Educazione
e spiritualità ecologica
Molte cose devono riorientare la propria
rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la
coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro
condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di
nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande
sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione.
Puntare
su un altro stile di vita
Dal momento che il mercato tende a creare
un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone
finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese
superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma
tecno-economico. Accade ciò che già segnalava Romano Guardini: l’essere umano
« accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita così come gli
sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel
complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia ragionevole e
giusto ».144 Tale paradigma fa
credere a tutti che sono liberi finché
conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che
possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene
il potere economico e finanziario. In questa confusione, l’umanità postmoderna
non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e
questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per
scarsi e rachitici fini.
240. La situazione attuale del mondo
«provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce
forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano autoreferenziali e si
isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidità. Più il cuore
della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e
consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la
realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero
bene comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a predominare in una
società, le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano
le proprie necessità. Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili
fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate
da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto
quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e
distruzione reciproca.
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