Ho resistito per cinque puntate. Poi ho smesso di guardare Squadra Antimafia 7 e ho aspettato l’ultima, andata in onda ieri sera.
Dai pareri colti qua e là nel web, non ho
perso nulla abbandonando la fiction a metà strada. La settima stagione batte
per mediocrità la sesta. Non era facile riuscirci. Ma Taodue e Mediaset ce
l’hanno fatta. Se questo era l’obiettivo: centrato in pieno.
E veniamo all’ultima puntata andata in onda
ieri sera…
Lo dico “silenziosamente”……………………………..i
fans che aspettavano il finalone e avevano creduto al marketing
di Marco Bocci si meritano il finale di questa inutile, “approssimativa”
(eufemismo) e ridicola settima stagione.
Vabbè……..non vorrei infierire………..ma se sognare
è lecito, i sogni sono belli quando contengono una dose anche piccola di
probabilità realistica. E’ questo ingrediente che lievita, si unisce a
ingredienti inaspettati e il sogno, così, si avvera.
Non vorrei infierire ma……………coloro che
volevano la “resurrezione” di Leonardino e/o Rosy Abate incinta, devono
prendere contatti con lo psichiatra di Calcaterra!...
Pur con gli evidenti e costanti limiti mostrati
di puntata in puntata, gli
sceneggiatori non hanno creato condizioni tali da ipotizzare che potesse rimaterializzarsi il figlio di Rosy Abate. E, ovviamente, credendosi comunque degli sceneggiatori di valore (discutile, sia chiaro) non avrebbero ceduto a ipotesi raffazzonate per accontentare i fans. Direte: però approssimativi e raffazzonati lo sono stati in altri momenti del racconto. Certo. Il problema, però, è che loro pensano invece di essere dei creativi.
sceneggiatori non hanno creato condizioni tali da ipotizzare che potesse rimaterializzarsi il figlio di Rosy Abate. E, ovviamente, credendosi comunque degli sceneggiatori di valore (discutile, sia chiaro) non avrebbero ceduto a ipotesi raffazzonate per accontentare i fans. Direte: però approssimativi e raffazzonati lo sono stati in altri momenti del racconto. Certo. Il problema, però, è che loro pensano invece di essere dei creativi.
Ora…
Da una fiction diventata sempre più approssimativa
e ridicola che ci si può aspettare se non questa cagata di finale?
Certo. Potevano scrivere un finale diverso
che………tra l’altro…………….ha tutta l’aria della presa per il culo. Non solo per i
pochi secondi e per il tipo di scena che lascia – volutamente – alcuni
interrogativi ma per come è stata scritta tutta la puntata.
La decima e ultima puntata di Squadra
Antimafia 7 è incentrata su tutti i personaggi, tranne Calcaterra e Rosy Abate.
Come dire: avete stufato con questi due, Squadra Antimafia prosegue con nuovi
personaggi (?), nuove storie (?).
Se è vero che Calcaterra si è visto in più
scene e può aver divertito o convinto insieme a Filippo De Silva, lo sviluppo
di questa puntata ha visto al centro la Duomo, Pietrangeli che lascia e De
Silva perché tornerà nell’ottava serie per fare la fine di Calcaterra e Rosy
Abate: essere usato per perdere meno spettatori possibili.
Quale è stato il vero problema delle ultime
due stagioni di Squadra Antimafia?
Pur tenendo conto del fatto che Giulia
Michelini voleva abbandonare la serie e che anche Marco Bocci andava verso
altri impegni professionali, Taodue ha sbagliato - completamente – lo sviluppo
dei personaggi Rosy Abate e Domenico Calcaterra.
Decidere di far diventare suora Rosy Abate
anziché allontanarla in località protetta e poi eventualmente ripresentarla –
cosa gestibile anche con una Giulia Michelini che vuole lasciare per darsi al
cinema -, decidere di far diventare Calcaterra uno psicopatico, anziché
descriverne una più realistica e interessante crisi dovuta alla perdita delle
persone amate e al constatare come sia frustrante rimanere nell’ambito della
legalità, sono cagate narrative.
Perché ciò che andava fatto era raccontare
con poche scene, pochi momenti, una evoluzione/involuzione che portava a una
chiusura credibile, dove, va detto: non ci potevano essere “resurrezioni”, ma dove ci stava un finale aperto, che è il
modo più elementare per non sputtanarsi come autori e non irritare e/o deludere
gli spettatori.
