martedì 29 maggio 2018

Matteo Salvini ringrazia Sergio Mattarella e Di Maio (con Grillo e Casaleggio)


Dicono che questo governo non sia nato perché Mattarella l’ha impedito.
Dare tutto il demerito o merito (dipende dai punti di vista) a Mattarella mi pare ingeneroso nei confronti di altri due (o quattro?): Salvini e Di Maio (o Di Maio + Grillo + Casaleggio?)

Cominciamo da quello che ha pensato di essere un protagonista della partita e, invece, non ha capito lo schema di gioco: Di Maio.
Che poteva fare? Capire che il gioco era in mano a Salvini. Va detto  che, per sbloccare due posizioni opposte, a Di Maio non restava che provare e riprovare con la mediazione. Se non lo ha fatto è un bene che non sia al governo. Significa che non ha la statura per gestire situazioni che, in politica (ma non solo), si presentano continuamente.
Ma ciò che è peggio, è che si è fatto prendere per il sedere da Salvini e non se n’è accorto.

Io sono dell’idea che è meglio sbagliare a 30 anni che per 30 anni. Ergo: largo ai giovani.
Detto questo, non si può candidare un “infante” che non ha avuto esperienze professionali a fare il presidente del consiglio. Se avesse lavorato in un’azienda avrebbe colto alcune “sfumature” sui rapporti all’interno di strutture che a volte collaborano insieme mentre altre volte hanno obiettivi diversi e comportamenti non sempre trasparenti. Avrebbe capito come ci si “muove” in alcune situazioni. Avrebbe fatto conoscenza con l’arte della mediazione, della “navigazione”, nozioni indispensabili per raggiungere l’obiettivo e/o sopravvivere senza piegarsi.

E veniamo a colui che tra una lettura, la visione di un tg, qualche telefonata ricevuta da ambienti economici/finanziari (voglio essere generosa: ricevuta e non fatta), ha pensato di non dover cedere di fronte a Salvini.
Si chiama Sergio Mattarella. Democristiano. Professione: presidente della Repubblica. C’è da augurarsi per lui che qualche suo interlocutore telefonico non sia sotto intercettazione…


E’ successo che il capo dello Stato ha indubbiamente esercitato un ruolo preponderante, riuscendo a raggiungere l’obiettivo contrario che si era prefisso: ha favorito Salvini, lo sta lanciando a un risultato elettorale in forte crescita.

Il presidente della Repubblica si è opposto, in virtù dell’art. 92 della Costituzione alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia ma senza una motivazione costituzionale. L’art.92 recita quanto segue: “Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.

Tale articolo non dice esplicitamente che il presidente della Repubblica può rifiutarsi di nominare un ministro proposto dal Presidente del Consiglio. Attribuisce al Presidente la facoltà di nominare i ministri su proposta del Presidente del Consiglio. E’ quindi implicito che il Presidente può non nominare. Ma ci dev’essere una ragione. Seria. Inoppugnabile.

Mattarella si è ricordato dell’art. 92 della Costituzione, ma ha dimenticato l’art. 54 che così recita: “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Paolo Savona, cui sarebbe stato affidato il ministero dell’Economia, non è un soggetto in grado di adempiere con disciplina e onore? Che cosa glielo lo fa pensare a Mattarella? Ce lo spieghi. Il fatto che si sia espresso nei suoi libri in maniera critica nei confronti dell’Euro ipotizzando un piano “b” di uscita? Posto che, non si può rifiutare di nominare un ministro per ciò che pensa, non si può neppure fare il processo alle intenzioni.
Mattarella avrebbe avuto tempi e modi – è nelle sue prerogative – per bloccare scelte azzardate e/o riforme senza coperture. Ha scelto, invece, di non mollare su Savona.
Salvini lo sapeva. Mattarella era consapevole che Salvini si sarebbe quindi tirato indietro? Mattarella ha valutato gli effetti della sua decisione? Voleva difendere i risparmi degli italiani. Non pare che ci stia riuscendo da due giorni a questa parte. A questo punto, faccia lui una telefonata. Telefoni a Visco, a Draghi, a qualcuno di quelli che lo hanno consigliato – per gli interessi del proprio establishment – e gli dica di fermare lo spread.

Ma, se non c’è un governo M5S-Lega, ciò non è dovuto esclusivamente alle scelte discutibili e per alcuni arbitrarie di Mattarella. Ci ha messo del suo: scaltramente, cinicamente, tale Matteo Salvini.

Perché mai Matteo Salvini si è incaponito per Savona? Se mi dicessero che una persona che ho scelto e nella quale credo non può occupare un certo ruolo non mi arrendo. Sicuramente battaglio. Ma essendo dotata di sano realismo, nel momento in cui mi rendo conto che non posso portare a casa 100 mi accontento di meno, facendo presente che vanto un credito che, prima o poi, verrò a incassare.
Mi aiuta la mia non più verdissima età, il realismo, e la volontà di raggiungere un obiettivo in cui credo. Caratterialmente, in questa battaglia mi verrà sicuramente voglia di mandare a fan culo la controparte, ma poiché non perdo di vista l’obiettivo, il vaffa arriva se penso che posso comunque farcela a spuntarla totalmente, altrimenti....tratto, in attesa di tempi migliori.
Ciò che conta è non perdere la guerra, non una battaglia.

