da: Domani – di Francesca Lupo
Gli obiettivi di Figliuolo a marzo si riferivano all’intera popolazione, oggi il governo conta solo gli over 12. Una discrepanza da 5 milioni di persone
«Verso la fine di settembre sarà vaccinato l’80 per cento della popolazione». Così il premier Mario Draghi ha detto durante la conferenza stampa di giovedì. Il dato si riferisce al “traguardo” che il generale Francesco Paolo Figliuolo aveva annunciato durante la descrizione del piano vaccinale nello scorso marzo. Alle commissioni Affari sociali riunite di Senato e Camera, Figliuolo aveva annunciato che l’obiettivo della campagna era di «conseguire la vaccinazione dell’80 per cento della popolazione entro il 30 settembre di questo anno». Ma nei numeri, come ha notato Natascia Ronchetti sul Fatto Quotidiano ieri, c’è un trucco.
Perché 80 per cento
Il motivo per cui si sente spesso parlare del traguardo dell’80 per cento della popolazione vaccinata è perché è la percentuale con cui si pensa si potrebbe arrivare all’immunità di gregge. Per immunità di gregge si intende il raggiungimento di un livello di individui immuni (con passata infezione o grazie a vaccino) tale per cui l’indice di riproduzione effettiva Rt scende al di sotto di 1, e quindi il numero di nuovi contagi continua a diminuire.
Non esiste una soglia precisa oltre la quale si ottiene l’immunità di gregge, ma secondo alcuni studi dovrebbe essere intorno al raggiungimento del 60-80 per cento della popolazione vaccinata.
Il cambio di denominatore
Secondo i dati pubblicati sul sito ufficiale della presidenza del Consiglio, al 3 settembre erano state somministrate 78.497.024 dosi di vaccino per un totale di 38.284.063 di persone che hanno completato l’intero ciclo di vaccinazione.
Secondo i dati ufficiali, il 70,88 per cento della popolazione con più di 12 anni è vaccinata. Questo è il dato che dà fiducia al governo: manca solo il 10 per cento. Il problema però è che questa percentuale (il 70,88 per cento) è riferita a una platea più piccola rispetto a quella della popolazione complessiva italiana: come specificato sullo stesso report quotidiano, la percentuale è calcolata solo sulla popolazione italiana con più di 12 anni, cioè circa 53,3 milioni di persone.
Il raggiungimento dell’immunità di gregge invece si ha quando l’80 per cento di tutta la popolazione sarà coperta dal vaccino. Bisogna quindi calcolare anche chi ha meno di 12 anni, circa ulteriori 5 milioni di italiani. Se si considera dunque l’intera popolazione, la percentuale di vaccinati è pari a circa 63 per cento.
Per raggiungere l’80 per cento desiderato è quindi necessario che completino il ciclo vaccinale un ulteriore 17 per cento di italiani, circa 10 milioni di persone.
Variabili
In Italia, dunque, il 63 per cento della popolazione è vaccinata con due dosi. Un dato simile al valore registrato in Francia e Germania, ma più basso di Spagna e Portogallo. L’immunità di gregge resta il traguardo da raggiungere per sconfiggere la pandemia, ma non è un numero così semplice da superare.
Come
ha recentemente sottolineato la rivista scientifica Nature, è complicato
raggiungere l’immunità di gregge. Le principali problematiche sono legate al
tempo, alla distribuzione dei vaccini e all’insorgere di varianti. Non sappiamo
quindi con certezza quando e come ci si arriverà. Di certo citare numeri
sbagliati per far credere di essere più vicini al traguardo non farà
finire la pandemia prima.
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