Sabato scorso cinque agenti della Polizia
doganale francese sono entrati nei locali di un centro migranti a Bardonecchia per
far fare il test dell’urina a un nigeriano che sospettavano fosse uno
spacciatore.
E’ scoppiato un caso diplomatico tra Italia
e Francia. Quest’ultima sostiene che ha agito in virtù di un accordo tra i due
paesi. Sarà pur vero. Ma è altrettanto vero che i francesi hanno “atteggiamenti”
a dir poco arroganti nei confronti di noi italiani. Si ritengono superiori ed è
quindi non difficile immaginare con quale “grinta” abbiano varcato il suo
italiano a caccia dell’urina di un nigeriano.
Ma la Francia è in prima pagina anche per
un’altra notizia. Da ieri sono iniziati gli scioperi dei lavoratori ferroviari contro la riforma del settore
voluta da Macron.
I lavoratori francesi hanno indetto 36 giorni di scioperi fino al 28 giugno
al ritmo di due alla settimana.
Non è la prima volta che i lavoratori
francesi di settori diversi attuano proteste diffuse e incisive con effetti
notevoli nel paese.
Ecco..
Noi italiani non abbiamo nulla da imparare
dalla nota arroganza dei gendarmi francesi che si può notare viaggiando qua e là
in Francia e, a quanto pare, anche a Bardonecchia. Ma abbiamo parecchio da
imparare in materia di scioperi dai lavoratori francesi. Questi, quando
scioperano, lo fanno sul serio. Non quegli scioperucci
che i sindacati indicono un venerdì al mese, che provocano disagi ad altri
lavoratori, ma non hanno nessun effetto sulla controparte proprio perché non
hanno nulla di incisivo e di serio.
Se si hanno ragioni forti e si vogliono
produrre effetti, gli scioperi si fanno in modo continuativo e incisivo, non
solo un venerdì al mese.
O per i ferrovieri francesi i due giorni di
scioperi cadranno solo di lunedì e venerdì?
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