Disabili,
a Milano il mezzo pubblico è un’incognita. “Vuole usare la metro? Chiami
mezz’ora prima”
Per
essere certi del funzionamento di montascale e pedane bisogna chiedere ad
Atm poco prima di partire. E nell'interscambio del passante a Porta Venezia
(gestito da Trenord) ascensore fermo da 20 giorni: disservizio non segnalato
di Renato
La Cara
Impossibile essere sicuri di poter
viaggiare in metropolitanaprogrammando in anticipo gli spostamenti con
la carrozzina. Per sapere se si riuscirà ad arrivare a destinazione
bisogna aspettare il giorno stesso del viaggio e telefonare all‘Atm mezz’ora
prima di uscire di casa. Solo in quel momento è possibile accertarsi che sia
tutto funzionante: ascensori, montascale, sollevatori, pedane.
E che ci sia un operatore per l’assistenza. Ecco uno dei principali problemi
incontrati dalle persone con disabilità motoria che viaggiano
sui mezzi pubblici di Milano. Così, ad esempio, un ragazzo disabile che
deve spostarsi per partecipare ad una gita di istruzione non ha la certezza di
riuscire a prendere la metro insieme alla propria classe. E’ vincolato ad una
telefonata last minute di verifica dell’effettiva accessibilità della fermata
di partenza e di quella di destinazione.
“Senza una telefonata da fare poche decine
di minuti prima di partire – spiega a Ilfattoquotidiano.it l’ufficio
infoline di Atm che si occupa delle informazioni e supporto al trasporto
pubblico dei passeggeri con disabilità – si rischia di trovare qualche disservizioe
di non potersi spostare liberamente”.
“La mobilità per tutti non è sempre
garantita e i disagi sia sui mezzi di superficie, come tram e autobus,
sia in metropolitana sono molteplici e diversi. Negli ultimi anni la situazione
è abbastanza migliorata ma quando devo prendere la metro è sempre una
incognita”, racconta Mohammed Baidi, italo-marocchino che vive in
carrozzina e usa tutte le settimane i mezzi pubblici per spostarsi in città.
“Devo sempre accertarmi che sia tutto a posto, telefonando all’ufficio o
rivolgendomi direttamente al personale nel gabbiotto, quando è presente.
Purtroppo sono ancora troppe le fermate della metro non accessibili alle
carrozzine e questo ci limita moltissimo negli spostamenti. Ad esempio, ogni
volta che prendo la M5 (Linea lilla) – aggiunge il ragazzo – mi trovo in
difficoltà perché non ci sono quasi mai operatori alla fermata a cui posso
rivolgermi e chiedere aiuto, dato che è tutto automatizzato. Mi è capitato
più di una volta di dover aspettare molto tempo prima di trovare qualcuno che
mi accompagnasse fino alla banchina, vivendo una situazione di smarrimento assoluto”.
In generale, per le persone con disabilità
ci sono norme nazionali che stabiliscono agevolazioni per usufruire
del servizio di trasporto pubblico. Biglietti e abbonamenti a
condizioni particolari sono previsti a livello locale, visto che sono poi le
singole Regioni o Comuni a stabilire condizioni e entità delle tariffe. Ad
esempio, i residenti con disabilità in Lombardia possono usufruire anche di un abbonamento annuale, Io viaggio Agevolata,
dedicato ai disabili con percentuali variabili di invalidità accertata e a
certe condizioni ISEE. Questa carta rilasciata dalla Regione consente di
viaggiare su tutta la rete lombarda di trasporto pubblico (autobus urbani e
interurbani, tram, metropolitana, treni suburbani e regionali in seconda
classe, funivie, funicolari, servizi di navigazione del
lago d’Iseo) a tariffe speciali che vanno dai 10 euro agli 80 euro annui.
Il problema, comunque, non è solo quanto si
paga ma come riuscire a usare effettivamente i mezzi pubblici, cioè il diritto
alla mobilità per tutti. Il percorso a ostacoli per le persone diversamente
abili è lungo. Un altro problema diffuso è il disservizio provocato
dall’impossibilità di usare gli ascensori-elevatori che portano le
persone in carrozzina dalla strada al binario di riferimento. In particolare Ilfattoquotidiano.it ha
verificato che non è attivo l’ascensore della stazione del passante
ferroviario di Porta Venezia di Trenord, inutilizzabile da oltre 20
giorni. “Si tratta di un guasto importante, una grave anomalia di funzionamento
che stiamo sistemando – spiega un addetto al servizio disabili di Trenord –
Siamo consapevoli del disservizio e abbiamo riposto massima attenzione al
disagio, che risolveremo il più presto possibile”. Sul posto, però, non si
trovi nessun operatore a cui chiedere informazioni, né un cartello con indicata
la data di inizio e fine lavori.
“Non è la prima volta che accade in una
stazione del passante ferroviario – dice al Fatto.it Francesco, 45
anni, che ogni giorno con la sua carrozzina utilizza i mezzi pubblici – Già a
novembre dell’anno scorso ho riscontrato lo stesso problema, questa volta alla
fermata di Porta Vittoria: ascensore guasto ma nessuna comunicazione al
riguardo e assoluta mancanza di assistenza sul posto. Il disservizio è durato
per quasi tre mesi, così ogni giorno per 90 giorni sono stato obbligato per
andare al lavoro a scendere alla fermata successiva di Dateo. Capisco che
ci possano essere dei guasti o dei lavori di manutenzione agli ascensori ma
sarebbe corretto almeno mettere dei cartelli informativi”.
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