E qui veniamo al punto…
Quale era l’obiettivo di Salvini? Avrebbe potuto mollare Savona tenendosi comunque il ministero dell’Economia, ma non lo ha fatto. E non lo ha fatto perché ha qualcosa in comune con Renzi. Non solo il nome di battesimo. Gli è presa l’ingordigia. Convinto che a elezioni ravvicinate sarà lui a capitalizzare quanto è stato fatto e quanto è successo dal 4 marzo.
Salvini può ringraziare Mattarella, Di Maio e il duo Grillo e Casaleggio se, come sostengono ancora alcuni, sono questi due a scrivere i testi al candidato premier del M5S.

Ma ti pare possibile che Grillo e Casaleggio – non dico Di Maio – non si siano resi conto di essere finiti in un vicolo cieco e in quel vicolo era Salvini a correre in un lungo e in largo mettendo il M5S all’angolo?
Beh…se anche si fossero accorti del giochetto di Salvini che avrebbero potuto fare. Non potevano dimostrare all’opinione pubblica che Salvini stesse lavorando per sé. Come avrebbero potuto giustificare agli italiani un passo indietro. Diciamo che, sono finiti in un gioco in cui le regole erano dettate da uno più furbo di loro. Chissà, forse neppure oggi si sono resi conto che Salvini li ha tirati per le palle.
E questi vorrebbero governare l’Italia?

Posto che, il governo Lega-M5S a trazione leghista mi mette i brividi anche in pieno solleone, Mattarella ha fatto qualcosa di gravissimo, ingiustificato, perché non vi era motivo costituzionalmente valido per opporsi a Savona.
Ha praticamente dimostrato che non c’è voto, non c’è governo, se questo non piace allo spread.
Ha creato una situazione politica tale che anziché la difesa del risparmio lo sta portando alla sua liquidazione. Se Di Maio è un infante, Salvini uno scaltro ingordo, Mattarella si è dimostrato totalmente inadeguato nella gestione della fase finale della nomina di governo e ministri. Ha iniziato bene ma è stato travolto dal gioco dell’avversario. E non lo ha ancora capito. E continuerà a non capirlo finchè riceverà i complimenti di Lucia Annunziata, dei banchieri che lo hanno contattato e di altri consiglieri.

Detto degli errori gravissimi di Mattarella, di qui all’impeachment ce ne corre. Ma chi poteva tirar fuori sta cagata. Non certo il furbo Salvini. Bensì il suo fan Di Maio. Quello che qualche giorno fa, quando era evidente anche a un embrione di quattro settimane che Salvini stesse lavorando per le elezioni anticipate, diceva del suo compagno di merenda: “c’è grande sinergia, è come se avessimo lavorato sempre insieme”.

E siccome quando non si capiscono le cose elementari non si colgono neppure le “sfumature”, il trio Di Maio, Casaleggio e Grillo non ha neppure capito che ciò che “turbava” Mattarella era la Lega, non il M5S.
Se non lo capiranno e se non capiranno come smarcarsi dalla Lega per non appiattirsi sui soliti slogan che Mattarella con il suo discorso del 27 maggio gli ha posto su un piatto d’argento, non solo non prenderanno un voto in più del 4 marzo ma ne perderanno. Quelli che gli sono arrivati dal centro sinistra stanno già andando in fumo.

E’ Salvini il vincitore unico di questa partita. Ha tutte le carte in mano da giocare. E’ stato abile nel suo gioco. Sta già raccontando che sono fesserie le affermazioni di chi sostiene che non volesse realmente il governo con il M5S. La campagna elettorale già ripartita dimostrerà che, certo, lui vuole governare. Altrochè. Ma da solo o, tutt’al più, con Silvio, in attesa di collocarlo in un ospizio politico.

Vedremo se: chi troppo vuole nulla stringe e il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Se questi proverbi non sortiranno il loro effetto, l’Italia tornerà al centro-destra a trazione Salvini.
A proposito. Durante l’ultima campagna elettorale Silvio e Salvini non erano proprio sulla stessa lunghezza d’onda in materia di Europa, euro. Ma quello di Silvio era un finto europeismo. Dovrà convergere sulle posizioni di Salvini. E siccome il presidente della Repubblica sarà ancora Mattarella che farà: si opporrà nuovamente alla nomina di qualche ministro?

P.S: per quanto trovassi più appropriato Di Battista a Di Maio, ho cambiato idea: meglio che Di Battista faccia il papà e se ne stia in California. C’è già Di Maio a dire cagate. Non c’è bisogno che l’amico Di Battista ne aggiunga altre.

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