lunedì 21 ottobre 2019

Tescaroli, procuratore aggiunto di Firenze: “I limiti al cash ostacolano criminalità e corruzione”


da: Il Fatto Quotidiano - di Alessandro Mantovani

I limiti ai pagamenti in contanti e quelli della rilevanza penale dell’evasione fiscale sono stati progressivamente abbassati negli anni, poi di nuovo alzati. Oggi le forze politiche si dividono sull’opportunità di tornare a ridurli. Ne abbiamo parlato con Luca Tescaroli, procuratore aggiunto di Firenze, già pm a Roma e prima in Sicilia.

Nell’ottica del contrasto alla criminalità organizzata e al riciclaggio, ma anche all’evasione fiscale, è importante abbassare la soglia per i pagamenti cash?
E’ importante che le movimentazioni finanziarie siano tracciate. Le movimentazioni in contanti consentono dei vantaggi agli appartenenti alla criminalità organizzata, quindi la loro azione viene ostacolata dal controllo del contante, che non lascia traccia.

C’è davvero differenza tra l’a ttuale soglia di 3.000 euro e quella di 1.000 che si vorrebbe reintrodurre?
Più si riduce la soglia, maggiore è l’ostacolo che si crea. Anche questo può avere un suo significato dal punto di vista investigativo. Certo questo può creare difficoltà anche negli scambi, bisogna trovare una soglia che non comprometta gli affari leciti. Di fronte ad attività criminose in forte espansione deve prevalere l’interesse della giustizia che è un bene di natura collettiva. La scelta degli strumenti è demandata al legislatore, io posso esprimermi dal punto di vista tecnico-investigativo.

Ma la grande criminalità organizzata non prescinde ormai largamente dall’uso del contante?
La situazione è variegata. Le organizzazioni mafiose tendono ad affinare gli
strumenti e si affidano a professionisti che curano le attività di investimento anche con le tecniche avanzate offerte dalla rete. Ma ci sono attività criminali che passano per la movimentazione in contanti e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti: anche sul versante della corruzione è il modo per giustificare i trasferimenti. I contanti non vengono abbandonati, anzi si creano strumenti per generare contante ed è fondamentale consentire la tracciabilità. Sono utilizzati anche strumenti diversi, per esempio gli approvvigionamenti di armi e stupefacenti attraverso monete virtuali tipo bitcoin, acquistati con monete legali. Anche qui il problema è monitorare i flussi che nascondono significative attività di riciclaggio.

E sul versante dell’evasione fiscale è utile limitare l’uso del contante?
Purtroppo abbiamo un sistema repressivo non particolarmente efficace contro l’evasione fiscale. Negli Stati Uniti è uno dei crimini più gravi e si va in carcere. In Italia non ci sono prospettive carcerarie effettive nemmeno quando è rilevante. Se la contribuzione secondo le capacità di ciascuno è un valore di rango costituzionale si dovrebbero creare meccanismi per distogliere i consociati da quel tipo di delitto.

È l’altro tema di questi giorni: solo il carcere spaventa i grandi evasori?
Il colletto bianco pensa: cosa rischio? Oggi il rischio del carcere è molto contenuto. Il frequente ricorso ai condoni fiscali affievolisce ulteriormente la deterrenza. Se invece la violazione implica conseguenze serie, come periodi  significativi di carcerazione, le cose cambiano. D’altra parte, se confrontiamo lo Stato e il sistema mafioso la differenza è proprio la certezza della punizione: nel sistema mafioso c’è, mentre lo Stato è caratterizzato dall’assenza di certezza della punizione  Oggi noi abbiamo redditi da lavoro dipendente, spesso bassi, tassati alla fonte, mentre gli appartenenti agli strati più elevati della società beneficiano di una totale assenza di punizione. Le carceri sono prive di colletti bianchi condannati in via definitiva.

Tornando ai limiti al contante, chi è contrario invoca la privacy, osserva che i pagamenti elettronici favoriscono innanzitutto le banche, avverte che i più legati al cash sono le persone anziane e i ceti meno abbienti. Non è così?
Bisogna trovare il punto di equilibrio tra valori tutti meritevoli di attenzione. È necessaria una formazione culturale perché si abbia coscienza che si possono utilizzare sistemi di pagamento alternativi al contante. Anche per gli anziani e i meno abbienti, se si cresce con quest’abitudine diventa assolutamente normale. Favorire le banche? Non ci nascondiamo dietro un dito. C’è un sistema di criminalità molto attivo, bisogna accettare di pagare dei prezzi per realizzare un efficace contrasto. Vivere sicuri e poter svolgere le proprie attività economiche è molto importante, spesso si pensa solo alle garanzie individuali e si dimenticano quelle collettive.

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