Eravamo rimasti che, da quanto si leggeva
in merito al tavolo di lavoro M5S-Lega, non vi era motivo di ritenere che una
delle due parti non s’impegnasse seriamente. Eppure, nella settimana che
precede il 27 maggio, la mia sensazione era di un Salvini sempre più orientato
alle elezioni anticipate per capitalizzare i sondaggi che lo davano in forte
ascesa. Ovviamente, Salvini è troppo furbo per giocare a carte scoperte. Il suo
impegno al tavolo del contratto prosegue, Di Maio non lo po’ accusare di nulla.
Ma almeno capisce quali sono le reali volontà di Salvini? Manco per……un organo
sessuale maschile
E si arriva a domenica 27 maggio. O si fa
il governo o ognuno per la sua strada. Mattarella non cede su Savona ministro
dell’Economia. Salvini non molla: vuole Savona in quel ministero. Risultato:
tutti a casa anziché a Palazzo Chigi. Mattarella si presenta davanti alle
telecamere e dal suo discorso si evince che Savona all’Economia non ci può
stare per certe sue idee. Non va a lui, non va a Bruxelles.
E perché Savini non cerca una soluzione di
mediazione? Perché vuole le elezioni anticipate.
All’interno del M5S o magari Grillo e
Casaleggio, spiegano a Di Maio che colui con cui ha lavorato con “grande
sinergia” glielo ha piazzato in quel posto lì.
Lui si difende sostenendo che
nulla facesse presagire al tavolo che Salvini stesse facendo un giochetto
sporco. E mentre in due giorni (lunedì e martedì) lo spread continua a salire,
ecco la mossa per far uscire allo scoperto Salvini. La proposta è quella di
proporre un nome diverso come ministro dell’Economia trasferendo Savona ad
altro incarico.
Più che la mossa di Di Maio – farina del
suo sacco o no – poté quella parte di elettorato della Lega che attende insistentemente
e velocemente un governo. Salvini non si può tirare indietro. Il suo gioco
è scoperto e rischia che alle prossime
elezioni troppi italiani che lo hanno capito se lo ricordino.
Ci siamo. Nasce così il 1° giugno il
governo M5S-Lega. Il cosiddetto “governo del cambiamento”.
E adesso viene il bello. E il difficile.
Fare riforme trovando le coperture per non lasciare ulteriori debiti alle
generazioni future già tanto penalizzate. Ma, soprattutto, si dovrà affrontare
qualcosa che finora la stampa ha ignorato presa dal “tutto il governo minuto
per minuto”. Che un contratto è fatto di impegni, proposte, descritte in modo
macro. Che succederà quando Lega e M5S dovranno tradurre in proposte concrete,
in leggi, regolamenti ciò che hanno stipulato nell’accordo di contratto? Emergeranno
le differenze, le contraddizioni di questo che Di Maio e Salvini chiamano “governo
del cambiamento”?
Staremo a vedere se questo governo
dimostrerà di non essere ciò che appare: un organismo geneticamente modificato.
Vigileremo. E non risparmieremo nulla a
nessuno.
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