Nel sito di Davide Maggio è pubblicato un post (clicca qui) sull’uso dei dati di ascolto da parte delle reti generaliste e dei canali
digitali. Non si parla dei criteri più o meno credibili sulle modalità di
rilevazione da parte dell’Auditel, ma di come le reti diffondono i dati di
ascolto. Vale la pena leggerlo. Soprattutto, dovrebbero leggerlo i cosiddetti “investitori
pubblicitari”, categoria che crede che i bambini li porta la cicogna
depositandoli sotto un cavolo…
Di seguito qualche osservazione su un paio
degli aspetti trattati dall’autore del post in Davide Maggio.
1.
Scelta di vedere in differita alcuni programmi
E’ vero, come sostiene l’autore del post
nel sito di Maggio, che la scelta di vedere successivamente alla messa in onda può
significare che l’attaccamento non sia così forte o sia sbagliata la collocazione
nel palinsesto. Io penso invece che si tratti, principalmente, di una comodità.
So che posso vedere un programma quando mi pare, quindi riesco a conciliare la
mia giornata tra impegni e momenti di pausa. Non sono obbligata e vedere un
programma nel giorno e ora fissata dal palinsesto. Anzi. La possibilità di
vedere in differita aumenta potenzialmente la visione di taluni programmi che
in partenza s’ignorano. A questo “provvede” il web – occupato
principalmente a trattare di tv e gossip – che nei giorni successivi la
messa in onda del programma attira con
titoli e post spesso “farlocchi”, perché privi delle notizie, delle anticipazioni dichiarate con un set di parole
iniziali che inneggiano a presunte news finalizzate a guadagnare le prime due
pagine di Google. Siti che usano il meccanismo farlocco sono quello di Comunione
e Liberazione: il Sussidiario, Blastingnews e parecchi altri. Basta
andare in Google, inserire il nome di un programma e visualizzare
i siti di tv
e gossip per vedere quanti realmente contengono notizie, aggiornamenti o sono
“spacciatori del nulla”.
Il meccanismo farlocco serve a richiamare
l’attenzione su un programma in onda nei giorni precedenti. Alcuni vanno così a
recuperarlo, anche per vederne solo una parte. Certo…alcuni continuano a
scantonarlo..
2.
Criterio di determinazione dei dati di ascolto nei 7 giorni
I dati di ascolto nei 7 giorni sono la
somma di quelli rilevati dal primo passaggio, dalle repliche, dalle visioni on
demand e dalle registrazioni. Secondo l’autore del post bisognerebbe definirli “visualizzazioni“. Ok. Ma questo concetto va esteso a
tutte le forme di visione: al programma in onda da palinsesto, al programma
recuperabile nel web. Perché il fatto che qualcuno dotato di meter (apparecchio
per rilevare gli ascolti) mandi l’indicazione che il suo televisore è
sintonizzato su un programma non significa che lo stia guardando. E poi, è più
facile che sia visto, cioè seguito, un programma in differita piuttosto che quello
in palinsesto, proprio perché gran parte del pubblico non sta per ore
inchiodato su un divano senza toccare il telecomando.
Il punto della questione è che qualsiasi
programma è “visualizzato” ma non necessariamente seguito. Ecco perché
bisognerebbe ritornare al gradimento. Un indicatore più verosimile della
fidelizzazione dello spettatore.
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