giovedì 28 gennaio 2016

Guglielmo Pepe: Malasanità in sala parto una verità molto amara



da: http://pepe.blogautore.repubblica.it/

La malasanità nella fase perinatale c'è. Probabilmente è più diffusa di quanto dicano i numeri. Riguarda anche le strutture del Nord (e negli ultimi casi coinvolge solo poli ospedalieri del Settentrione). Ecco cosa risulta dal documento finale - che potete leggere nell'articolo di cronaca - sul lavoro svolto dalla task-force inviata dal ministero per accertare le cause delle morti di madri e figli in quattro centri (alcuni considerati di eccellenza) della sanità pubblica.

Ad essere sincero non fa piacere ricordare di aver avuto ragione nel mettere in evidenza un problema grave, denunciato soprattutto dai parenti delle vittime. Tra l'altro la relazione degli esperti ministeriali, al di là della forma, è anche più dura e più amara di quanto si potesse pensare. Purtroppo. La casualità di una morte di una persona cara è una realtà con la quale si misura spesso la nostra esistenza. Se invece questa morte è stata determinata da errori, non possiamo accettarlo. Né dobbiamo. 

Ma quanto è accaduto merita di essere analizzato sotto diversi punti di vista.

1) La task-force del ministero ha fatto un buon lavoro. Che mette a tacere chi
vede complotti in ogni vicenda in cui entra in ballo il potere. Gli ispettori non hanno guardato in faccia nessuno - come si dice - e hanno puntato il dito contro tre strutture in modo netto - gli Spedali Civili di Brescia, l’Ospedale G. Fracastoro di San Bonifacio (Verona) e l’Ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa - "assolvendo" il S. Anna di Torino, dove si sottolinea però la necessità di avere a disposizione i PDTA, i protocolli diagnostico terapeutici assistenziali e l’integrazione tra l’ospedale ed il territorio per la gestione delle donne obese o sovrappeso.

2) Nei tre casi sotto accusa, la task-force mette in evidenza errori strutturali, professionali e comportamentali molto gravi. Si parla di "criticità sia di carattere organizzativo, sia clinico", di comunicazione con i parenti "che deve essere corretta", di "inadeguata gestione del dolore", di non aderenza alle linee guida, di assenza di procedure da seguire in alcuni casi specifici. 
Le parole degli ispettori dovrebbero far riflettere chi ritiene che per salvaguardare i medici dai processi per malasanità, basta il rispetto delle linee guida. Se fosse applicata questa regola, i medici e gli infermieri di Brescia, Verona e Bassano del Grappa - in base all'indagine ispettiva - andrebbero automaticamente sotto processo.

3) La relazione mette in evidenza che i parenti non sono offuscati dal dolore nelle loro denunce: un marito aveva infatti parlato di disattenzione del personale ("mi sento abbandonata" aveva detto la moglie nella sua ultima telefonata), e i fatti accertati sembrano dargli ragione. Non possiamo giudicare, però domandare sì: una maggiore attenzione sarebbe stata utile per salvare la vita di questa donna? Se la risposta fosse positiva, le responsabilità del personale non sarebbero solo professionali. Facendo risaltare ancora una volta la questione di fondo: l'umanizzazione della cura. Sulla quale sciocchi medici e sciocchi scribacchini ironizzano fin troppo.

4) La relazione rappresenta una dura requisitoria - nella sostanza - non solo nei confronti del personale, ma anche delle Direzioni aziendali. Che dopo i tragici avvenimenti avevano emesso, in nome della difesa d'ufficio, i soliti comunicati per sostenere che era stato fatto il necessario per salvare la vita delle madri e dei loro piccoli. Queste direzioni saranno chiamate a rispondere degli errori organizzativi rilevati dalla task-force e delle dichiarazioni, quantomeno improprie se non bugiarde, rilasciate a caldo?

5) Dopo questa relazione, quali misure verranno prese per correggere, anche in modo radicale, gli errori? Appare chiaro che si richiedono interventi nei reparti, nelle Asl, e a livello centrale - soprattutto ministeriale - per rafforzare protocolli e linee guida sulla gravidanza.

