da: https://www.lettera43.it/
- di Massimo Del Papa
L'ultima
bufera è scoppiata su Baglioni e Salzano. Ma il Festival da anni è
così: il succedersi di centri di potere, dall'era Ballandi a quelle di
Presta e di Caschetto.
Sanremo vive di scandali più ancora che di musica
ma non era mai successo, forse, che il Festival partisse già avvolto in una
tale nuvola di sospetti, di sarcasmi, di attacchi. Le polemiche sì, il
maelstrom no. Il caso è quello del conflitto d'interessi - presunto, presunto -
tra il conduttore Claudio Baglioni, il suo impresario Ferdinando Salzano e la Rai,
che tutti sapevano ma quasi tutti ignoravano fino a quando un paio di media, Dagospia
e Striscia la notizia, non l'hanno imposto all'agenda del giornalista
collettivo.
L'INTRECCIO
BAGLIONI-F&P GROUP-RAI
In due parole, è palese una filiera che da
Baglioni passa al suo manager e da questi alla sua impiegata Veronica Corno che
coordina gli artisti della ditta, la F&P Group, e li passa alla madre, Chiara
Galvagni che è la capostruttura Rai (moglie di Giampiero Raveggi, stessa carica
prima di andare in pensione) che firma i contratti con gli artisti. Un cerchio
perfetto, giottesco. Da cui l'infornata di concorrenti targati F&P Group: Paola Turci, Nek, Achille Lauro, Francesco
Renga, Il Volo e Nino D’Angelo, per non dire della sinergia tra F&P e Cts,
multinazionale che ha acquisito la Vivo Concerti e la Magellano Concerti che
rappresentano ulteriori concorrenti come Irama, Ultimo, Federica Carta, Shade
ed Ex Otago. Poi ci sono i superospiti
ugualmente griffati Salzano: Ligabue,
Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Biagio Antonacci, Antonello Venditti, Alessandra
Amoroso, Elisa, niente male
anche questi, e subito sulla Rete han cominciato a circolare le immagini che,
come si sa, valgono più di fiumi di parole: Nek e Ligabue che cantano alle
nozze di Salzano, gente che si abbracciava e adesso eccoli tutti qui, come
l'uvetta nel panettone sanremese.
CHIAMIAMOLA
CONTIGUITÀ
Imbarazzi cui gli interessati non hanno
finora risposto, mentre lo ha fatto la Rai, alla sua maniera: sparita la clausola
che vincolava il direttore artistico a ogni estraneità al giro discografico,
cosa che nel 2011 aveva sconsigliato a un altro cantante-conduttore, Gianni
Morandi, di ricoprire anche quella carica. «La nostra produzione musicale e
culturale vive anche di contiguità», ha spiegato la direttrice di RaiUno Teresa
De Santis alla conferenza stampa del 4 febbraio, anzi spesso ne deve «fare
tesoro: attraverso rapporti amicali si possono ottenere artisti che altrimenti
non si sarebbero avuti. Questo non vuol dire che non ci debba essere una
coscienza tale da far sì che venga favorita la qualità». La Rai su queste cose
è impagabile, come quando, l'anno scorso, uscita la gabola del brano autoclonato di Ermal Meta e Fabrizio
Moro, risolse così: secondo il nostro regolamento, fatto da noi,
controllato da noi, è tutto a posto. Il controllore che controlla il
controllato che sono la stessa entità. Ma il direttore artistico Baglioni
potrebbe rischiare lo stesso, in punta di cavillo, come “incaricato di pubblico
servizio”, anzi di servizio pubblico, che avrebbe un interesse privato in atto
pubblico. Ipotesi di scuola, s'intende.
