mercoledì 25 gennaio 2017

25 gennaio 2016, il massacro di Giulio Regeni: dopo un anno, la verità sulla sua morte è ancora lontana



da: http://www.internazionale.it/

La verità sulla morte di Giulio Regeni è ancora lontana

A un anno dalla scomparsa al Cairo del ricercatore italiano Giulio Regeni, le indagini svolte dai magistrati italiani Giuseppe Pignatone e Sergio Colaiocco sono ancora in corso, così come l’inchiesta egiziana sul caso. Il 23 gennaio 2017 il procuratore generale egiziano, Nabil Ahmed Sadeq, ha accettato la richiesta della procura italiana di inviare al Cairo un gruppo di esperti italiani e tecnici tedeschi di un’azienda specializzata nel recupero dei dati delle telecamere di sorveglianza per analizzare i video delle telecamere a circuito chiuso della stazione della metropolitana di Dokki, dove Regeni fu visto per l’ultima volta la sera del 25 gennaio 2016.

Lo stesso giorno una tv egiziana ha pubblicato il video di una conversazione tra Regeni e il capo del sindacato dei venditori ambulanti, Mohammed Abdallah. Il filmato, scrive l’Ansa, era stato girato con una telecamera nascosta in un bottone nella camicia del venditore, un particolare che lascia pensare al coinvolgimento della polizia. Nell’incontro, che rientrava nella ricerca di Regeni sui sindacati indipendenti, Abdallah chiedeva del denaro al ricercatore. Il nome di Abdallah era già emerso in relazione al caso: in un’intervista rilasciata alla fine di dicembre del 2016 il venditore ambulante aveva ammesso di essere
stato lui a denunciare il ricercatore italiano al ministero dell’interno perché faceva domande sospette.

Un corpo che parla
La scomparsa di Giulio Regeni ha coinciso con il quinto anniversario delle manifestazioni del 2011, che portarono alla caduta del dittatore Hosni Mubarak. Pochi giorni dopo, il 3 febbraio, il suo corpo fu ritrovato con evidenti segni di tortura lungo un’autostrada che porta fuori della capitale egiziana.

Come scrive Alexander Stille in un’inchiesta pubblicata sul Guardian e su Internazionale, dall’autopsia svolta in Italia è emerso che la morte avvenne tra le 22.00 del 1 febbraio e la stessa ora del giorno successivo, a causa della frattura del collo. Ma, come ha dichiarato la madre di Giulio Regeni, Paola Deffendi, “il corpo di Giulio parla”. Secondo le ipotesi più accreditate, le torture che ha subìto prima di morire indicano il coinvolgimento dei servizi segreti egiziani, che erano preoccupati per le ricerche svolte in un ambito (quello dei sindacati indipendenti) che il governo egiziano di Abdel Fattah al Sisi considera delicato. Il caso Regeni ha messo in crisi i rapporti tra l’Egitto e l’Italia, che ha reagito richiamando l’ambasciatore al Cairo e sospendendo la fornitura di pezzi di ricambio per gli F-16.

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