venerdì 4 ottobre 2019

Conte e l’uso dei Servizi Segreti: così si spiega l’endorsement di Trump per Giuseppi..


da: https://www.lettera43.it - di Carlo Panella

Conte ci ha trascinati nel Russiagate (e non poteva farlo)
La decisione di aiutare Trump sul caso Mifsud è clamorosa. Anche perché frutto non di una scelta collegiale, ma di un'assunzione di potere personale da parte del premier. Che concentra su di sé la Delega di controllo sui servizi.


Finalmente si svela il piccolo mistero dell’entusiasta tweet agostano di Donald Trump in favore dell’amico “Giuseppi” Conte. Per settimane ci si è interrogati sulle ragioni di questo endorsement, perché nulla nella politica estera italiana giustificava tanto entusiasmo (men che meno le incaute aperture alla Cina del governo presieduto da Conte).

In realtà, il presidente americano era ed è entusiasta del pieno assenso che Conte ha con tutta evidenza dato ad agosto –in piena crisi di governo– alla richiesta del ministro della Giustizia Usa William Barr di fare indagare i servizi segreti italiani sul Russiagate. Richiesta scabrosa e assenso ancor più scabroso. In particolare, Barr ha chiesto a Conte di fare indagare i nostri servizi sulla sorte di Joseph Mifsud, legato agli ambienti della Link University che – secondo George Papadopulos, già consulente di Trump- farebbe parte di un “complotto”, pare dei governi occidentali, per colpire Trump col Russiagate. Sempre secondo Papadopulos, Mifsud avrebbe sostenuto di essere in contatto con ambienti moscoviti che disponevano di «materiale compromettente su Hillary Clinton».

UNA DECISIONE MONOCRATICA DI CONTE
Mifsud, questo è il centro dell’enigma sul quale fare indagare i nostri servizi, si è letteralmente volatilizzato nel 2017, ma secondo un’inchiesta pubblicata da Il Foglio a firma di Luciano Capone, si sarebbe nascosto quantomeno sino al 2018 in un appartamento di proprietà della stessa Link Campus. “Giuseppi”, nonostante il caos politico agostano, ha dato tutta la sua collaborazione alle richieste di Barr tanto che risulta ora che sia il Dis, che l’Aisi e l’Aise hanno indagato sulla strana sorte di Mifsud. Insomma, il governo italiano per decisione monocratica di Conte è entrato a piedi uniti nella bolgia del Russiagate e ha compiuto la scabrosa scelta di ordinare ai propri servizi di aiutare l’Amministrazione Trump sul tema.

Questa è la notizia, ed è clamorosa. Lo è in sé stessa e lo è ancora di più perché è palesemente frutto non di una scelta collegiale, ma di una assunzione di potere personale da parte dello stesso Conte, che concentra su di sé anche la Delega di controllo sui servizi. Una concentrazione di potere illegittima, peraltro, perché la legge di riforma dei servizi dell’agosto 2007 prevede specificamente che l’Autorità delegata per la sicurezza non può assolutamente essere gestita da chi ricopre altri incarichi di governo. Si vedrà ora quale seguito avranno le indagini sulla sorte di Mifsud e quali e quanti miasmi verranno fuori anche in Italia dalla sentina del Russiagate nella fase nella quale sciaguratamente i democratici americani hanno deciso di seguire la strada dell’impeachement di Trump. Impeachement di pura bandiera, che non si concretizzerà mai perché è semplicemente impossibile che ottenga i due terzi del voto del Senato, con la piena complicità dunque dei senatori repubblicani. Resta il fatto che il governo italiano - anzi, il premier italiano - ha deciso di coinvolgere i nostri servizi e le nostre istituzioni in quella bolgia. Scelta sconcertante.

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