S.S. Van Dine, pseudonimo di Willard Huntington Wright, nacque a Charlottesville, Virginia, nel 1888. Critico ed esperto d’arte, collaborò a numerosi giornali e riviste. Costretto lungamente a letto da una salute malferma, decise di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria. Nel 1916 esordì nella narrativa col romanzo The Man of Promise, ma lo scarso successo di pubblico lo convinse a cimentarsi nel genere poliziesco, il cui primo prodotto fu La strana morte del signor Benson (1926). A esso seguirono, fra gli altri, Il caso della canarina assassinata (1927), L’enigma dell’alfiere (1929), Il mistero del drago (1933), Il mistero di casa Garden (1935), Philo Vance e il caso Allen (1938). Morì a New York nel 1939.
Aristocratico,
terribilmente snob, grande esperto e collezionista d’arte, esteta e dandy
(“Maledetto effeminato”, lo apostrofa qui infine il colpevole), Philo Vance non
è un detective professionista. Lo fa un po’ per gioco, un po’ per verificare il
suo straordinario intuito psicologico e un po’ per aiutare il Procuratore
distrettuale Markham, suo vecchio amico messo sempre a mal partito dalle non
comuni capacità deduttive di Vance. Questa volta la vittima è Alvin Benson, un
torbido agente di cambio, e i sospettati molti. Ma l’investigatore
esteta saprà ogni volta smontare e rimontare il quadro, fino a giungere, con un’indagine stringente e appassionante, a incastrare senza appello l’assassino. Con un colpo di scena finale davvero mirabolante.
esteta saprà ogni volta smontare e rimontare il quadro, fino a giungere, con un’indagine stringente e appassionante, a incastrare senza appello l’assassino. Con un colpo di scena finale davvero mirabolante.
Dalla
quarta di copertina
«Il
corpo di Benson era reclinato sulla poltrona in una posa così naturale che ci
saremmo aspettati di vederlo voltarsi a chiedere perché ci eravamo introdotti
arbitrariamente nella sua intimità.»
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