lunedì 28 ottobre 2019

Dalla piccola Umbria un segnale chiaro: l’ammucchiata anti-Salvini non funziona


da: https://www.glistatigenerali.com - di Jacopo Tondelli 


Vittoria doveva essere, e trionfo è stato. Oppure, guardandola con gli occhi del governo, sconfitta doveva essere, e disfatta è stata.
Ora, si dirà, già si è detto: votavano poche centinaia di migliaia di persone, non è un test nazionale! C’erano delle specificità locali, degli scandali che hanno travolto la giunta di centrosinistra dopo decenni di governo, non era un test nazionale! È tutto sensato, per carità, eppure tutto incredibilmente falso, anche a fronte della proporzione della vittoria e della sconfitta, e soprattutto a fronte dell’enorme investimento dei leader nazionali che su questo “laboratorio Umbria” è stato fatto. La foto di pochi giorni fa, che ritraeva insieme Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, a far campagna elettorale, è stata la sanzione esplicita di quanto è stato detto e ripetuto molte volte da diversi leader del “nuovo” “centrosinistra”, composto da Pd e 5 Stelle, nei giorni e nelle settimane precedenti. “Bisogna lavorare a un’alleanza organica e strutturata” hanno detto uno dopo l’altro in tanti, Dario Franceschini con l’aria dello stratega di lungo corso, Nicola Zingaretti con quella di chi deve “tenere insieme tutti”, e prima per l’unità bisognava dire “mai con i 5 stelle”: e adesso, in nome dello stesso obiettivo, sembra dover dire “sempre coi 5 stelle”.

L’esperimento umbro pare sbagliato invece per due ragioni, una tattica e l’altra strategica. Quella tattica è presto detta: dopo la sconfitta umbra non ci sono “piani b”, si è sparata la “cartuccia grossa” al primo appuntamento, ed è andata come è andata. Avendo perso male insieme, sarà difficile andare insieme ai prossimi appuntamenti, ed entrambi i contraenti rischieranno di perdere separati, o di stare insieme guardandosi in cagnesco, pronti a incolparsi l’un l'altro per le prossime eventuali sconfitte.


Ma quella che più conta è la ragione strategica, non aveva bisogno di essere sancita da questa sconfitta dalle proporzioni nettissime, e ci riporta alle radici di questa strana convivenza in coalizione di governo. Un’alleanza nata senza soluzione di continuità rispetto ad anni di insulti, tra due partiti che nell’ostilità reciproca avevano una delle principali ragioni di identità e, quindi, di consenso. Una coalizione creata in una quindicina di giorni, ad agosto, per paura di trovarsi al voto e sconfitti malamente da Salvini, col vento in poppa nonostante la maldestra manovra del Papeete che aveva portato il governo Conte I a cadere. Un’accozzaglia tanto fragile da non aver potuto prescindere, come punto di equilibrio, da quello stesso primo Ministro che aveva messo firma e faccia su tutti i provvedimenti del cattivo Salvini, prima di insultarlo pubblicamente nell’aula del Senato. Cosa teneva e tiene insieme i due compagni di viaggio? Poco, e trovare tracce di un percorso comune futuro in questo passato non è facile. Basti dire – per tornare all’Umbria – che la precedente giunta di centrosinistra è stata duramente avversata dai 5 Stelle, prima di inventarsi un’alleanza col Pd per le regionali, che sono peraltro, da sempre, le elezioni più sfavorevoli ai 5 stelle.

Insomma, la piccola Umbria non è diventata sicuramente un laboratorio: non lo sarebbe stata in caso di vittoria della coalizione di governo, non lo è nemmeno in seguito a questa roboante sconfitta. E tuttavia, il segnale che arriva da Perugia e dintorni è chiarissimo, e travalica ampiamente i confini e le proporzioni della regione. Non scalfirà il percorso di sopravvivenza di questo governo, anche perché in fondo il risultato conferma le ragioni per cui questo governo è nato, ma certo vale a ricordare i principi fondamentali del fare politica: senza un rapporto vero con la società e i territori che si vogliono rappresentare le alchimie di palazzo mostrano in fretta tutti i loro limiti. Oggi succede nella piccola Umbria, domani è realistico immaginare che si salga di scala.

Nessun commento:

Posta un commento