Il Green Pass è – di fatto – un modo indiretto di obbligo vaccinale.
Discutibile che si ricorra a una forma indiretta piuttosto che a quella diretta. Idiota che si parli di obbligo vaccinale senza specificare come andrebbe gestito.
Che piaccia o no il Green Pass, che si preferisca l'obbligo vaccinale, una cosa è certa: i ristoratori, gli esercenti di ristoranti e bar raramente verificano la presenza del Green Pass. Ergo: quest'obbligo di presentare tale certificato diventa pericoloso perché, in assenza di verifiche, c'è chi si siede o si siederà all'interno di un ristorante, di un bar, senza che prima abbia ricevuto le due dosi di vaccino. E questo espone a rischio chi gli sta vicino, ignaro che il suddetto sia il solito furbetto.
A me che stavo esibendo il Green Pass una giovane cameriera ha detto: non è necessario,
se vengono dei controlli, lo chiedono loro. Non sapeva che, in assenza di Green Pass, oltre a me sarebbe stata multata pure lei. Oppure, lo sapeva ma contava sul fatto che controlli non si sono. E i controlli non hanno senso se non sono improvvisi e capillari.
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