6) Che cosa sarà fatto per migliorare la comunicazione con i parenti, con i mass media,e soprattutto con le pazienti? Per troppi medici e infermieri, comunicare è una inutile perdita di tempo. È il momento di convincerli che questo aspetto è centrale nella buona sanità. Il ministero, le Asl e gli Ordini professionali dovrebbero istituire corsi con obbligo di frequenza, controllando periodicamente l'applicazione degli insegnamenti ricevuti. 

7) Questi decessi verranno inseriti, dal punto di vista statistico, nel capitolo dedicato alle morti in gravidanza? Secondo me c'è parecchia incertezza sulla casistica. Se non altro perché i numeri sono ballerini: ad oggi non sappiamo quante donne muoiono nella fase perinatale. Riporto i numeri. Nel Rapporto Globale sulla Mortalità Materna presentato a novembre all'Istituto Superiore di Sanità, si dice che le vittime sono 4 ogni centomila nascite. Nei giorni scorsi Serena Donati, responsabile del Sistema Sorveglianza mortalità materna dell'Iss, in un'intervista a Repubblica, ha parlato di 10 morti ogni centomila nati vivi. Più del doppio. E se non sbaglio la statistica si basa su rilevamenti fatti solo in otto Regioni. È una confusione sulla quale Iss e ministero dovrebbero fare chiarezza. (ps. Un lettore mi ha giustamente fatto notare che le percentuali erano sbagliate, così ho tolto il calcolo, mentre rimane invariato il fatto che siamo a due dati completamente diversi tra di loro).

8) Non mi piace l'allarmismo con il quale i media affrontano i problemi (e non solo nella sanità). Per cui concordo con chi dice "niente allarmismi". Però una riflessione è necessaria. E soprattutto sull'assistenza del Nord, considerata una delle migliori in assoluto. Ma queste morti fanno perdere punti importanti nelle bislacche classifiche sulla qualità del sistema sanitario italiano. Che da anni ha perso punti e continua a perderli. Non c'è nulla di disonorevole in questo peggioramento, e prenderne atto aiuterebbe a risalire la china. Difendere l'indifendibile è una perdita di tempo per tutti. Queste morti avvenute in strutture del Nord a pochi giorni di distanza l'una dall'altra, sono tragedie umane che colpiscono profondamente - e in modo indelebile - i parenti delle vittime. E chi ha sbagliato dovrà pagare. Ma sono vicende che possono anche insegnare molto a chi è disposto a mettersi in discussione e a rivedere il proprio modo di lavorare e di ragionare. 

9) A caldo, alcuni presunti esperti hanno detto che bisognerebbe chiudere i punti nascita sul territorio che non fanno almeno 500 parti all'anno. Siamo sicuri che questa sia la strada da seguire? Le morti in esame sono avvenute in strutture grandi e considerate di qualità. Il problema vero è che il depauperamento della sanità sta colpendo duramente l'operatività e l'efficienza del sistema nazionale. Le carenze strutturali, di personale, di mezzi, determinate dai tagli e dai mancati investimenti, produrranno inevitabilmente altra malasanità.

10) Alcuni giornalisti e commentatori, dovrebbero riflettere meglio sulla relazione della task-force. E sarebbe interessante chiedere agli articolisti da chi hanno avuto la "notizia" che dalle prime indiscrezioni sul lavoro della task-force "i rapporti sembrano scagionare i quattro nosocomi coinvolti". Venerdì scorso con una enfasi inusuale un quotidiano ha titolato "Donne morte in sala parto assolti tutti gli ospedali". Notizia inesistente. Falsa. Tant'è che lo stesso ministero della Salute, sempre venerdì, ha emesso un comunicato - ignorato - per specificare che le indagini non erano ancora ultimate. E ora che le indagini sono finite dicono l'esatto contrario di quel titolo. Anche chi scrive ai blog sostenendo che chi denuncia è un complottista e quant'altro, farebbe meglio a riflettere prima di digitare stupidaggini. Come dovrebbero riflettere gli scribacchini che si sono affrettati a dire che di parto si muore e che i decessi sono spesso dovuti a tragiche fatalità. Sarà, anche se c'è chi ritiene che non esista fatalità nella sanità. Ipotesi e fantasie a parte, ora sappiamo per certo - grazie agli ispettori ministeriali - che i decessi avvenuti hanno cause e responsabilità molto chiare. Come sappiamo che nessuno potrà ripagare il dolore procurato ai parenti delle vittime.

guglielmpepe@gmail.com
@pepe_guglielmo (Twitter)

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