Offensiva
di Assad nel Nord della Siria: morti 33 militari turchi. Un milione di
sfollati. Gommoni verso la Grecia
BEIRUT. La guerra a bassa intensità
fra Turchia e Siria si trasforma in un conflitto aperto, con centinaia di
soldati morti e decine di carri armati e pezzi di artiglieria distrutti. E le
conseguenze si riversano sull’Europa perché, dopo aver perso 33 soldati in solo
raid dell’aviazione di Damasco, e 56 in meno di un mese, Recep Tayyip Erdogan
allenta i controlli alle frontiere e minaccia Bruxelles con un fiume di
rifugiati siriani, come nel 2015, quando un milione di persone si riversò sulle
coste della Grecia.
Un assaggio si è già visto ieri, con alcuni
gommoni carichi di profughi diretti verso le isole dell’Egeo. Il riesplodere
della crisi è dovuto anche alla difficile posizione della Turchia sul fronte
siriano. Ha promesso agli alleati ribelli di riconquistare i territori perduti
negli ultimi due mesi, e di spingere la linea di demarcazione con il regime a
dov’era prima, in base agli accordi di Astana di fine 2018. Ma si trova di
fronte, oltre all’esercito governativo di Bashar al-Assad, anche l’aviazione e
le forze speciali russe, impegnate in una campagna di annientamento dei gruppi
di opposizione, soprattutto jihadisti, che hanno nella provincia di Idlib la
loro ultima roccaforte.
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