sabato 18 settembre 2021

Barbara Palombelli, il femminicidio e cosa è davvero esasperante

 


da: https://www.huffingtonpost.it/ - di Manginobrioches

In poche parole concentra alcune cose che chi si occupa davvero di violenza di genere e femminicidio combatte da sempre

Fa davvero impressione che in un Paese in cui ci sono stati sette femminicidi in dieci giorni non si parli soprattutto e anzitutto di questo, ma che la ribalta oggi sia tenuta (persino, nella TT di Twitter e in generale sui social, scavalcando le risse sul green pass) da Barbara Palombelli e l’imbarazzante estratto video della sua trasmissione su Rete4, “Lo sportello di Forum”. È un estratto breve, perché, ahinoi, in pochissimo sono concentrate (nei virgolettati sono riportate esattamente le parole pronunciate dalla Palombelli) alcune delle cose che chi si occupa davvero di violenza di genere e femminicidio combatte semplicemente da sempre.

“Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini”.

Presumibilmente? Delle sette donne – Ada, Angelica, Sonia, Chiara, Giuseppina, Rita, Alessandra – tutte sono state uccise da un uomo, in cinque casi il marito o compagno o l’ex, in un caso un vicino di casa, in un caso un conoscente. Non è stato suicidio, non sono state folgorate da un fulmine, non sono cadute dalle scale. Quel “presumibilmente” potrebbe avere un senso se non sapessimo nulla di quei delitti, se tutte quelle donne fossero state trovate

morte in circostanze oscure. Ahinoi, non è così. È ovvio che non c’è ancora una storia processuale, una condanna dei responsabili, ma tanto non basta, non in questi casi, nemmeno da parte del più cauto dei cronisti, a tirare fuori un “presumibilmente”.

“A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte?”.

È una domanda sbagliata in tutti i sensi possibili, e non soltanto nella sua parte più estrema e orripilante, ovvero quando suggerisce che “dall’altra parte”, ovvero dalla parte delle vittime – ricordiamo che stiamo parlando di donne assassinate (quattro a coltellate, due a pistolettate, una picchiata e soffocata) – potesse esserci stato “un comportamento esasperante o aggressivo”, quasi come se l’esplosione di violenza nei loro confronti potesse avere una qualche forma di giustificazione. Questa domanda è profondamente sbagliata anche nella prima parte, quando suggerisce che, anche senza la “provocazione esasperante e aggressiva” delle vittime, gli aggressori omicidi fossero “completamente fuori di testa, completamente obnubilati”, di fatto riproponendo la sempiterna narrazione del “raptus di follia”, del temporaneo accecamento in persone altrimenti inoffensive. Dunque, o il raptus o l’esasperazione. In ogni caso, uno sgravamento di responsabilità del tutto inaccettabile.

″È una domanda, dobbiamo farcela per forza, perché dobbiamo, in questa sede, soprattutto in un tribunale, bisogna esaminare tutte le ipotesi”.

Questa è la chicca. Pure se Forum è in effetti un programma in cui ci sono “casi” risolti da lodi arbitrali (come quello in esame quel giorno), nel momento in cui vengono chiamati in causa – senza un nesso che non sia la famosa “rabbia” – i femminicidi, passa l’idea surrettizia che, dal momento che si tratta di “un tribunale”, tutte le ipotesi attorno a un fatto (anche un fatto violento, anzi sette fatti, che nulla hanno a che vedere col caso in questione) si equivalgano. Anche quella dell’ “esasperazione” per aggressività. Anche quella del “raptus di follia”.

Un’idea della tv come luogo neutro del confronto tra parti che si equivalgono – quali che siano i fatti, i dati, le premesse e chi li espone – che sta facendo guasti e danni incalcolabili.

“Qui parliamo però della rabbia tra marito e moglie”.

Questa frase era la premessa di tutto, perché il caso effettivamente trattato in quella puntata non era di cronaca nera, anzi la donna, che chiedeva la separazione con addebito per violenze e umiliazioni nel corso degli anni, aveva perso la causa intentata contro il marito. Peccato che questa frase sia premessa alle successive sui sette femminicidi e sulle provocazioni da “esasperazione”. E allora la rabbia “tra” coniugi adombra – molto oltre il caso specifico, che non ha proprio nulla a che fare coi femminicidi, anzi questo accostamento pare del tutto incongruo (non vogliamo pensare a una malizia, nel presentare, nei giorni in cui in Italia si registra un picco di femminicidi, un caso in cui quella “rabbiosa” sembra essere la donna...) - un presumibile pregresso di liti e provocazioni reciproche, una distribuzione fifty-fifty di colpe e responsabilità nel deterioramento di un rapporto.

Sì, tutto ciò è davvero esasperante.

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