da: http://www.ilsecoloxix.it/
De
Bortoli contro la ministra Boschi «Intervenne per salvare banca Etruria». Il
M5S: «Vergogna, deve dimettersi»
«Nel 2015 Maria Elena Boschi chiamò
l’amministratore delegato di Unicredit Ghizzoni chiedendogli di comprare Banca
Etruria, la banca dove suo padre era vice-presidente. Lo vedete adesso il
conflitto di interessi? La Boschi dovrebbe dimettersi all’istante dopo aver
chiesto scusa agli italiani. Diceva che non si era mai interessata alla banca
di famiglia ma è solo una bugiarda. Se non si dimetterà la costringeremo ancora
una volta a venire in aula con una mozione di sfiducia».
Lo scrive il deputato M5s Luigi Di Maio sul
suo profilo Fb dove commenta le anticipazioni del libro di Ferruccio De Bortoli
«Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo»
(edizione I Fari), in uscita l’11 maggio.
In un passaggio, infatti, l’ex direttore
del Corriere della Sera parla del ruolo dell’allora ministra per le Riforme
nella vicenda di Banca Etruria, di cui il padre era vicepresidente. «L’allora
ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente
all’amministratore delegato di Unicredit - scrive De Bortoli - Maria Elena
Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di
valutare una possibile acquisizione
di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo
all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò
un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise
di lasciar perdere».
«È gravissimo quanto scritto da Ferruccio
De Bortoli» rincarano tutti i parlamentari M5S. «Lo abbiamo sempre detto sul
dossier banche e risparmio i conflitti di interessi in seno al governo Renzi
hanno minato la sua capacità di intervenire in modo equo e corretto. Adesso la
storia delle pressioni sull’ex amministratore delegato Unicredit Federico
Ghizzoni, da parte dell’allora ministra per i Rapporti con il Parlamento, afffinché
Piazza Gae Aulenti salvasse Etruria, la banca di papà Pier Luigi, è la scossa
che abbatte un castello di bugie cui non abbiamo mai creduto».
«Non ci siamo mai bevuti la balla dell’ex
premier Renzi, secondo cui il suo governo si è sempre comportato in modo sereno
sulla questione banche. E men che meno ci siamo bevuti le fandonie della stessa
Boschi che diceva di non essersi mai occupata dell’istituto di famiglia. Ha
pure mentito di fronte al Parlamento e agli italiani, quando è venuta a
rispondere in aula alla nostra mozione di sfiducia. Ci teneva a dirci che non
partecipava alle riunioni del Cdm quando si parlava di banche, però poi andava
a parlare con Ghizzoni in privato», ricordano i portavoce M5S.
«Dopo aver saputo che Boschi padre si era
rivolto a faccendieri della risma di Flavio Carboni per trovare un direttore
generale dell’istituto e leggendo, anche sul libro di De Bortoli,
dell’influenza di ambienti massonici sulla banca dei Boschìs, non possiamo che
ribadire quanto sosteniamo da anni: il governo “Renziloni” non è adeguato a
mandare avanti il Paese in un momento così difficile, anche in considerazione
del peso enorme che la sottosegretaria, a colpi di circolari accentratrici,
continua ad avere nell’esecutivo attuale», spiegano i parlamentari M5S.
«La misura è colma, non ne possiamo più. Di
fronte alla crisi in cui versa il mondo del credito, di fronte alle paure dei
risparmiatori, di fronte ai drammi degli investitori colpiti dal salva-banche,
non è accettabile vedere, secondo quanto si legge, un ministro che utilizza la
propria posizione per brigare sottobanco allo scopo di salvare gli affari di
famiglia. Boschi vada a casa - chiude il M5S - o faremo di tutto per mandarcela
noi. E valuteremo anche possibili azioni sul fronte giudiziario».
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