da: https://www.ilfattoquotidiano.it/
Aranzulla:
“Cara Ferragni: voi influencer finirete, ma i miei tutorial no. E adesso
fatturo più di 3 milioni all’anno”
di Lorenzo
Giarelli
Lavora sul web e fattura milioni di euro,
ma guai a chiamarlo influencer. Men che mai youtuber, lui coi video non c’entra
nulla. “Scrivo guide semplici per rispondere alle domande della gente sulla
tecnologia”. Come si installa una stampante? Come si elimina un messaggio da
Whatsapp? Come si recupera una foto cancellata? Qualsiasi domanda informatica
scritta con questa formula elementare su Google, restituisce tra i primi
risultati il sito Aranzulla.it , creato nel lontano 2002 da Salvatore
Aranzulla, che di anni ne ha solo 28 (allora ne aveva solo 12) e che con
quell’intuizione è diventato la Bibbia vivente sulle tecnologie per milioni di
utenti.
Salvatore
Aranzulla, non ci dica che per avere successo adesso basta essere smanettoni e
aprire un blog.
Non proprio. Mica è stato facile
all’inizio.
E
allora ci dica, come è partito?
Devo ringraziare mio cugino Giuseppe, che
nel 2000 mi prendeva in giro perché lui aveva un computer in casa e io no.
Iniziai a fare i capricci coi miei finché, un paio d’anni dopo, non me ne
regalarono uno. Non avevo la più pallida idea di come si utilizzasse.
Ha
imparato da solo?
Sì, abitavo a Mirabella Imbaccari, nel
mezzo della Sicilia, figurarsi se avevo un tecnico a portata di mano. Risolvevo
da solo i problemi al mio computer, poi ho iniziato a aiutare i miei compagni
di scuola. Si era sparsa la voce e mi portavano a casa loro con la forza.
Sarebbe
stata una vita più movimentata.
Quando ho visto che più persone mi facevano
le stesse domande ho iniziato a stampare le risposte e a ri-utilizzarle. Avevo
una cartellina con tutte le soluzioni ordinate: non ti funziona la stampante?
Ecco a te. Vuoi masterizzare un cd? Un altro foglio. Aranzulla.it è iniziato
distribuendo a mano le guide.
Quando
arriva internet?
Nel 2002, e aprii subito il sito.
Funzionava con una connessione lentissima e appena mi disconnettevo spariva dal
web. Ogni volta che accendevo la linea sembrava decollasse un aereo.
In
casa sapevano di questa sua passione?
Se ne sono accorti quando è arrivata la
bolletta: una volta ci chiesero un importo che era tre volte lo stipendio di
mio padre. Fu allora che mi tolsero la connessione, mi comprai un cavetto e
usavo internet di nascosto ogni volta che i miei uscivano di casa.
Fin
qui è un ragazzo come tanti. Cosa ha reso il suo sito una macchina da soldi?
La prima svolta è nel 2008, quando mi
iscrissi al servizio Adsense. Ti permette di inserire un codice nel sito e da
quel momento Google può vendere pubblicità nel tuo spazio. Non avevo idea di
come sarebbe andata, era difficile quantificare, ma ricordo la sorpresa quando
arrivò il primo assegno dall’America: era di quasi tremila dollari.
Non
sono pochi, ma oggi su che cifre viaggia?
Adesso fatturo più di 3 milioni all’anno.
Il
trucco?
A un certo punto ho smesso di scrivere
pensando alle domande che mi ponevo io o che si facevano i miei amici e ho
iniziato a analizzare le parole più ricercate dagli utenti sui motori di
ricerca. Ho creato un sistema che individua le tendenze su Google: se tra le
ricerche frequenti c’è “come scaricare musica da internet” o “come tagliare un
video”, questo strumento me lo segnala. E le richieste della gente diventano i
miei articoli, che nel titolo riprendono senza giri di parole quelle ricerche.
Oggi
quante guide contiene il sito?
Siamo a novemila, lette ogni giorno da
circa 700 mila persone. Aranzulla.it è tra i trenta siti più consultati in
Italia.
Si
ricorda la prima delle novemila?
Credo sia una cosa su come installare la
stampante, erano i tempi in cui iniziavano a abbassare i prezzi e allora tutti
se la mettevano in casa.
Ora
che è milionario scrive ancora consigli per imbranati digitali?
No, da qualche anno ho smesso di scrivere
io le guide, ma gestisco il sito, mi occupo dello sviluppo tecnologico,
organizzo eventi e coordino i collaboratori esterni, che sono una decina.
E
quando Aranzulla non sa fare qualcosa, a chi la chiede?
A volte cerco su Google e compare un
vecchio articolo del mio sito, dove trovo la soluzione. Altrimenti chiedo ai
miei collaboratori: loro sanno tutto.
Niente
cambia in fretta quanto le tecnologie. Ci sarà sempre bisogno di un Aranzulla?
Credo di sì, le persone cercano sempre
risposte semplici ai problemi di tutti i giorni. Quello che può cambiare sono i
contenuti: fino a qualche anno fa scrivevamo soprattutto di computer, adesso
c’è gente che non lo usa neanche più e ci dobbiamo occupare di cellulari,
assistenti vocali e cose del genere.
Fa
parte di una generazione in cui molti hanno fatto fama e soldi col web. Si
sente un influencer?
Io mi
baso sui contenuti, non sull’immagine. Ho molti dubbi sulla sostenibilità a
lungo termine delle carriere da youtuber e influencer di moda. Hanno un ricavato immediato, ma non
apportano un valore aggiunto. E poi operano
su piattaforme messe a disposizione da terzi. Dico un paradosso: un giorno
Facebook e Instagram possono svegliarsi e decidere di cambiare gli algoritmi o
di chiudere il profilo a Chiara Ferragni. Io invece ho un mio sito, posso
decidere che farne.
Lei
ha solo 28 anni. Idee su che fare da grande? La tv? O magari la politica?
Tutt’altro: ho studiato pasticceria a
livello professionale all’Alma di Gualtiero Marchesi. Il mio piatto forte sono
le paste di mandorla siciliane, anche se qui a Milano non ho tutta
l’attrezzatura per cucinare come vorrei. Ma un giorno chissà, qualche mezza
idea ce l’ho.
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