lunedì 4 febbraio 2019

Sanremo e i soliti conflitti di interesse



da: https://www.lettera43.it/ - di Massimo Del Papa

L'ultima bufera è scoppiata su Baglioni e Salzano. Ma il Festival da anni è così: il succedersi di centri di potere, dall'era Ballandi a quelle di Presta e di Caschetto.

Sanremo vive di scandali più ancora che di musica ma non era mai successo, forse, che il Festival partisse già avvolto in una tale nuvola di sospetti, di sarcasmi, di attacchi. Le polemiche sì, il maelstrom no. Il caso è quello del conflitto d'interessi - presunto, presunto - tra il conduttore Claudio Baglioni, il suo impresario Ferdinando Salzano e la Rai, che tutti sapevano ma quasi tutti ignoravano fino a quando un paio di media, Dagospia e Striscia la notizia, non l'hanno imposto all'agenda del giornalista collettivo.

L'INTRECCIO BAGLIONI-F&P GROUP-RAI
In due parole, è palese una filiera che da Baglioni passa al suo manager e da questi alla sua impiegata Veronica Corno che coordina gli artisti della ditta, la F&P Group, e li passa alla madre, Chiara Galvagni che è la capostruttura Rai (moglie di Giampiero Raveggi, stessa carica prima di andare in pensione) che firma i contratti con gli artisti. Un cerchio perfetto, giottesco. Da cui l'infornata di concorrenti targati F&P Group: Paola Turci, Nek, Achille Lauro, Francesco Renga, Il Volo e Nino D’Angelo, per non dire della sinergia tra F&P e Cts, multinazionale che ha acquisito la Vivo Concerti e la Magellano Concerti che rappresentano ulteriori concorrenti come Irama, Ultimo, Federica Carta, Shade ed Ex Otago. Poi ci sono i superospiti ugualmente griffati Salzano: Ligabue, Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Biagio Antonacci, Antonello Venditti, Alessandra Amoroso, Elisa, niente male anche questi, e subito sulla Rete han cominciato a circolare le immagini che, come si sa, valgono più di fiumi di parole: Nek e Ligabue che cantano alle nozze di Salzano, gente che si abbracciava e adesso eccoli tutti qui, come l'uvetta nel panettone sanremese.


CHIAMIAMOLA CONTIGUITÀ
Imbarazzi cui gli interessati non hanno finora risposto, mentre lo ha fatto la Rai, alla sua maniera: sparita la clausola che vincolava il direttore artistico a ogni estraneità al giro discografico, cosa che nel 2011 aveva sconsigliato a un altro cantante-conduttore, Gianni Morandi, di ricoprire anche quella carica. «La nostra produzione musicale e culturale vive anche di contiguità», ha spiegato la direttrice di RaiUno Teresa De Santis alla conferenza stampa del 4 febbraio, anzi spesso ne deve «fare tesoro: attraverso rapporti amicali si possono ottenere artisti che altrimenti non si sarebbero avuti. Questo non vuol dire che non ci debba essere una coscienza tale da far sì che venga favorita la qualità». La Rai su queste cose è impagabile, come quando, l'anno scorso, uscita la gabola del brano autoclonato di Ermal Meta e Fabrizio Moro, risolse così: secondo il nostro regolamento, fatto da noi, controllato da noi, è tutto a posto. Il controllore che controlla il controllato che sono la stessa entità. Ma il direttore artistico Baglioni potrebbe rischiare lo stesso, in punta di cavillo, come “incaricato di pubblico servizio”, anzi di servizio pubblico, che avrebbe un interesse privato in atto pubblico. Ipotesi di scuola, s'intende.

