lunedì 21 ottobre 2019

Fabbricanti d’armi: l’Italia è nella top ten mondiale


tratto dall’articolo di Nicola Borzi - Fatto Quotidiano del 21 ottobre 2019


Il riarmo globale è in piena corsa, con ritmi quali non se ne vedevano dalla fine della Guerra Fredda, e il commercio mondiale di armi lo segue a ruota. Lo conferma non solo la cronaca, con l’escalation turca contro i Curdi in Siria, ma anche i dati del Sipri, l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma che monitora il “mercato della difesa”. Anche l’Italia si è ritagliata la sua fetta di questo settore attraverso la diplomazia commerciale. Ma gli esperti temono soprattutto la diffusione delle armi robot, i cui prototipi stanno già iniziando a comparire e vengono testati su alcuni teatri di guerra, come quello siriano.

Il volume mondiale del commercio di armi, che è cresciuto del 7,8% tra i quinquenni 2009-2013 e 2014 -2018 toccando il livello più alto dalla fine della Guerra Fredda e ha proseguito il trend in costante crescita dai primi anni 2000.
Sipri stima che i traffici globali di armi siano stati pari ad almeno 95 miliardi di dollari. I cinque maggiori Paesi esportatori, nel quinquennio 2014-18, sono stati gli Usa (con il 34% de ll’export mondiale), seguiti da Russia (22%), Francia (6,7%), Germania (5,8%) e Cina (5,7%): insieme hanno realizzato il 75% dell’export globale. L’Italia si è piazzata al nono posto con il 2,5% delle esportazioni globali per 5,2 miliardi di euro, mentre la produzione ha avuto un valore pari all’1% del Pil nazionale.

Quanto ai top player del mercato mondiale, la classifica stilata da Sipri delle prime 100 società produttrici di armi e servizi militari al mondo (che non comprende quelle cinesi,
i cui dati non vengono resi noti) per il 2017, l’ultimo anno per il quale i dati sono disponibili, ha visto un aumento del fatturato globale del 2,5% rispetto al 2016 a 358,2 miliardi di euro. Nell’elenco gli Stati Uniti la fanno da padrone, con cinque società nella “top ten” e i tre gradini del podio con la prima (Lockheed Martin), seconda (Boeing) e terza (Raytheon).
Delle altre cinque aziende tra le prime dieci, una è inglese (Bae Systems), una francese (Thales), un altro è un consorzio europeo (Airbus). Al nono posto c’è l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica), che nonostante l’aumento del fatturato ha perso una posizione rispetto al 2016, e la decima è russa (Almaz-Antey).
L’unica altra azienda italiana tra le 100 multinazionali degli armamenti è Fincantieri, che nel 2017 è scesa dalla 55esima alla 58esima posizione.

Nonostante la legge 185 del 1990 che proibisce di esportare armi a Paesi in guerra o che violano i diritti umani, l’Italia continua a riarmare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti coinvolti nella guerra in Yemen costata la vita a decine di migliaia di civili, o a far produrre armi su licenza in Turchia, come gli elicotteri T129 di Leonardo per 3 miliardi di euro, o a venderle, come gli aerei ATR 72-600 in versione da trasporto o antisommergibile piazzati da Leonardo alla Marina turca.
Sempre in Turchia è presente dal 2000 Beretta che vi produce armi da fuoco leggere tramite la controllata Stoeger Silah Sanayi (ex Vursan) vendendole anche al ministero della Difesa di Ankara.
Alcune proposte di legge per stringere le maglie di questi commerci e far rispettare l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”) giacciono da mesi in Parlamento.

In corso nel mondo ci sono 55 conflitti: tutti in Africa e in Asia tranne quelli in Ucraina e Colombia. Da inizio anno solo in Afghanistan, Siria e Yemen si sono già contate oltre 80.200 vittime, in grandissima parte civili.

Il dibattito sui robot
In gergo tecnico sono indicate come LAWS, Lethal Autonomous Weapons Systems, Sistemi d’arma letali autonomi: sono le armi robot, sistemi militari terresti, navali, aerei o spaziali dotati di intelligenza artificiale in grado di muoversi, individuare possibili obiettivi, selezionarli e colpirli senza alcun intervento umano.
Alcuni di questi sistemi d’arma sono stati già progettati e ne sono state realizzati i primi prototipi sperimentali. Tra i prossimi possibili passaggi evolutivi delle guerre le armi robot sono uno degli strumenti più temuti e sono al centro di un enorme dibattito internazionale tra scienziati, attivisti, politici con gli Stati che sono divisi in due fronti: a favore le nazioni grandi produttrici mondiali di armi, contro tutte le altre.

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