da: Il Fatto Quotidiano
Da giorni i titoli dei giornali ruggivano e
rombavano come tamburi di guerra. Uno per tutti, quello de La Stampa di ieri: “Renzi affronta la battaglia contro Angela
Merkel con i consigli di Napolitano”. Accipicchia, stavolta Matteo va a Berlino
e gliele canta chiare, alla Cancelliera. Mica come le altre volte che pareva
intenzionato a fare sfracelli e poi, appena la vedeva, si scioglieva come un
ghiacciolo. No, adesso è caricato a pallettoni: dopo l’attacco a Juncker, tocca
alla mandante crucca. Flessibilità come se piovesse, 17 miliardi di deficit
aggiuntivo (un punto di Pil), ciapa
la manovra italiana e porta a casa. Prendere o lasciare. Tiè. Poi si sa come
vanno queste cose. E’ bastato che la Merkel gli mostrasse i suoi stivaloni in
pelle umana, e il leone si è fatto coniglio, anzi agnellino. Tutto docile e
ubbidiente, come le altre volte.
Lei gli ha detto che sulla flessibilità
decide Juncker e lui si è accontentato di qualche pigolio sui 280 milioni che l’Italia
deve girare alla Turchia come quota parte della mazzetta europea sennò Erdogan
ci fa invadere dai migranti.
Nella conferenza stampa finale la Merkel,
magnanima e materna, gli ha concesso il solito contentino di qualche sorriso e
smorfietta, più l’elogio prestampato alle “ambiziose riforme italiane” che l’hanno
“colpita e impressionata”, tratto dall’ingiallito comunicato che sempre estrae
di tasca
quando arriva il premier italiano di turno (già usato paro paro per le
visite di Monti e di Letta). Se restava lì ancora qualche ora, Renzi si sfilava
pure il Rolex di giornata e glielo regalava, insieme a una Venere inscatolata e
a una batteria di padelle antiaderenti. La
scena ricorda Fantozzi contro tutti,
quando il ragionier Ugo si azzarda a pensare che il Megapresidente Galattico, Arcangelo, è uno stronzo e subito nel
cielo compare la frase cubitale “Il Megapresidente è uno stronzo!”. Così il
Gran Consiglio dei Dieci Assenti convoca l’indiziato numero uno per un feroce
interrogatorio con perizia calligrafica.
Direttore Calabar: “Scriva quell’ignobile
frase”. Fantozzi: “Non ho le mani”.
“E queste cosa sono?”.
“Queste
sono paralizzate”.
“Non
facci il buffone, scriva”.
Ducaconte Bumbam: “Io la faccio interdire,
cacciare, massacrare, la faccio a pezzi, la metto in una valigia e la spedisco
a Olbia!”.
Direttore Calabar: “E io, carogna
maledetta, ti stacco le orecchie, braccia e gambe e le metto in una valigia e
spedisco tutto a Olbia per via aerea!”.
Dottor Tronca (solo omonimo del commissario
prefettizio di Roma): “E io lo taglio in quattro, lo metto in un baule e lo
spedisco a Olbia!”
Fantozzi: “Mi scusino, signori, ma a Olbia
c’è un nuovo centro di raccolta?”.
Megapresidente Arcangelo: “Lei è convinto
di quello che ha scritto di me?”.
Fantozzi: “Non l’ho scritto, l’ho solo
pensato!”.
Megapresidente Arcangelo: “Lei non deve
pensare, Fantozzi, questo è il suo errore. Venghi con me, su, cancelli”. E lo costringe
a sostituire il proprio nome al suo: “Fantozzi è uno stronzo”, ovviamente alla
presenza dei congiunti.
Diciamo comunque che la storica visita alla
Cancelliera poteva andare pure peggio, sol che Renzi avesse tentato di
spiegarle che alcuni suoi ministri e compagni di partito sponsorizzano o
addirittura aderiscono al Family Day
contro le unioni civili. “Ma perché, voi non le avete ancora?”, gli avrebbe
domandato la Merkel: “Noi le abbiamo dal 2001”. E, come racconta Anna Paola
Concia sull’Huffington Post, funzionano
a meraviglia: la coppia, omosessuale o etero, si reca al Comune e, davanti a
testimoni, “registra” e/o “celebra” l’unione. Che comporta tutti i diritti e
doveri previsti per i matrimoni eterosessuali, tranne le adozioni. Ma quando il
bambino ha un solo genitore naturale, può essere adottato dal genitore o dalla
genitrice non naturale. Robadamatti, eh?
La visita, poi, sarebbe degenerata nel
soffocamento della Cancelliera se Renzi si fosse portato appresso una a caso
delle new entry del suo governo,
appena ingaggiato col rimpasto. Le più pittoresche sono targate Ncd: ben 7 su
12 fra ministri e sottosegretari nominati o spostati. Intanto il premier
italiano avrebbe dovuto spiegare che cos’è l’Ncd, visto che sfugge ai radar
italiani, figurarsi a quelli tedeschi: una foto di Alfano avrebbe risolto il
problema. Poi, munito di microscopio elettronico, avrebbe dovuto illustrare le
caratteristiche di Scelta civica (due posti). Infine, per il capitolo
nanotecnologie, avrebbe dovuto aggiungere succulenti particolari su Democrazia
Solidale, ultimo nato fra i partiti della galassia centrista, premiato con una
cadrega.
Ma la parte più avvincente del colloquio,
avrebbe riguardato la “meritocrazia”, sempre sbandierata da Renzi nei vertici
europei, perché l’Italia ha ascoltato e cambiato verso. Mica come sotto i
governi precedenti, che premiavano gli amici degli amici, possibilmente
voltagabbana. Ora “chi cambia partito deve prima mollare la poltrona”. Tipo la
neosottosegretaria ai Beni Culturali Dorina Bianchi, nota radiologa prestata
alla politica che purtroppo non l’ha più restituita. In 15 anni di carriera
parlamentare, è riuscita a cambiare sette partiti, uno a biennio: Ccd, Udc,
Margherita, Pd, Udc, Pdl, Ncd. Ora però, se tutto va bene, torna nel Pd,
essendo inseparabile da Maria Elena Boschi che spupazza spesso a fare spese nel
centro di Roma. Una specie di personal
shopper. E’ per questi e altri meriti scientifici che è stata promossa ai
Beni Culturali. Casomai, la Venere Capitolina rivedesse la luce, lo scatolone è
tutto per lei.
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