martedì 24 maggio 2016

Elezioni: “Chi vincerà alle Amministrative”


da: http://www.glistatigenerali.com/
di Paolo Natali

Come diceva Gianni Brera, solo chi non fa pronostici non può sbagliare. Ed allora, l’ultimo giorno utile prima del blackout elettorale, proviamo a fare un riassunto ponderato delle stime di voto per le grandi città, insieme a qualche previsione sul vincitore finale. Sapendo che da domani fino al 19 giugno, la sera del ballottaggio, nulla si potrà più conoscere, almeno in via ufficiale, sui rapporti di forza dei candidati in corsa. Un mese esatto, dunque, senza sapere le intenzioni di voto degli italiani. Ce la faremo a resistere?

Il 5 giugno si prospetta come se fosse ampio sondaggio nazionale su vasta scala. Benché si parli quasi unicamente delle 4 o 5 metropoli, andranno infatti al voto gli abitanti di quasi 1500 comuni, e sarà coinvolta una quota di popolazione molto vicina al 33% dell’elettorato italiano. Un test dunque molto rilevante per catturare gli umori dei cittadini; certo, nei piccoli comuni le scelte saranno veicolate dai candidati che piacciono di più. Ma nelle città più popolose probabilmente prevarrà, in molti casi, un voto più politico. Parliamo di circa 12 milioni di elettori chiamati alle urne nei comuni con oltre 15mila abitanti.

Le conseguenze politiche sono ben note a tutti. Il Partito Democratico rischia
molto, ed il risultato dei suoi candidati non potrà non influire quanto meno sulla conflittualità interna: la minoranza non perderà occasione, in caso di pesanti sconfitte, di mettere in discussione la leadership di Renzi, invitandolo nel caso alle dimissioni, ben prima della data fatidica del referendum di ottobre.

Perché, come vedremo, è quasi impossibile che il Pd vinca a Roma e Napoli, mentre potrebbe perdere a Milano e Torino. Se così accadesse, se cioè non riuscisse a vincere nella sua roccaforte più che ventennale piemontese e nella neo-conquistata capitale lombarda, il risultato sarebbe altamente negativo per il partito di Renzi, e i suoi oppositori avrebbero buon gioco nel chiederne conto subito, senza aspettare l’autunno.
Vediamo dunque più in dettaglio lo stato delle cose nelle principali città al voto.

Roma. Raggi (m5s) sicura vincitrice al primo turno. Andrà al ballottaggio contro uno/una tra Giachetti, Meloni e Marchini. Tutti i sondaggi li danno in quest’ordine, con Marchini un po’ sotto. Ma dei sondaggi è bene non fidarsi troppo, in situazione così volatili, quindi le chance sono simili per tutti e tre. La mia idea è che lo scontro finale sarà tra Raggi e Meloni (per la prima volta nella storia italiana, una disfida tra donne in una città così importante…) e magari Giorgia Meloni potrebbe alla fine anche farcela, sebbene tutti i sondaggi la diano perdente contro la candidata pentastellata.

Milano. Sala poco sopra a Parisi nel primo turno. Al ballottaggio quasi tutti dicono Sala in leggero vantaggio (3-4 punti). Ma se gli elettori dei 5 stelle saranno molto motivati contro Renzi, c’è il caso che vadano a votare contro il candidato del Pd. Prevedo un pareggio. Poi, dopo i tempi supplementari ed i rigori, probabilmente vincerà Sala.

Napoli. Situazione simile a quella di Roma, con De Magistris sicuramente in vantaggio e gli altri tre candidati un gradino sotto. Probabile un ballottaggio con Lettieri, con vittoria quasi sicura per il sindaco uscente, fuori dai giochi dei partiti e quindi gradito agli elettorati perdenti al primo turno.

Torino. Fassino nettamente avanti al primo turno e Appendino (m5s) sicuramente seconda. Ballottaggio a rischio Parma, come dicevo. Se la sinistra di Airaudo non si schiera apertamente con il sindaco uscente, al limite con un apparentamento, la tendenza anti-Pd potrebbe permettere ad Appendino di compiere una rimonta quasi impossibile. E a mio parere, vista anche la sua caratura politica (se ne parla un gran bene), non è esclusa una sua vittoria.

Bologna. Non c’è gara. Qui il Pd dovrebbe facilmente riconfermare il suo sindaco uscente Merola. E’ l’unico candidato del Pd sicuro di vincere. Se non ce la facesse nemmeno lui, sarebbe la catastrofe per il partito del premier. Ma è quasi impossibile che accada.

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