Dicono che questo
governo non sia nato perché Mattarella l’ha impedito.
Dare tutto il
demerito o merito (dipende dai punti di vista) a Mattarella mi pare ingeneroso
nei confronti di altri due (o quattro?): Salvini e Di Maio (o Di Maio + Grillo
+ Casaleggio?)
Cominciamo da quello
che ha pensato di essere un protagonista della partita e, invece, non ha capito
lo schema di gioco: Di Maio.
Che poteva fare?
Capire che il gioco era in mano a Salvini. Va detto che, per sbloccare due posizioni opposte, a
Di Maio non restava che provare e riprovare con la mediazione. Se non lo ha
fatto è un bene che non sia al governo. Significa che non ha la statura per
gestire situazioni che, in politica (ma non solo), si presentano continuamente.
Ma ciò che è peggio,
è che si è fatto prendere per il sedere da Salvini e non se n’è accorto.
Io sono dell’idea
che è meglio sbagliare a 30 anni che per 30 anni. Ergo: largo ai giovani.
Detto questo, non si
può candidare un “infante” che non ha avuto esperienze professionali a fare il
presidente del consiglio. Se avesse lavorato in un’azienda avrebbe colto alcune
“sfumature” sui rapporti all’interno di strutture che a volte collaborano
insieme mentre altre volte hanno obiettivi diversi e comportamenti non sempre
trasparenti. Avrebbe capito come ci si “muove” in alcune situazioni. Avrebbe
fatto conoscenza con l’arte della mediazione, della “navigazione”, nozioni
indispensabili per raggiungere l’obiettivo e/o sopravvivere senza piegarsi.
E veniamo a colui
che tra una lettura, la visione di un tg, qualche telefonata ricevuta da
ambienti economici/finanziari (voglio essere generosa: ricevuta e non fatta),
ha pensato di non dover cedere di fronte a Salvini.
Si chiama Sergio
Mattarella. Democristiano. Professione: presidente della Repubblica. C’è da
augurarsi per lui che qualche suo interlocutore telefonico non sia sotto
intercettazione…
E’ successo che il
capo dello Stato ha indubbiamente esercitato un ruolo preponderante, riuscendo
a raggiungere l’obiettivo contrario che si era prefisso: ha favorito Salvini,
lo sta lanciando a un risultato elettorale in forte crescita.
Il presidente della Repubblica si è
opposto, in virtù dell’art. 92 della
Costituzione alla nomina di Paolo Savona
a ministro dell’Economia ma senza una
motivazione costituzionale. L’art.92 recita quanto segue: “Il Governo della Repubblica è composto dal
Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio
dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio
dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.
Tale articolo non
dice esplicitamente che il presidente della Repubblica può rifiutarsi di
nominare un ministro proposto dal Presidente del Consiglio. Attribuisce al
Presidente la facoltà di nominare i ministri su proposta del Presidente del
Consiglio. E’ quindi implicito che il Presidente può non nominare. Ma ci
dev’essere una ragione. Seria. Inoppugnabile.
Mattarella si
è ricordato dell’art. 92 della Costituzione, ma ha dimenticato l’art. 54 che così recita: “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Paolo
Savona, cui sarebbe stato affidato il ministero dell’Economia,
non è un soggetto in grado di adempiere
con disciplina e onore? Che cosa
glielo lo fa pensare a Mattarella? Ce lo spieghi. Il fatto che si sia
espresso nei suoi libri in maniera
critica nei confronti dell’Euro ipotizzando un piano “b” di uscita? Posto che,
non si può rifiutare di nominare un ministro per ciò che pensa, non si può
neppure fare il processo alle intenzioni.
Mattarella
avrebbe avuto tempi e modi – è nelle sue prerogative – per bloccare scelte azzardate e/o riforme senza coperture. Ha scelto, invece, di non mollare su
Savona.
Salvini
lo sapeva. Mattarella era
consapevole che Salvini si sarebbe quindi tirato indietro? Mattarella ha
valutato gli effetti della sua decisione? Voleva difendere i risparmi degli
italiani. Non pare che ci stia riuscendo da due giorni a questa parte. A questo
punto, faccia lui una telefonata. Telefoni a Visco, a Draghi, a qualcuno di
quelli che lo hanno consigliato – per gli interessi del proprio establishment –
e gli dica di fermare lo spread.
Ma, se non c’è un
governo M5S-Lega, ciò non è dovuto esclusivamente alle scelte discutibili e per
alcuni arbitrarie di Mattarella. Ci ha messo del suo: scaltramente, cinicamente, tale Matteo Salvini.
Perché
mai Matteo Salvini si è incaponito per Savona? Se
mi dicessero che una persona che ho scelto e nella quale credo non può occupare
un certo ruolo non mi arrendo. Sicuramente battaglio. Ma essendo dotata di sano
realismo, nel momento in cui mi rendo conto che non posso portare a casa 100 mi
accontento di meno, facendo presente che vanto un credito che, prima o poi,
verrò a incassare.
