da: Il Fatto Quotidiano
Matteo
Salvini è il capopartito
più vecchio della Seconda Repubblica, anche se riesce inspiegabilmente a spacciarsi per il più nuovo: dei suoi 43
anni di vita, gli ultimi 23 li ha
trascorsi a carico di noi contribuenti. Entrò in politica nel 1990, quattro anni prima del giurassico
Berlusconi, senz’aver mai lavorato in vita sua (a parte qualche mese in un
fast food Burghy, mentre frequentava svogliatamente il primo anno di
università, corso di Storia alla Statale, dove in 4 anni regolari e in 16 fuoricorso
non arrivò mai alla laurea).
Da allora non ha mai mancato una poltrona,
passando dall’una all’altra con grande agilità senza mai restare col culetto
scoperto: segretario giovanile, cittadino, provinciale e nazionale della Lega,
direttore di Radio Padania, consigliere comunale a Milano, deputato ed
eurodeputato. La specialità della casa sono le balle a presa rapida: ne
racconta a vagonate, selezionando quelle che funzionano meglio. Cioè quelle che
suonano bene agli orecchi degli ignoranti che lo idolatrano e, per essere
smentite, richiedono qualche minuto di attenzione e di concentrazione, cosa
impossibile da chiedere ai suoi fan.
Quando, per esempio, il Sciur Felpa dice
che, se governasse lui, chiuderebbe i campi rom e rispedirebbe gli zingari “a
casa loro”, tutti se la bevono anche
perché sul posto non è mai presente
qualcuno dotato di un minimo di competenza a ricordare che i rom e i sinti sono
cittadini comunitari e non si possono espellere. O a domandare perché mai, se
la soluzione è così semplice, la Lega ha
governato l’Italia per 10 anni (con Bobo Maroni due volte ministro
dell’Interno e Roberto Castelli alla Giustizia), la Lombardia per 11 anni, il Veneto per 16 anni e Milano per 20, e
non s’è mai notato un esodo biblico di “zingari”. Anzi molti campi rom portano
la firma di amministratori leghisti o di centrodestra appoggiati dalla Lega,
così come i centri di accoglienza per immigrati tipo il Cara di Mineo, lascito
indimenticabile del ministro Maroni. Idem per gli immigrati, che continuarono a
immigrare indisturbati indipendentemente dal colore del governo. Idem per l’euro:
la moneta unica – è il ritornello salviniano – “ci ha rovinati”; peccato che
nel 2002, quando l’euro rimpiazzò la lira, al governo ci fossero FI, An e Lega
che non fecero nulla contro il vero disastro: e cioè la truffa tutta italiana
che dimezzò il potere d’acquisto con il raddoppio dei prezzi, ma non degli
stipendi e delle pensioni.
Ultimamente, quando la foto del piccolo profugo siriano Aylan morto sulla costa turca,
gli ha sconsigliato di insistere sull’equazione
profughi=clandestini=delinquenti, il Matteo padano s’è scatenato contro i
magistrati cattivi che vogliono punire gli onesti cittadini solo perché sparano
ai ladri: poi persino i suoi hanno capito che non siamo nel Far West e che c’è
una bella differenza fra la legittima difesa di chi è minacciato di morte armi
in pugno e chi prende la mira su un ladruncolo disarmato in fuga. Allora
Salvini ha annunciato che avrebbe “bloccato l’Italia per tre giorni ”. Sappiamo
com’è andata: hanno abboccato una dozzina di migliaia di persone (di più in
piazza Maggiore a Bologna, domenica, non ce n’erano), che lui ha miracolosamente
trasformato in 100 mila. E, nel lungo comizio scamiciato, non è riuscito a
tirar fuori un’idea nemmeno a pagarla, a parte la constatazione sullo scarso
quoziente intellettivo di Alfano: sai che rivelazione, se fosse uno sveglio non
sarebbe stato alleato della Lega fino al 2011.
Intanto a Genova, al processo contro Bossi, Belsito &C.per la truffa allo Stato da 59
milioni sui rimborsi elettorali, detto anche “Lega Ladrona”, il Senatur ha
chiamato in causa i suoi successori Maroni e Salvini, chiedendo a quest’ultimo
di restituire 40 milioni di “corpo del reato” ancora nelle casse del Carroccio:
13,8 milioni di rimborsi non dovuti furono infatti incassati e spesi dalla Lega
anche dopo le dimissioni di Bossi, in base a rendiconti falsi. Una furbata che
puzza di ricettazione, e getta una luce sinistra sulla rinuncia proprio di
Salvini a costituirsi parte civile.
Ora, per parlar d’altro, lo Sciur Felpa
dice che “la giustizia fa schifo” perché i giudici hanno scarcerato i giovani
appena arrestati per i disordini di Bologna. E Alfano, confermando il giudizio
di Salvini, gli va dietro con una frase copiata da Franco Bracardi (“In
galeraaaa!”) e dai poliziotteschi anni 60 con Maurizio Merli: “La polizia li
arresta, i giudici li scarcerano”. La balla in stereo suona bene, non c’è che
dire. Casomai a qualcuno che c’è cascato interessasse sapere perché i
giovanotti sono già fuori un giorno dopo l’arresto, glielo spieghiamo noi: non
per colpa dei giudici, ma dei politici di destra, centro e sinistra (Lega
compresa) che da vent’anni approvano leggi demenziali per assicurare l’impunità
a lorsignori spacciandola per “garantismo”. La custodia cautelare è stata
modificata infinite volte, sempre per restringerla, fino alla legge Orlando di
qualche mese fa (eccezionalmente non votata dalla Lega, ma da Alfano sì) che
vieta ai magistrati di convertire un arresto in flagranza di reato in
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per chi è incensurato (come gli
arrestati di Bologna) e dunque al processo avrà la sospensione condizionale
della pena, cioè non finirà in carcere. Traduzione in italiano: i politici
fanno le leggi per salvare dalla galera i loro amici, poi si meravigliano se si
applicano a tutti.
Se
“la giustizia fa schifo”, è grazie a loro. Se lo scrivano
bello grosso sulla fronte, o sulla
felpa: “Faccio schifo”.
Non è facile dare un senso alla propria esistenza
RispondiEliminaIl matteo della lega........il + insignificante bipede.
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