mercoledì 9 ottobre 2019

Gianrico Carofiglio: La versione di Fenoglio / 5



- Come hai fatto? - mi chiese il capitano mentre ero in piedi davanti alla sua scrivania. Mi ero preparato la risposta. Me l’ero preparata e me l’ero ripetuta più volte, per raccontarla in modo convincente.
- Un confidente, signor capitano.
- Un confidente, eh? Da quanto tempo sei nell’Arma?
- Quasi due anni.
- Quasi due anni incluso il corso?
- Signorsì.
- E insomma hai ancora la bocca sporca di latte e hai già i confidenti. Va bene, vai avanti. Che ti ha detto questo tuo misterioso confidente?
- Mi ha detto che sapeva chi era stato e mi ha detto che mi avrebbe portato dalla persona. Ha messo come condizione che fossi solo io. Non sapevo che fare, non riuscivo a capire se era una cosa seria o no. Così mi sono detto che sarei andato a vedere di che si trattava e, se davvero c’era qualcosa su cui lavorare, vi avrei chiamato.
- E come mai non l’hai fatto?
- Signor capitano, quando ho bussato e mi sono qualificato lui è crollato immediatamente. Ha detto qualcosa del tipo: «Come siete riusciti a trovarmi così presto?»
L’ufficiale mi guardò con espressione stupefatta. Non poteva credere all’esibizione di faccia tosta che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
- Ti chiami Pietro Fenoglio, giusto?
- Signorsì.
- Quanti anni hai?
- Ventitré, signor capitano

- Quindi, vicebrigadiere Fenoglio Pietro, di anni ventitré, tu pensi che io creda a questa storia?
- Non saprei, signor capitano.
- Tu al mio posto ci crederesti?
- Francamente no.
- E allora perché me l’hai raccontata?
- Perché è vera, signor capitano.
Si schiarì la gola in un modo che mi parve minaccioso, ma invece di parlare tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto di Muratti e se ne accese una. Mosse un po’ la testa, come ad accompagnare qualche battuta di un soliloquio interiore, e parlò ad alta voce dopo aver fumato metà di quella sigaretta.
- Fenoglio. C’è una cosa che voglio dirti perché tu non ti convinca di essere troppo più furbo degli altri.
Aspettò qualche secondo per assicurarsi che non avessi osservazioni e riprese:
- Sono sicuro che non c’è nessun confidente. Sono sicuro che sul posto c’era qualcosa di cui ti sei accorto e quei coglioni dei miei no. Probabilmente sei stato bravo, ma di certo hai avuto culo. Non pensare che lo avrai sempre, il culo. Se le cose vanno bene ti viene perdonato anche di essere lo stronzetto presuntuoso che evidentemente sei. Se le cose vanno male, e prima o poi capita, tutti non vedranno l’ora di fartela pagare. E’ stato un ragionamento chiaro?
- Sì, signor capitano.
Fece un gesto spazientito. Non gli avevo dato soddisfazione e questo lo infastidiva, quasi il fatto di non aver capito cosa era successo davvero.
- Va bene, ora sparisci. Dalla prossima settimana lavori qui al nucleo operativo. Prega che non mi debba pentire.

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