LE FAIDE TRA MANAGER ED EMITTENTI
La faccenda comunque non è campata per aria, e i giornalisti fanno bene a farla pesare. Però andrebbe, come si dice, contestualizzata. Nel senso che il mercato discografico italiano è ormai irrisorio, è fatto di stagni comunicanti e se i ranocchi non gracidano in uno, lo fanno in un altro. Sanremo ne è solo la dimostrazione più eclatante. Da quando la Rai smise di produrlo in proprio, si sono succeduti centri di potere esterni di pari passo con l'appoggio politico. Dall'era Ballandi a quella di Gianmarco Mazzi con Lucio Presta col panfilo in rada dove salivano e scendevano i “suoi” protagonisti, da Belen a Paolo Bonolis a Roberto Benigni. Poi è toccato all'acerrimo rivale, Beppe Caschetto, che nell'epoca di Carlo Conti farciva le serate sanremesi di ospiti suoi. Adesso siamo allo strapotere di Salzano, che nella torta musicale ha il boccone del leone. Al punto che il capo di RTL 102.5, Lorenzo Suraci, annuncia azioni legali conseguenti all'estromissione dei suoi cavallini, l'eterna ripetente sanremese Bianca Atzei e il duo Pierdavide Carone/Dear Jack. E qui si arriva alle faide tra emittenti, alle alleanze spezzate, a Mediaset che subentra nell'etere radiofonico mangiandosi Radio 101 e Radio 105 che facevano gola a RTL. Stagni comunicanti.

SANREMO, UNA CAMERA DI COMPENSAZIONE DI POTERI
Non per cavarsela col classico “così fan tutti” ma per ricordare che Sanremo soprattutto questo è: una camera di compensazione di poteri, di conflitti e concerti d'interessi. Certi severi censori del circolo baglioniniano-salzaniano, per dire, omettono tranquillamente un altro superpotere parallelo, quello di Maria de Filippi, e non è difficile capire perché. Eppure la De Filippi da anni piazza elementi “suoi”, dei suoi talenti, a Sanremo: quest'anno, il pompatissimo Einar ha vinto le selezioni di Sanremo Giovani e gareggia tra i big insieme ad altri compagni di scuderia: Federica Carta con l'hip hopper Shade; Briga di spalla a Patty Pravo. E Maria, come si sa, era stata prestata da Mediaset alla Rai per affiancare l'altr'anno Carlo Conti in una conduzione che non lasciò traccia, se non, probabilmente, nella camera caritatis di compensazione dei poteri televisivi. Volendo proseguire il gioco delle coincidenze maliziose, si potrebbe notare che il superfavorito di quest'anno, Ultimo, è uno che due anni fa apriva i concerti per il vincitore dell'anno scorso, Fabrizio Moro; che l'eterna promessa da talent, Enrico Nigiotti, arriva a Sanremo senza alcuna storia artistica ma col pesante marchio del manager Francesco Facchinetti. Stagni, sempre stagni, comunicanti e velenosi.

QUELLE STRANE COINCIDENZE DELL'ARISTON
Fuori dal discorso strettamente musicale, altre innocenti emersioni, tu chiamale se vuoi coincidenze esoteriche: l'attore Pierfrancesco Favino, l'anno scorso co-conduttore con Baglioni, quest'anno superospite; alla compagna e collega Anna Ferzetti hanno dato la striscia del pre-festival: una che in televisione non aveva mai condotto niente. Luca Barbarossa, l'anno scorso in gara, quest'anno capo della giuria a Sanremo Giovani. L'onnipresente, forse perché lucano, Rocco Papaleo, l'anno scorso nella sedicente giuria di qualità e quest'anno al Dopofestival, dove sarà affiancato dall'attrice Anna Foglietta che l'anno scorso duettava con Barbarossa. Fiorella Mannoia, seconda classificata nel 2017, superospite nel 2018, di nuovo superospite quest'anno, si sarà abbonata? Ma due mesi fa stava, anche lei, nella giuria di Sanremo Giovani e nel suo ruolo valutava il vincitore, Einar, che Striscia ha scoperto essere stato appena acquisito dal manager di Fiorella, Gabriele Parisi. Casa Sanremo somiglia tanto a una casa-famiglia.

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