Fine
di una storia
Ha dichiarato fallimento il giudice che ha
preso in mano il fascicolo della storica azienda Melegatti. Famosissima per i suoi pandori, il 14
ottobre 1894, Domenico Melegatti ricevette
il Certificato di Privativa Industriale dal Ministero di
Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia per aver
inventato il nome, la forma e la ricetta del Pandoro. Un certificato che
tanto rese orgogliosa la famiglia e che oggi, martedì 29 agosto, diventa un
ricordo da tenere tra le “carte di famiglia”, dopo che il giudice Giulia
Rizzuto del tribunale veronese ha dichiarato il fallimento della società e
della controllata “Nuova Marelli” di San Martino Buon Albergo. Un cerchio si
chiude con una pesantissima situazione
debitoria e 350 dipendenti a casa.
La
solidarietà non è bastata
Campagne a favore dell’azienda di pandori e
pubblicità non sono servite a salvare l’azienda. Venne anche organizzata una
festa di Natale nel segno della solidarietà dei lavoratori che rischiavano il
posto. Appelli online “Salva Melegatti” vennero condivisi in tutta Italia,
addirittura il Movimento Democratico e Progressista “Articolo Uno” promosse un
brinidisi: «Grazie a un fondo che ha pagato le materie prime e le bollette
dell’azienda sono tornati a produrre per Natale – recitava il manifesto della
campagna “Sostieni Melegatti” per lanciare
la festa di Natale del circolo
– Se le vendite andranno bene avranno la possibilità di continuare la
produzione con i relativi stipendi degli operai: non facciamo morire le nostre
aziende italiane!».
Il
commento di De Santi
In relazione al fallimento della
Melegatti, il sindaco del Comune di San Martino Buon Albergo Franco De
Santi esprime “profondo dispiacere per questo epilogo. Con l’apertura
dello stabilimento di San Martino Buon Albergo si erano generate molte
aspettative per il nostro territorio, in particolare da un punto di vista occupazionale.
Ho seguito da vicino l’evolversi della vicenda, anche in occasione degli
incontri organizzati in prefettura, durante i quali ho evidenziato la necessità
che venisse salvaguardato il marchio Melegatti, che andava preservato al di là
dei problemi societari. Il mio pensiero va a tutti i dipendenti storici
dell’azienda e a coloro che in prospettiva avrebbero potuto lavorare nello
stabilimento di San Martino Buon Albergo. Mi auguro che dal fallimento nasca la volontà da parte dei possibili nuovi acquirenti
di non dividere le attività dell’impianto produttivo, preservando il
marchio Melegatti. Così facendo potranno essere tutelati in misura maggiore gli
attuali lavoratori".
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