Mi aiuta la mia non
più verdissima età, il realismo, e la volontà di raggiungere un obiettivo in
cui credo. Caratterialmente, in questa battaglia mi verrà sicuramente voglia di
mandare a fan culo la controparte, ma poiché non perdo di vista l’obiettivo, il
vaffa arriva se penso che posso comunque farcela a spuntarla totalmente,
altrimenti....tratto, in attesa di tempi migliori.
Ciò che conta è non
perdere la guerra, non una battaglia.
E qui veniamo al
punto…
Quale era l’obiettivo di Salvini? Avrebbe potuto mollare Savona tenendosi comunque il
ministero dell’Economia, ma non lo ha fatto. E non lo ha fatto perché ha
qualcosa in comune con Renzi. Non
solo il nome di battesimo. Gli è presa l’ingordigia. Convinto che a elezioni ravvicinate sarà lui a
capitalizzare quanto è stato fatto e quanto è successo dal 4 marzo.
Salvini
può ringraziare Mattarella, Di Maio e il duo Grillo e Casaleggio
se, come sostengono ancora alcuni, sono questi due a scrivere i testi al
candidato premier del M5S.
Ma ti pare possibile
che Grillo e Casaleggio – non dico Di Maio – non si siano resi conto di
essere finiti in un vicolo cieco e in quel vicolo era Salvini a correre in un
lungo e in largo mettendo il M5S all’angolo?
Beh…se anche si
fossero accorti del giochetto di Salvini che avrebbero potuto fare. Non
potevano dimostrare all’opinione pubblica che Salvini stesse lavorando per sé.
Come avrebbero potuto giustificare agli italiani un passo indietro. Diciamo
che, sono finiti in un gioco in cui le regole erano dettate da uno più furbo di
loro. Chissà, forse neppure oggi si sono resi conto che Salvini li ha tirati
per le palle.
E questi vorrebbero governare l’Italia?
Posto che, il
governo Lega-M5S a trazione leghista mi mette i brividi anche in pieno
solleone, Mattarella ha fatto qualcosa di gravissimo, ingiustificato, perché
non vi era motivo costituzionalmente valido per opporsi a Savona.
Ha praticamente
dimostrato che non c’è voto, non c’è
governo, se questo non piace allo spread.
Ha creato una
situazione politica tale che anziché la difesa del risparmio lo sta portando
alla sua liquidazione. Se Di Maio è un infante, Salvini uno scaltro ingordo, Mattarella
si è dimostrato totalmente inadeguato nella gestione della fase finale della
nomina di governo e ministri. Ha iniziato bene ma è stato travolto dal gioco
dell’avversario. E non lo ha ancora capito. E continuerà a non capirlo finchè
riceverà i complimenti di Lucia Annunziata, dei banchieri che lo hanno
contattato e di altri consiglieri.
Detto degli errori
gravissimi di Mattarella, di qui all’impeachment ce ne
corre. Ma chi poteva tirar fuori sta cagata. Non certo il furbo Salvini. Bensì
il suo fan Di Maio. Quello che qualche giorno fa, quando era evidente anche a un
embrione di quattro settimane che Salvini stesse lavorando per le elezioni
anticipate, diceva del suo compagno di merenda: “c’è grande sinergia, è come se avessimo lavorato sempre insieme”.
E siccome quando non
si capiscono le cose elementari non si colgono neppure le “sfumature”, il trio
Di Maio, Casaleggio e Grillo non ha neppure capito che ciò che “turbava”
Mattarella era la Lega, non il M5S.
Se non lo capiranno
e se non capiranno come smarcarsi dalla Lega per non appiattirsi sui soliti
slogan che Mattarella con il suo discorso del 27 maggio gli ha posto su un
piatto d’argento, non solo non prenderanno un voto in più del 4 marzo ma ne
perderanno. Quelli che gli sono arrivati dal centro sinistra stanno già andando
in fumo.
E’ Salvini il
vincitore unico di questa partita. Ha tutte le carte in mano da giocare. E’
stato abile nel suo gioco. Sta già raccontando che sono fesserie le
affermazioni di chi sostiene che non volesse realmente il governo con il M5S.
La campagna elettorale già ripartita dimostrerà che, certo, lui vuole
governare. Altrochè. Ma da solo o, tutt’al più, con Silvio, in attesa di
collocarlo in un ospizio politico.
Vedremo se: chi
troppo vuole nulla stringe e il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Se
questi proverbi non sortiranno il loro effetto, l’Italia tornerà al
centro-destra a trazione Salvini.
A proposito. Durante
l’ultima campagna elettorale Silvio e Salvini non erano proprio sulla stessa
lunghezza d’onda in materia di Europa, euro. Ma quello di Silvio era un finto
europeismo. Dovrà convergere sulle posizioni di Salvini. E siccome il
presidente della Repubblica sarà ancora Mattarella che farà: si opporrà
nuovamente alla nomina di qualche ministro?
P.S: per quanto
trovassi più appropriato Di Battista a Di Maio, ho cambiato idea: meglio che Di
Battista faccia il papà e se ne stia in California. C’è già Di Maio a dire cagate.
Non c’è bisogno che l’amico Di Battista ne aggiunga altre.
Nessun commento:
Posta un commento