LE
FAIDE TRA MANAGER ED EMITTENTI
La faccenda comunque non è campata per
aria, e i giornalisti fanno bene a farla pesare. Però andrebbe, come si dice,
contestualizzata. Nel senso che il mercato discografico italiano è ormai
irrisorio, è fatto di stagni comunicanti e se i ranocchi non gracidano in uno,
lo fanno in un altro. Sanremo ne è solo la dimostrazione più eclatante. Da
quando la Rai smise di produrlo in proprio, si sono succeduti centri di potere
esterni di pari passo con l'appoggio politico. Dall'era Ballandi a quella di Gianmarco
Mazzi con Lucio Presta col panfilo in rada dove salivano e scendevano i
“suoi” protagonisti, da Belen a Paolo Bonolis a Roberto Benigni. Poi è toccato
all'acerrimo rivale, Beppe Caschetto,
che nell'epoca di Carlo Conti farciva le serate sanremesi di ospiti suoi.
Adesso siamo allo strapotere di Salzano,
che nella torta musicale ha il boccone del leone. Al punto che il capo di RTL
102.5, Lorenzo Suraci, annuncia azioni legali conseguenti all'estromissione dei
suoi cavallini, l'eterna ripetente sanremese Bianca Atzei e il duo Pierdavide
Carone/Dear Jack. E qui si arriva alle faide tra emittenti, alle alleanze
spezzate, a Mediaset che subentra nell'etere radiofonico mangiandosi Radio 101
e Radio 105 che facevano gola a RTL. Stagni comunicanti.
SANREMO,
UNA CAMERA DI COMPENSAZIONE DI POTERI
Non per cavarsela col classico “così fan
tutti” ma per ricordare che Sanremo soprattutto questo è: una camera di compensazione
di poteri, di conflitti e concerti d'interessi. Certi severi censori del
circolo baglioniniano-salzaniano, per dire, omettono tranquillamente un altro
superpotere parallelo, quello di Maria
de Filippi, e non è difficile capire perché. Eppure la De Filippi da anni piazza elementi “suoi”, dei suoi talenti, a
Sanremo: quest'anno, il pompatissimo
Einar ha vinto le selezioni di Sanremo Giovani e gareggia tra i big insieme
ad altri compagni di scuderia: Federica
Carta con l'hip hopper Shade; Briga di spalla a Patty Pravo. E Maria, come
si sa, era stata prestata da Mediaset alla Rai per affiancare l'altr'anno Carlo
Conti in una conduzione che non lasciò traccia, se non, probabilmente, nella
camera caritatis di compensazione dei poteri televisivi. Volendo proseguire il
gioco delle coincidenze maliziose, si potrebbe notare che il superfavorito di quest'anno, Ultimo, è
uno che due anni fa apriva i concerti
per il vincitore dell'anno scorso, Fabrizio Moro; che l'eterna promessa da talent, Enrico Nigiotti, arriva a Sanremo
senza alcuna storia artistica ma col pesante marchio del manager Francesco Facchinetti. Stagni,
sempre stagni, comunicanti e velenosi.
QUELLE
STRANE COINCIDENZE DELL'ARISTON
Fuori dal discorso strettamente musicale,
altre innocenti emersioni, tu chiamale se vuoi coincidenze esoteriche: l'attore
Pierfrancesco Favino, l'anno scorso co-conduttore con Baglioni, quest'anno
superospite; alla compagna e collega
Anna Ferzetti hanno dato la striscia del pre-festival: una che in
televisione non aveva mai condotto niente. Luca
Barbarossa, l'anno scorso in gara, quest'anno capo della giuria a Sanremo
Giovani. L'onnipresente, forse perché lucano, Rocco Papaleo, l'anno scorso nella sedicente giuria di qualità e
quest'anno al Dopofestival, dove sarà affiancato dall'attrice Anna Foglietta
che l'anno scorso duettava con Barbarossa. Fiorella
Mannoia, seconda classificata nel 2017, superospite nel 2018, di nuovo
superospite quest'anno, si sarà abbonata? Ma due mesi fa stava, anche lei,
nella giuria di Sanremo Giovani e nel suo ruolo valutava il vincitore, Einar, che Striscia ha scoperto essere
stato appena acquisito dal manager di Fiorella, Gabriele Parisi. Casa Sanremo
somiglia tanto a una casa-famiglia.
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