Volete
chiedere un mutuo? Fatelo adesso, o saranno guai
A
differenza di quanto sosteneva di recente la sottosegretaria all’Economia Laura
Castelli, il nesso tra le due cose c’è. Ce lo spiega Roberto Anedde di
Mutuionline
di Irene
Dominioni
”Ultima chiamata per il signor Mutuo al
gate A23, l’imbarco sta per chiudere“. L’attuale situazione in quanto a
finanziamenti personali si potrebbe immaginare come un aeroporto da cui stia
per partire l’ultimo volo per l’acquisto casa. Poi, le turbolenze dello spread
potrebbero compromettere le condizioni di navigazione aerea per un tempo
indefinito.
Perché i mutui e lo spread, ebbene sì, sono
strettamente collegati. A differenza di quanto sosteneva di recente dal salotto
di Porta a Porta la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli, che accusava
l’ex ministro Pier Carlo Padoan di diffondere una falsa credenza sul tema (e
venendo poi sbugiardata a più riprese dalla stampa), ormai la realtà dovrebbe
essere chiara a tutti. Il nesso tra i due c’è, anche se non in maniera diretta
né immediata. Per portare un po’ di luce sul grado e le modalità di sviluppo di
questa relazione, Linkiesta ha parlato con Roberto Anedda, direttore marketing
di MutuiOnline, sito di comparazione mutui.
«Lo spread rappresenta la maggiore o minore
variazione sul valore del tasso di interesse che noi paghiamo per il debito di
Stato», spiega l’esperto, «e sale perché il mercato in generale valuta i rischi
legati al sistema Italia, che devono essere remunerati con un maggiore tasso di
interesse». Se l’Italia vuole che qualcuno sottoscriva il suo debito pubblico,
insomma, deve concedere un tasso di interesse più elevato.
Contemporaneamente, un aumento dello spread
riduce anche il valore dei titoli pubblici nel portafoglio di chi li acquista,
cioè (primariamente) le banche. In altre parole, «il valore dei titoli di Stato
in calo diminuisce soprattutto il patrimonio delle banche che li detengono,
aumentando nel tempo il costo che queste devono pagare per approvvigionamenti
di capitale». La conseguenza? «Un maggiore costo per le banche si riflette sul
costo a cui queste concedono finanziamenti a imprese e famiglie», dichiara
l’esperto.
Basterebbe questo per spiegare perché
spread e mutui siano legati. Ma facciamo un passo indietro, al grafico del Sole
24 Ore che Castelli ha portato a Porta a Porta: «In realtà quel grafico mostrava
che a quella data, riferita a un mese prima (ottobre), a fronte dell’inizio
della salita dello spread, gli Euribor e gli Irs, gli indicatori che indicano
il costo del denaro a livello europeo a fronte di uno spread salito, erano
rimasti gli stessi».
Euribor e Irs altro non sono che il frutto
delle relazioni interbancarie tra banche di diversi Paesi: si rileva il tasso
che queste banche comunicano di pagare per acquistare il denaro, si fa una
media e il risultato è l’indicatore Euribor o Irs. «Al di là dell’Italia, che
ora è piena di tensioni e discussioni, in Europa si rimane al costo del denaro
ai minimi grazie alla Bce, e lo scenario di fondo per l’economia è ancora di
assoluta stabilità», spiega Anedda. Per questo motivo il grafico mostrava che lo
spread non aveva avuto un impatto sul costo del denaro a livello
internazionale.
Ma il discorso riguardante spread e mutui è
un altro, ed è tutto nazionale, cioè legato al debito pubblico italiano.
Semmai, l’unica cosa che vale la pena di ricordare a Castelli è che quella tra
spread e mutui non è una catena di trasmissione diretta, dove alla variazione
di uno segue immediatamente anche una variazione dell’altro. Si tratta infatti
di una serie di eventi concatenati che dalla fonte (il mercato) arrivano a ricadere
sul singolo consumatore. Essendo una dinamica che si declina sulle singole
banche in maniera diversa e con tempi diversi, questa ricaduta non segue una
regola matematica fissa. Ciò significa che una banca più “debole” oggi
risentirà maggiormente dell’impatto dello spread rispetto a una banca con
patrimoni più consistenti, che potrebbe vedere una richiesta di remunerazione
invariata oppure più lontana.
