Lo scetticismo sul Mes
Per capire cos’è il Meccanismo europeo di stabilità occorre fare un passo indietro. Noteremo, guardando alle tappe del Mes e partendo dai fatti, dai numeri e dai dati, che tutte le fazioni hanno un po’ di ragione e una fetta di torto. Facciamo quindi parlare gli scripta che, anche in questo mondo social, manent, staccandoci dal partitismo e dall’ideologia politica. Ma soprattutto, visto che viviamo un momento di crisi senza precedenti, proviamo a non strumentalizzare.
In Italia, l’ok dell’Aula al Meccanismo europeo di stabilità è arrivato nel 2012 con il governo Monti. Ma a preparare il terreno al Fondo Salva Stati fu il governo Berlusconi nel 2011 (governo sostenuto dalla Lega, di cui Salvini all’epoca era europarlamentare, e di cui l’attuale leader di Fratelli d’Italia Meloni faceva parte).
Per la precisione l’atto formale di nascita del Mes risale alla riunione dei ministri finanziari dell’Ue, presente per noi Giulio Tremonti, l’11 luglio 2011, ed è confermato dal Consiglio Ue del 27 luglio, alla presenza di Berlusconi. Non si riscontra alcuna rimostranza, né da parte dei membri del governo né dall’opposizione. Il Consiglio dei ministri del governo Berlusconi che si riunisce a Palazzo Chigi il 3 agosto 2011, tre mesi prima delle dimissioni e ad appena due giorni dalla lettera congiunta del presidente uscente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet e di quello in pectore Mario Draghi (con la quale indicarono all’Italia una serie di misure urgenti per superare la crisi), approverà, su proposta del ministro degli Esteri Franco Frattini, il disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione della «decisione del Consiglio europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità (il Mes appunto o Esm, dall’inglese European Stability Mechanism) nei paesi in cui la moneta è l’euro» si legge nel comunicato stampa diffuso quel giorno da Palazzo Chigi. È questo il momento in cui si approva il Mes, che verrà definito poi nel febbraio 2012 e su cui si è discusso per gran parte di questo 2020.
Molti lettori si sono chiesti, nelle mie pagine social: ma il Mes del 2011 (Berlusconi) era lo stesso del 2012 (Monti) oppure nel 2012 le condizionalità erano «alla greca»?
Anche qui parlano i dati. Quando vi fu il primo intervento in Grecia, il Mes non c’era ancora. Il Mes è stato utilizzato per il secondo intervento. Ci sono economisti come l’ex ministro delle Finanze greco Varoufakis che ritengono che il Mes sia stato la rovina della Grecia, altri che affermano come senza quel prestito la Grecia sarebbe saltata gambe all’aria e con lei la zona Euro. La condizionalità c’è sempre stata, sempre. Ovviamente i dettagli sono andati evolvendo (a me sembra tutto molto più trasparente di prima, anche se qualche sforzo da questo punto di vista dovrebbe essere ancora fatto) ma il principio di fondo è sempre lo stesso ed è semplice.
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