Squadra Antimafia 7, ancor più di Squadra Antimafia
6, dimostra che gli autori sono giunti al capolinea. Potranno ritrovare estro e
credibilità dalla prossima serie? Ne dubito. La prossima si baserà sul talento
di Paolo Pierobon con il suo Filippo De Silva. Il rischio è il solito: che per
non perdere altri spettatori si continui con la “fantascienza” che non sempre
l’ironia del personaggio farà accettare.
E’ vero che il tema di fondo di questa
serie consente di proseguire per altre stagioni, ma gli ingredienti da trovare
per tornare al livello delle prime tre stagioni sono troppi. Non solo gli
sceneggiatori dovrebbero abbandonare certe ridicolaggini, bisogna azzeccare il
cast, bisogna cambiare regia o spiegare ai registi di non fare pause caffè
troppo lunghe, perché non tutti sono Giulia Michelini e Paolo Pierobon che con
il talento che si ritrovano possono autogestirsi sul set.
Nel frattempo, con livelli qualitativi
diversi, ma mantenendo un buon livello con picchi di eccellenza in alcuni casi
(Il Giovane Montalbano 2), la Rai sta ottenendo risultati in termini di share e
sta offrendo mediamente un livello superiore nella fiction. Dall’ottimo “Il Giovane Montalbano 2”, dalle
repliche del precedente ottimo “Il
Giovane Montalbano”, da “Sotto copertura” la fiction con Claudio Gioè e quel
grande attore che è Guido Caprino (mi piacerebbe però rivederlo in ruoli
brillanti) a “Questo è il mio paese”.
Benché quest’ultima serie tv abbia i soliti difetti medi delle fiction italiane:
quello di mettere un “mistero” giallo anche quando si hanno tra le mani
sufficienti spunti narrativi legati all’attualità e al sociale, quello della
storiella della crisi matrimoniale causa ritorno al paese e ritrovamento del
primo amore, è un prodotto ben confezionato, interpretato e diretto. Vedremo se
nelle prossime puntate i limiti prenderanno il sopravvento. Al momento,
registro che uno degli attori protagonisti è Francesco Montanari, il “Libanese” di Romanzo Criminale che è
anche stato Achille Ferro di Squadra
Antimafia. Meglio come “Libanese” e nella fiction in onda su Rai1 che in
Squadra Antimafia come Achille Ferro.
E qui arriviamo a un altro punto dolente
della serie di Canale 5 appena conclusasi: non ha brillato neppure per il cast.
Non basta essere titolati di accademia o esperienze teatrali e cinematografiche
per sostituire degnamente quel talento di Giulia Michelini. E non è detto che
una brava attrice, un bravo attore, rimangono tali in Squadra Antimafia se il
regista non li sa gestire correggendone alcune “sviste” o eccessi. Francesca
Valtorta è una macchietta in Squadra Antimafia ma dimostra di essere un’attrice
in Braccialetti Rossi. Daniela Marra avrà fatto buone interpretazioni ma in
Squadra Antimafia sembrava un’invasata. Nulla a che vedere con la perfezione, l’intensità,
che Giulia Michelini ha dimostrato di puntata in puntata fino a raggiungere l’eccellenza
nelle scene di dolore per la perdita di Leonardino.
Insomma, Squadra Antimafia è caduta di
livello nel suo complesso e riesce a far sembrare meno capaci anche attori e
attrici che non sono il top assoluto ma neppure tra i più scarsi. La scelta del
cast è fondamentale. Una regia curata e attenta è tanto più necessaria tanto
meno ci sono fuoriclasse della recitazione.
Mi pare evidente che Taodue non sappia più
tenere insieme questa serie tv. Per me è già chiusa. Proseguire con una o
addirittura altre tre stagioni è “accanimento terapeutico”.
E se Giulia Michelini si era già espressa l’anno
scorso con intelligente realismo, sostenendo che il suo personaggio non aveva
più niente da dire, sarebbe il caso che anche Marco Bocci se ne rendesse conto.
Dopo di che: entrambi devono ringraziare Squadra Antimafia per la visibilità
che hanno acquisito. Valsecchi deve ringraziare Giulia Michelini e Marco Bocci perché
è riuscito a tirare avanti un prodotto per altre due stagioni grazie a loro.
Per quanto……….quando due personaggi, sui quali hai creduto e puntato, vanno
oltre le aspettative (Valsecchi può dire ciò che vuole, ma l’importanza della
Michelini e di Bocci è andata oltre ogni rosea aspettativa) diventano scomodi.
Andavano “eliminati” prima. Ma la responsabilità di questo “accanimento
terapeutico” non è solo di Valsecchi ma di quell’azienda di Cologno Monzese che
pensa che la qualità sia superflua per vendere share….
E, intanto, gli ascolti li fa Rai1 con
prodotti di qualità superiore. Non sarà mica un caso……….
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