da: http://www.dazebaonews.it/
«Il crollo di Lungarno alza il sipario
sulla criminale gestione della risorsa idrica a Firenze di cui Renzi si è fatto
promotore e che Nardella sta proseguendo». È il commento dei deputati della
Commissione Ambiente del M5S.
«Publiacqua
- sottolinea Federica Daga, M5S - ha sempre giustificato il costo esorbitante delle bollette
dell'acqua (402 euro a famiglia nel 2015, l'ottava città più cara d'Italia) con l'enorme mole di investimenti sulla
rete (50 euro a utente l'anno, contro una media nazionale di 27 euro). Le bugie hanno le gambe corte. E le
voragini. Il danno per Firenze è incalcolabile».
«Non ci venissero a raccontare che questo disastro è frutto di una rottura notturna della tubazione. Le perdite erano riscontrate da tempo. Una rottura del genere non può e non deve creare una voragine di 200 metri nel centro di Firenze. In attesa di conoscere le responsabilità, sottolineamo però che vogliamo sapere come sono stati investiti i soldi del gestore - sottolinea Alfonso Bonafede, deputato fiorentino M5S - è un colabrodo».
A Firenze c'è un reticolo idrico fatto da 225km di tubi in amianto, mentre quelli
«Non ci venissero a raccontare che questo disastro è frutto di una rottura notturna della tubazione. Le perdite erano riscontrate da tempo. Una rottura del genere non può e non deve creare una voragine di 200 metri nel centro di Firenze. In attesa di conoscere le responsabilità, sottolineamo però che vogliamo sapere come sono stati investiti i soldi del gestore - sottolinea Alfonso Bonafede, deputato fiorentino M5S - è un colabrodo».
A Firenze c'è un reticolo idrico fatto da 225km di tubi in amianto, mentre quelli
che non sono in amianto determinano
perdite d'acqua fino al 51%. Acqua che i cittadini pagano lo stesso ma che poi
finisce per erodere il terreno e determinare, come in questo caso, crolli e
cedimenti un po' su tutto il territorio.
«Quello che è accaduto a Firenze non è certo il primo caso di voragine in pieno centro causato dalla rottura delle tubature di un acquedotto, ma forse è tra le più eclatanti - spiega la Daga - A Roma casi come questi, ma forse di minor portata, si susseguono quasi annualmente, a luglio dell’anno scorso circa 100 famiglie sono rimaste senza acqua per una frana in zona Arco di Travertino, causata da un conduttura idrica rotta. Senza poi menzionare le tragiche condizioni in cui vestano le infrastrutture della citta di Messina, e di tutta la Sicilia.
«Quello che è accaduto a Firenze non è certo il primo caso di voragine in pieno centro causato dalla rottura delle tubature di un acquedotto, ma forse è tra le più eclatanti - spiega la Daga - A Roma casi come questi, ma forse di minor portata, si susseguono quasi annualmente, a luglio dell’anno scorso circa 100 famiglie sono rimaste senza acqua per una frana in zona Arco di Travertino, causata da un conduttura idrica rotta. Senza poi menzionare le tragiche condizioni in cui vestano le infrastrutture della citta di Messina, e di tutta la Sicilia.
La precaria
situazione delle infrastrutture idriche è una questione radicalmente diffusa su tutto il territorio
nazionale, è inammissibile che i diversi gestori siano interessati a fare utili
e cassa senza poi garantire la messa in sicurezza delle infrastrutture e la
loro manutenzione ordinaria e straordinaria. Esempi concreti e internazionali
ci dimostrano che esternalizzare o privatizzare la gestione delle
infrastrutture non risolve il problema, occorre invece responsabilizzare i
gestori, prevedere sanzioni, o azioni di monito, affinché non si
verifichino situazioni di tal natura e affinché si garantisca un
servizio regolare e di qualità senza aggravare ulteriormente le tariffe
ai cittadini».
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