L’effetto dell’iniziale variazione dello
spread, insomma, non è né diretto né pronosticabile, «però è inevitabile e
automatico nel momento in cui lo spread dovesse salire progressivamente e
rimanere su livelli molto più elevati rispetto a prima per lungo tempo», dice
Anedda. Con il passare delle settimane, infatti, si consolida una percezione di
incertezza: «Il mercato inizia a prenderne atto in maniera più stabile, ci si
rende conto che non si tratta solo di un incidente di percorso, ma che si sta
prendendo una direzione negativa, e allora vanno rivisti i parametri in
negativo». Una situazione, cioè, in cui progressivamente ogni singola banca
comincia a modificare i propri parametri di remunerazione, aumentando i tassi
dei vari finanziamenti, e quindi i tassi dei mutui offerti ai propri clienti.
Ma quindi a che punto siamo adesso? Lo
spread è salito in maniera irreparabile? «Se eravamo a 120 punti di spread in
primavera, e adesso oscilliamo tra i 280 e i 340, questo già rappresenta una
stabilità negativa», ammette Anedda. «Fortunatamente, però, per il momento solo
alcune banche hanno iniziato ad aumentare il tasso di interesse sui mutui,
magari solo di 20 o 30 centesimi e magari solo per alcune soluzioni di mutuo,
mentre sullo sfondo si trovano ancora tante banche che non hanno ancora
modificato i propri tassi, rimasti simili a quelli che avevamo fino a qualche
mese fa».
Se lo spread dovesse continuare a volare su
livelli alti, però, «il segnale è preoccupante e va tenuto ben presente, perché
questa potrebbe essere l’onda iniziale che potrebbe man mano accumulare
aumenti» dice l’esperto. Chi si deve preoccupare di eventuali futuri
cambiamenti, dunque? Gli effetti dello spread ricadono soprattutto sui nuovi
mutui, dove al momento si sta già facendo fatica a trovare rendimenti
interessanti. Per chi, malgrado la “paura di volare” è ancora tentato
dall’opzione del mutuo, però, in effetti questo potrebbe essere l’ultimo
momento buono. Secondo l’esperto, infatti, orientarsi comunque su un acquisto
casa, piuttosto che continuare a pagare l’affitto, potrebbe rivelarsi una
scelta vincente: «Finché i tassi sono bassi o incerti, l’investimento
immobiliare può essere un modo per preservare la ricchezza che si ha, facendosi
una riserva di valore per un domani», suggerisce Anedda.
E anche chi un mutuo ce l’ha già, dovrebbe
monitorare con attenzione gli sviluppi economici, perché l’opzione di una
surroga, ovvero il cambio del proprio mutuo per ottenere un tasso più
vantaggioso, che finora è stata molto gettonata - Anedda sottolinea quote pari
a un terzo sul totale delle erogazioni - potrebbe risentire di costi maggiorati
per via dell’andamento dell’economia italiana. «La gente, spaventata di un
peggioramento futuro visti i cambiamenti in atto, passa al tasso fisso per
essere più tranquilla ed evitare sorprese», dice l’esperto, «ma anche una parte
di coloro che hanno già il mutuo e potrebbero essere interessati a un cambio,
stanno già iniziando a risparmiare un po’ meno, e quindi la situazione attuale
si riflette anche su di loro, perché adesso magari possono passare ad un tasso
fisso, ma a costi maggiori».
Per il momento, comunque, la situazione non
è da mayday, e non è ancora il caso di prepararsi per un atterraggio di
emergenza. «Sono in primis le stesse banche a non lanciare segnali di eccessiva
negatività e a cercare di minimizzare gli effetti sulla propria clientela»,
conclude Anedda. Il meteo prima della partenza, insomma, potrebbe anche
migliorare. Ma nel caso in cui la tempesta dovesse protrarsi, è probabile che
ci si dovrà attrezzare a dovere. Se vi interessa un mutuo, insomma,
affrettatevi all’imbarco, e cercate di stare tranquilli. Ma già che ci siete,
verrebbe da dire, allungate la mano per essere sicuri di avere il giubbotto di
salvataggio sotto al sedile.
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