venerdì 21 maggio 2021

Copasir, Matteo aiuta Matteo: si dimette il leghista Volpi, stop indagini interne tra cui l'incontro di Mancini con Renzi (e Salvini)


 

da: Il Fatto Quotidiano - di Valeria Pacelli e Giacomo Salvini

Al Copasir salta tutto. L’indagine su Mancini ora rischia uno stallo

La riunione è durata dieci minuti, dalle 9.30 alle 9.40 del mattino. Il tempo di passare la grana di un’indagine interna al governo e poi suggellare la rottura. Pd e M5S abbandonano i lavori e di lì a poco colui che ne era il presidente, il leghista Raffaele Volpi, si dimette, seguito dal senatore Paolo Arrigoni. Il Copasir ora è dunque in stallo. Per la ripartenza ci vorranno settimane. Con parecchi dossier delicati che resteranno fermi per un po’: dal cosiddetto caso Barr, all’incontro tra lo 007 Marco Mancini e Matteo Renzi e poi gli approfondimenti sulla questione libica e quelli sul salvataggio dei pescatori di Mazara. Ma da ieri il Copasir, l’organo parlamentare che controlla l’operato dei servizi segreti, nei fatti si è sciolto. La crepa di rottura nasce dalla presidenza.

La mossa di Salvini. Il finto assist a Giorgia

A preannunciare le dimissioni di Volpi è stato Matteo Salvini. Una mossa che potrebbe sembrare un assist a Fratelli d’Italia, ma così non è. Tant’è che all’ora di pranzo fonti della Lega chiedono che venga applicato in toto la legge del 2007: si dovrebbero dimettere tutti gli altri componenti per riformare un organo composto da 5 esponenti dell’opposizione. La Lega però sa benissimo che non è così facile, proprio perchè Pd e M5S non sono favorevoli a dare

il 50% del Copasir a una forza politica, Fratelli d’Italia, che ha meno del 10% della rappresentanza parlamentare. E intanto ieri Salvini ha puntato il dito contro il senatore Adolfo Urso. “Gli amici dell’Iran non sono amici miei” ha detto il leader del Carroccio. La crepa sembra difficile da risanare in tempi rapidi, anche perchè fino a che non si formerà un nuovo organo i due leghisti non parteciperanno al voto sul nuovo presidente. Della questione si parlerà anche lunedì nella riunione tra i leader del centrodestra sulle amministrative, ma adesso la palla passa ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati.

Intanto gli attriti tra Lega e Fd’I restano. Nel Carroccio fanno sapere che ora i meloniani  “non hanno più motivi per attaccarci”, mentre dall’altra parte l’accusa è di aver riportato lo stallo nel Copasir: invece delle semplici dimissioni di Volpi adesso il Comitato è paralizzato e tutti gli approfondimenti sono rinviati sine die. Tra cui quelli che riguardano Salvini e gli incontri con Mancini.

Il DIS- L'indagine sulla guerra interna all'Intelligence

Chiariamo, non è un reato incontrare agenti dei servizi segreti. Alcuni esponenti del comitato proprio nelle scorse settimane parlavano poi della volontà di fare chiarezza anche su un altro incontro, quello del 23 dicembre scorso tra Matteo Renzi e lo stesso 007, ora dirigente del Dis con alle spalle una condanna a 9 anni per il sequestro dell’imam Abu Omar (rapito a Milano dalla Cia), poi annullata definitivamente dalla Cassazione dopo una pronuncia della Corte costituzionale che è intervenuta allargando i confini del segreto di Stato. L’incontro tra i due – avvenuto in un autogrill di Fiano Romano – è stato ripreso da un’insegnante e poi mandato in onda da Report. In un altro passaggio della trasmissione (che non riguardava Renzi), si parla anche di una presunta guerra interna ai servizi segreti. Ed è proprio partendo da questo elemento che il Copasir, la scorsa settimana, ha messo sul tavolo la richiesta di un’indagine interna al Dis (che ora potrà partire dopo l’ok del premier Draghi). Proposta che - in quei dieci minuti di riunione che si è tenuta ieri – è stata approvata, come ultimo atto del Comitato.

Gli altri casi. Barr, Libia. I pescatori liberati e Covid

Ma sono molti altri i dossier che rischiano lo stallo. Come quello sul cosiddetto caso Barr. Il riferimento è agli incontri del ministro della Giustizia Usa William Barr avvenuti in Italia tra agosto e settembre del 2019: il 15 agosto vide l’ex direttore del Dis, Gennaro Vecchione; e poi il 27 settembre, i generali Mario Parente (direttore dell’Aisi) e Luciano Carta, ex numero uno dell’Aise (i servizi segreti per l’estero), ora presidente di Leonardo Spa. Dovrà attendere dunque l’audizione dell’ex premier Giuseppe Conte. Che doveva essere sentito, con l’allora portavoce Rocco Casalino e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nell’ambito di un altro approfondimento disposto in passato dal Copasir: quello sulla liberazione dei 18 pescatori arrestati in Libia. Era il 17 dicembre scorso, Conte volò in Libia e in quella circostanza generò una dose di polemiche la geolocalizzazione del luogo dell’incontro con Haftar, mandata ad alcuni giornalisti da Casalino.

E ancora. Sul tavolo degli esponenti del Comitato c’erano i dossier sulla Libia, e poi le diverse audizioni sulle  questioni relative al Covid. Tutto fermo, chissà per quanto.

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