da: https://www.ansa.it/
Ira
di commercianti e dei presidenti delle due regioni
La Lombardia da oggi torna arancione, dopo
essere stata una settimana rossa per errore. Ed è su quell'errore che si è
consumato lo scontro politico e non solo, con i commercianti che ora minacciano
una class action per i danni immotivati che hanno subito. Il nodo è: di
chi è la colpa se la Regione il 16 gennaio, pieno periodo di saldi, è finita in
zona rossa anche se non doveva? Errore nei numeri della Regione o nel calcolo
della Cabina di regia e del Ministero? Nell'ordinanza firmata per riportare la
Lombardia in zona arancione, il ministro della Salute Roberto Speranza ha messo
nero su bianco che la decisione è stata presa sulla base dei dati
"rettificati" dalla Lombardia.
Il governatore Attilio Fontana ha invece ribadito che il Pirellone
non ha "mai sbagliato a dare i dati e non li ha mai
rettificati", ha solo valorizzato alcuni dati "su richiesta
dell'Istituto Superiore di Sanità".
E anzi, ha annunciato che il ricorso presentato nei giorni scorsi contro la zona rossa al Tar del Lazio andrà avanti, con l'impugnazione anche dell'ultima ordinanza di Speranza e dei verbali del Cts e della cabina di regia in cui si parla di una rettifica.
"Buttare in rissa la questione dell'Rt
lombardo certamente contribuisce a non fare emergere la verità. E i cittadini
lombardi, questa volta più che mai hanno il diritto di sapere come stanno le
cose". Per tanto "la cosa più semplice per chiudere la questione è
che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Il calcolo dell'Rt è un
fatto eminentemente tecnico, non politico!" Lo scrive il sindaco di Milano
Beppe Sala sulla sua pagina Instagram, commentando la questione.
Fontana intanto ha annunciato che alla
prossima seduta della conferenza Stati-Regioni chiederà "al governo che
nell'ambito del prossimo scostamento autorizzato dal Parlamento venga inserita
esplicitamente una somma che equivale a quello che è stato il danno che le
nostre categorie hanno subito".
Sono 14 a questo punto le Regioni in area
arancione. Con una ordinanza il ministro della Salute Speranza conferma in area
arancione Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Restano in questa fascia anche:
Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia,
Umbria e Valle d'Aosta. Con le ultime ordinanze firmate oggi sono, inoltre,
entrate in fascia arancione anche la Sardegna e la Lombardia, che prima erano
rispettivamente in fascia gialla e rossa.
A criticare le decisioni sulle zone non è solo la Lombardia, che ora si prepara a riaprire con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha firmato un'ordinanza per scaglionare gli orari mattutini con l'apertura dei negozi non alimentari posticipata alle 10.15. Contro il passaggio in arancione ha tuonato anche il presidente della Sardegna Christian Solinas, che chiede una rettifica altrimenti, ha spiegato, "tuteleremo le ragioni della Sardegna in altre sedi". La Provincia autonoma di Bolzano invece continua ad esercitare le sue prerogative: aperti negozi e bar anche se è in zona rossa, ormai solo con la Sicilia.
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