mercoledì 30 gennaio 2019

S.S Van Dine: La strana morte del signor Benson / 2



Considera, ad esempio, le tue conclusioni nel presente assassinio – riprese poi. – Hai detto al fratello di Benson che forse conosci l’uccisore di Alvin e gli hai detto anche che ci sono prove sufficienti per denunciarlo. Ebbene, sbagli di grosso. Tu possiedi, non lo dubito, un certo numero di ciò che i tuoi moderni dotti seguaci di Solone considerano prove convincenti. Ma la verità è che non hai affatto messo l’occhio sul colpevole e che stai per maltrattare una povera ragazza che col delitto non ha nulla a che vedere.
- Secondo te, sto per maltrattare un’innocente, eh? Ma siccome i miei assistenti ed io siamo i soli a conoscere gli indizi a suo carico, vorresti spiegarmi quali occulte cognizioni ti spingono a concludere per la sua innocenza?
- Semplicissimo – ribatté Vance con un risolino.
- Non hai messo le mani sull’assassinio, perché chi ha commesso il delitto è stato così astuto, perspicace e previdente da provvedere a che nessun indizio potesse condurre alla scoperta del colpevole, ben sapendo che sulla traccia degli indizi, voi o la polizia l’avreste probabilmente scovato.
Aveva parlato con la certezza di chi annuncia un fatto ovvio, che non ammette discussioni.
Markham proruppe in una risata sprezzante.

- Nessun violatore della legge – asserì in tono cattedratico – è così astuto da prevedere tutto. Anche il fatto più semplice ha mille punti di contatto con altri fatti che lo precedono o lo seguono, ed è notorio che ogni delinquente per quanto prepari bene il suo piano, trascura sempre qualche piccolezza che, alla fine, lo tradisce.
- Notorio? – ripeté Vance. – No, caro amico, è una pura superstizione basata sulla credenza infantile di un’implacabile Nemesi; ma, se posso comprendere che questa favola della dea vendicativa faccia appello all’immaginazione popolare, insieme con le fattucchiere e gli spiriti, mi sconforta vedere che anche tu dia peso a queste ombre. Considera i delitti che accadono tutti i giorni e che rimangono avvolti nel mistero o impuniti. Essi segnano la sconfitta dei tuoi migliori agenti. Sta il fatto che i delitti scoperti sono soltanto quelli commessi dagli stupidi.
- Se capita che certi delitti rimangano avvolti nel mistero, ciò si deve a una serie di sfortune da parte degli inquirenti, a una serie di combinazioni che favorirono i colpevoli, non già a una superiore astuzia di questi.
- Sfortuna? Sfortuna, caro mio, è sinonimo di incapacità. Un uomo d’ingegno e di cervello non è perseguitato dalla sfortuna e non se ne preoccupa. I delitti che non vengono scoperti sono semplicemente quelli combinati e commessi con intelligenza, te lo ripeto ancora. Il caso Benson, è proprio di questi. Perciò quando, dopo poche ore di indagini, ti ho sentito dire che sei quasi sicuro di sapere chi ha commesso il delitto, perdonami se sono di parere contrario. – Tacque, tirò alcune boccate di fumo e rifletté brevemente. Poi aggiunse: - A prova di quanto ti dico, ti ricordo la signorina a cui state per togliere la libertà.
Markham, che finora aveva mascherato il proprio risentimento sotto un fare di bonaria superiorità, esclamò spazientito:
- Io parlo a ragion veduta. Sappi che sto per incastrare la tua sfortunata ragazza.
- E io ti faccio notare che nessuna donna avrebbe potuto commettere quel delitto e in quel modo – rispose Vance asciutto.
Markham sbuffò.
- Una donna, secondo te, non avrebbe potuto commetterlo malgrado le prove che dicono il contrario, eh?
- No, neanche se lei stessa giurasse di averlo commesso.
- Allora, sempre secondo te, nemmeno la confessione dell’imputato ha valore?

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