto scritto il 15 febbraio: senza un sistema informatico adeguato ci si schianta. Ovviamente, ci vogliono i vaccini, il personale sanitario, la logistica. Ma un sistema informatico funzionale, che non si limiti solo a gestire prenotazioni (in Lombardia manco questo sanno fare Fontana, Moratti e Bertolaso) è indispensabile. 

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