da: https://www.nextquotidiano.it/ - di Elio Truzzolillo
La mia personale considerazione del
presidente del Consiglio è molto bassa e non l’ho mai nascosto. Altrettanto
bassa è quella della classe giornalistica italiana. Tuttavia assistere a un
singolo episodio in cui entrambe le mie opinioni vengono contemporaneamente
confermate non è un fatto che capiti molto spesso.
Ieri sera stavo assistendo alla conferenza
stampa finale di quell’inutile passerella politica che risponde all’ambizioso
nome di Stati Generali. Il presidente del consiglio, parlando dei progetti finalizzati
all’inclusione di genere, nomina un non meglio identificato voucher da 500 euro
per le aspiranti donne manager. Riportiamo le esatte parole di Conte (dal
minuto 10:40 circa):
“Un voucher di 500 euro per tre anni per le
donne manager, per le donne che aspirano a diventare manager”.
La cosa mi pare subito priva di qualunque
senso logico. Come si identifica una
donna aspirante manager? Si fa un’auto
certificazione in cui si dichiara solennemente che si vuole diventare
manager? Lo dichiara la società per cui si lavora? E a che servirebbero questi 500 euro? Sarebbero un incoraggiamento?
E se poi una donna non riesce a diventare manager restituisce i soldi? Che cosa
è esattamente un manager giuridicamente? I 500 euro
sono al mese, all’anno o per il triennio? Per fortuna abbiamo un presidente del consiglio avvocato che dovrebbe esporre con un certo rigore le sue strabilianti proposte.
sono al mese, all’anno o per il triennio? Per fortuna abbiamo un presidente del consiglio avvocato che dovrebbe esporre con un certo rigore le sue strabilianti proposte.
Mi ripeto di stare calmo, in fondo si
tratta di una conferenza stampa in cui sono presenti giornalisti che
rappresentano il gotha delle testate
italiane (Tg1, Tg2, Tg5, Skytg24, ANSA, Adnkronos, Huffington Post, ecc. ecc.),
ci penseranno loro a fare luce su quella che sembra una follia senza senso. E
invece… invece si susseguono ben 10 (dieci) giornalisti che fanno la loro domandina
preparata a casa completamente incuranti di quello che avevano appena sentito.
Per nessuno dei presenti lo stravagante e oscuro annuncio del presidente ha
suscitato un dubbio, una curiosità, un’esigenza di approfondimenti, un
desiderio di saperne di più, un fottuto afflato di chiarezza, nulla di nulla.
Mentre mi balena l’idea di chiamare mia madre per farle firmare
un’autocertificazione in cui attesta di volere diventare donna-manager (500
euro regalati fanno sempre comodo in famiglia), aspetto che le agenzie e i
giornali riportino la notizia sul web per capirci qualcosa di più. E qui mi
cadono le braccia davvero: tutti (almeno quelli che ho letto) riportano la cosa
pedissequamente, con indifferenza notarile, come se fosse un provvedimento
chiaro, cristallino e scontato. E allora ripenso a tutte quelle balle che mi
sentivo dire quando da giovanissimo mi baloccavo con l’idea di diventare un
giornalista: “Il giornalista deve essere curioso” mi dicevano, “Non deve
accontentarsi della versione che gli raccontano, deve pungolare
l’interlocutore, deve porsi delle domande, deve avere spirito critico, deve
segnalare al lettore gli aspetti non chiari” e bla bla bla.
Verrà fuori più tardi che in realtà si
trattava di un progetto della Business School per elargire a 500 donne ogni
anno un Mba Executive (un master) del valore di 35.000 euro. Si tratta di una
proposta che può piacere o non piacere ma che è sicuramente chiara nei suoi
aspetti essenziali. Adesso, però, non mi spiegate che Conte si è confuso, ha
detto una cosa completamente diversa non giustificabile con un semplice lapsus.
Un lapsus si ha quando si dice “milioni” al posto di “miliardi”, quando si
sbaglia il nome di una persona o di una città, quando si invertono termini di
un discorso (per esempio se avesse detto che si daranno a 35.000 donne 500 euro
per fare un Mba). Non è un lapsus se si sconvolge completamente il senso logico
di un concetto. A mio parere Conte, oberato dagli impegni, non ha semplicemente
capito la proposta che gli è stata ripotata e non si è reso conto che quello
che credeva di aver capito non aveva senso.
Date queste premesse possiamo quindi
affermare:
1. Che
Conte non ha nessuna progettualità e
capacità critica autonome, si limita a fare appello alla pancia delle persone
selezionando termini pittoreschi come “inclusione”, “interlocuzione”,
“solidarietà”, “svolta”, ecc. ecc.
2.
Che i giornalisti non prestano
attenzione a quello che Conte dice nelle conferenze stampa, parzialmente
scusati dal suo stile prolisso, retorico, inconcludente, fatto di semantiche
suggestive più che di concetti precisi, chiari e spiegati in modo rigoroso.
3.
Che grazie al combinato disposto dei
primi due punti, Conte avrebbe potuto tranquillamente parlare della
necessità di introdurre l’aborto obbligatorio nelle province più colpite
dall’epidemia di Covid-19 e nessuno dei giornalisti
presenti avrebbe battuto ciglio.
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