Giorgio
Maria Calori, l’ortopedico arrestato per le tangenti nella sanità: un
carrierista ossessionato dal lusso
È
al Pini dall’87. Un collega coinvolto nell’inchiesta: «Lui è un delinquente
vero». Dopo aver acquistato una casa signorile, a corto di soldi aveva con
insistenza chiesto un prestito di 150 mila euro al socio in affari Tommaso Brenicci
di
Sara Bettoni
I colleghi lo definiscono in coro un
«numero uno» professionalmente e altrettanto concordi sono i giudizi a livello
umano. Al Pini, nelle ore immediatamente successive agli arresti, ricordano
come nei corridoi si parlasse da tempo delle ambizioni di guadagno del medico,
il quale non faceva proprio «nulla per nascondersi». Questo ritratto coincide
con la definizione degli investigatori che hanno parlato senza mezzi termini di
«cupidigia».
Lui è Giorgio Maria Calori.
Ha costruito la carriera proprio al Pini a partire dal 1987. Nel 2009 il
primario 61enne ha assunto la guida
del reparto di Chirurgia ortopedica
riparativa. Come emerge sia dai racconti dei collaboratori dell’ospedale
sia dalle intercettazioni, è un uomo ossessionato
dall’amore per il lusso e di conseguenza dalla continua ricerca di denaro
per sostenere spese importanti. Dopo aver acquistato una casa signorile, a
corto di soldi aveva con insistenza chiesto un prestito di 150 mila euro al
socio in affari Tommaso Brenicci, l’imprenditore a sua volta in manette. Il bisogno di denaro ha generato nel
primario «l’inclinazione a operare come
fonte di guadagno» anche quando non strettamente necessario.
Calori
è un «delinquente vero», secondo le parole (intercettate) del collega Carmine
Cucciniello. Non fosse che il 61enne Cucciniello è ugualmente finito in manette: gli
ultimi trent’anni trascorsi nelle corsie del Pini, è direttore di Ortopedia traumatologica correttiva. All’indomani
dell’arresto di Norberto Confalonieri aveva preso il suo posto. «I nostri pazienti
devono sentire la continuità — dichiarò Cucciniello a Porta a Porta nel marzo
del 2017 — nello spirito di servizio che sempre mi anima».
Terza «figura chiave» è Paola Navone, 59 anni, appassionata di
corsa e maratoneta nel tempo libero. Dopo i primi passi al San Raffaele, ha
ricoperto incarichi dirigenziali
nell’Asl fino alla nomina a direttore sanitario del Pini. Nel 2007 è stata sfiorata da un’inchiesta per truffe nei rimborsi. L’anno scorso,
dopo quell’ennesimo scandalo legato a Confalonieri, aveva giurato ai giornalisti che nell’ospedale «ciascuno viene monitorato» e
che «il sistema anticorruzione sarà attivato da noi al più presto». Gli
ultimi due in manette sono il 54enne Carlo Luca Romanò, riconosciuto come un
«professionista esemplare» nel trattamento delle infezioni osteoarticolari, e
il 55enne Lorenzo Drago, che è anche professore associato al corso di
Microbiologia all’università Statale di Milano. «Una persona amabile e
generosa. Il suo arresto ci ferisce ancora di più».
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