lunedì 30 maggio 2016

Elezioni amministrative 2016, Roma: al voto tra i rifiuti

da: La Stampa

Al voto a Roma tra i rifiuti. Nessuno raccoglie più l’immondizia.
Tra scioperi, permessi mensili ed “epidemie” influenzali il presidente dell’Ama suggerisce: tenete i sacchetti a casa
di Mattia Feltri

Fra una settimana, a Roma, si andrà a votare in gloria dentro panorami di spazzatura. Il calendario della nettezza urbana dice per oggi raccolta rallentata, per domani niente raccolta causa sciopero, per martedì e mercoledì vago tentativo di rimonta, per giovedì altro rallentamento festivo, per venerdì e sabato quel che si può e, per domenica, giorno d’elezioni, il giusto risultato. «Tenete i rifiuti in casa», ha detto Daniele Fortini, il presidente dell’Ama, la municipalizzata. E cioè, va accudita oggi e domani, di modo che i marciapiedi non si colmino di cartoni, stracci, ferraglia, legname e ogni altro ben di Dio produca la città; compresi naturalmente i sacchi neri squarciati dai gabbiani e fra cui guizza la più ampia comunità residente nella capitale, quella dei ratti. Nessuno seguirà l’indicazione: meglio lordare e impuzzolentire le strade da cui, col caldo, già cominciano ad alzarsi zaffate d’urina di senza tetto caricati a birra.

Lo sciopero di domani (ndb: oggi)è stato indetto dai sindacati degli addetti
all’igiene ambientale, bell’eufemismo in stile Nicole Minetti, la cui igiene di pertinenza era dentale. Coi medesimi risultati, visto il suolo di Roma: se si cammina guardando a terra si ricostruisce l’intera filiera - dai mozziconi ai resti di pizza ai liquami - della vita quotidiana. Gli addetti all’igiene chiedono cento euro l’anno in più, e avranno le loro buonissime ragioni, che forse sapranno dettagliare in compensazione alle assenze registrate ogni giorno all’Ama: oltre il 18 per cento. Come se lì dentro avessero istituito in autonomia la settimana corta. Le assenze per malattia sono superiori alla media nazionale e i picchi influenzali si registrano curiosamente in coincidenza di ponti o a ridosso del week end; così, dopo il prossimo giovedì festivo, è facile pronosticare nuove epidemie. Sopra la media nazionale è anche la percentuale (il 19 per cento) di chi usufruisce di tre permessi mensili per assistere parenti disabili. Siccome nel privato si scende all’1,5 per cento, se non si vuole pensar male, e si considera una deplorevole eccezione quella del dipendente trovato poche settimane fa in groppa al cavallo nel giorno di permesso, tocca giungere alla conclusione che sull’Ama si accanisce la sfortuna.

Proprio ieri, fra l’altro, un rapporto della Confartigianato ha avvertito che la raccolta costa a ogni abitante 249.9 euro, doppio secco della media nazionale. Il numero ha suggerito al Codacons - l’incontenibile associazione consumatori - di chiedere la restituzione ai cittadini del suddetto 50 per cento, trascurando che i romani si fanno giustizia da sé: negli ultimi sei anni è stato evaso un miliardo di euro di tassa sui rifiuti; fra gli evasori ci sono ministeri, caserme dei carabinieri, ospedali e naturalmente un numero infinito di normali residenti, a dimostrazione che nello sfascio c’è ampia collaborazione. Verificabile, tra l’altro, a occhio nudo: i cassonetti destinati alla raccolta differenziata vengono usati a capriccio del passante, plastica nella carta, confezioni alimentari nel vetro, con entusiastica partecipazione di turisti che si adeguano in poche ore all’anarchia locale. A un etnologo sarebbe utile, nei prossimi giorni di astensione dal lavoro e attività ridotta, passeggiare per Roma e catalogare i rifiuti abbandonati nei dintorni dei cassonetti: martedì mattina si troveranno materassi, televisori, mobiletti, antenne paraboliche, carrelli dei supermercati che i netturbini scanseranno sconsolati. Sulla statistica possiamo di nuovo aiutare noi: di solito circola il 60 per cento dei camion, gli altri restano guasti in garage, ed è difficile supporre che questa settimana l’affidabilità dei mezzi conosca un’epifania.

Di conseguenza ieri è stata l’occasione giusta perché i candidati a sindaco esponessero le loro eccellenti idee, accomunati dalla certezza che la spazzatura possa diventare una ricchezza. Giorgia Meloni conta di portare la differenziata al 75 per cento, il che sarà facilissimo visto che già oggi la si stima al 60, e sulle stesse basi per cui si potrebbe dire che è all’80 o al 20. Roberto Giachetti punta sulle nuove tecnologie. Alfio Marchini su una non meglio precisata inversione del ciclo dei rifiuti. Virginia Raggi - come si sa - è deliziosamente minimalista e pensa a pannolini lavabili per bebè e ai mercatini dell’usato. Per cui, fra una settimana, se riusciremo a scalare le montagne di pattume, andremo a scegliere il salvatore.

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