mercoledì 4 novembre 2015

Papa Francesco: Laudato Sì / 7




Educazione e spiritualità ecologica

Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha biso­gno di cambiare. Manca la coscienza di un’origi­ne comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolez­za di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di ri­generazione.

Puntare su un altro stile di vita

Dal momento che il mercato tende a crea­re un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il ri­flesso soggettivo del paradigma tecno-economi­co. Accade ciò che già segnalava Romano Guar­dini: l’essere umano « accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita così come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine nor­malizzate e, nel complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia ragionevole e giusto ».144 Tale paradigma fa
credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consu­mare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della mino­ranza che detiene il potere economico e finanzia­rio. In questa confusione, l’umanità postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.

240. La situazione attuale del mondo «provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la pro­pria avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possi­bile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nem­meno un vero bene comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a predominare in una società, le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessità. Per­ciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, so­prattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.



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