da: Il Fatto Quotidiano
Da
quest'anno il canone (100 euro) si paga direttamente nella bolletta della luce.
Questa però è l'unica certezza: i dubbi che riguardano casistiche comuni come
conviventi, affittuari o studenti fuori sede verranno (forse) sciolti da un
decreto attuativo che sarà pubblicato a metà febbraio. Intanto al call center a
pagamento della Rai rassicurano: "Non c'è fretta"
di Patrizia
De Rubertis
Uno spettro si aggira per l’Italia: si
chiama evasore inconsapevole del canone Rai. Ma
non è uno dei 7 milioni di contribuenti che ogni anno decide appositamente
di non pagare la tassa più odiata dagli italiani visto che su 23 milioni
di famiglie interessate, solo 16 milioni sono in regola con il versamento. Si
tratta, invece, di migliaia di cittadini che brancolano nel buio, perché non
sanno più se e come pagare il canone. Tutta colpa del nuovo sistema delineato
dalla legge di Stabilità
che non spiega come comportarsi con casistiche particolari ma assai
diffuse, come gli studenti fuori sede o il titolare dell’abbonamento che non
corrisponde all’intestatario dell’utenza della luce su cui verrà addebitato
automaticamente l’importo di 100 euro.
Come farà, quindi, l’Agenzia delle Entrate
a intrecciare i dati di familiari
conviventi, residenti, e intestatari della
bolletta elettrica e intestatari del canone Rai? Fino ad oggi non è ancora
chiaro. E la maggiore difficoltà che dovrà essere superata è il rischio di
duplicazione dei canoni, nonostante le seconde case siano escluse dal
pagamento.
A poco è servito il comunicato congiunto Rai-Entrate
dello scorso 13 gennaio, dove oltre al rincuorante
presupposto che “da quest’anno pagare l’abbonamento Tv è più semplice ed
economico, come accendere la luce”, viene solo riportato che il “canone è
dovuto una sola volta, per ogni famiglia o per gruppo di persone residenti
nella stessa casa, e che verrà addebitato nella bolletta elettrica della casa
di residenza a prescindere dalla persona a cui è intestata”. Parole che,
tuttavia, hanno generato ulteriore confusione soprattutto nei conviventi che
non fanno parte dello stesso nucleo familiare. Senza contare la paura di rischi
come il distacco della corrente elettrica per chi non paga il canone o le
possibili multe per chi è intestatario di due utenze della luce ma non risiede
in nessuna delle due case, fino alla mannaia dei “doppi canoni” per gli studenti
che sono ancora a carico della famiglia che si troverà a pagare il canone
dovuto per l’abitazione del nucleo familiare e quello per l’abitazione del
figlio che frequenta l’università.
Un altro nodo è quello del passaggio da un
gestore della luce a un altro. Il versamento rateale del canone, infatti,
comporterebbe calcoli complessi per quantificare il debito residuo e addebitare
gli importi nelle bollette. In questo caso, la soluzione più agile potrebbe
essere quella di imporre il pagamento di tutto il canone dovuto prima di
passare dal vecchio al nuovo gestore. Ma quale consumatore lo comunicherà?
Un vero caos e decine di incognite che
hanno spinto la Rai ad attivare il sito www.canone.rai.it,
dove sono riportate le domande più frequenti
che, tuttavia, non contemplano le casistiche più comuni. Ma, soprattutto,
cliccando sul banner apposito per fissare un appuntamento telefonico per essere
ricontattati e ricevere assistenza, si viene invece reindirizzati su un altro
sito (www.prontolarai.it)
che tuttavia in queste ore non funziona.
Mentre fino a pochi giorni fa non consentiva di inserire data e ora per essere
ricontatti. E se proprio si volesse parlare direttamente con Mamma Rai,
bisogna mettere in conto un salasso. In attesa che venga attivato un numero
verde (per ora si tratta solo di una promessa), contattare il numero
199.123.000 costa fino a 14,49 centesimi di euro al minuto. Mentre per le
chiamate da rete mobile si sale fino a 48,8 centesimi di euro al minuto con uno
scatto alla risposta inferiore a 15,75 centesimi di euro a seconda
dell’operatore.
Chiamare il call center, comunque, equivale
a scoprire che “siamo in una fase di rodaggio” e che “siamo in attesa della
pubblicazione del decreto attuativo” che chiarirà i molteplici dubbi e definirà
con precisione tutte le possibili casistiche. Peccato, però, che non sarà
pronto prima di metà febbraio. Del resto la giustificazione più utilizzata è
che “non c’è fretta”: da quest’anno il primo addebito di 70 euro arriverà sulla
bolletta dopo il primo luglio.
In attesa, meglio ricordare che il canone
deve essere pagato da chi ha un apparecchio adatto a ricevere le trasmissioni
tv o ha un’utenza elettrica dove risiede; l’inquilino che abita stabilmente in
una casa arredata con tv, anche se non è lui il proprietario dell’apparecchio;
gli abbonati alla tv via satellite, anche se non guardano canali Rai (l’obbligo
deriva dalla detenzione dell’apparecchio); i residenti all’estero che hanno una
casa in Italia con televisore.
Sono, invece, esclusi gli over 75 con un
reddito proprio e del coniuge che non supera 6.713,98 euro all’anno; chi ha una
seconda casa con la tv (può versarlo una sola volta per tutti gli apparecchi
dei luoghi dove abita); chi ha un computer senza sintonizzatore tv (la visione
dei programmi via internet non è soggetta al canone). E, ovviamente, gli
intestatari di un’utenza elettrica che non hanno la tv. In proposito, dal 2016
non è più prevista dalla legge la disdetta dell’abbonamento tramite
“suggellamento” degli apparecchi, ma si deve presentare una dichiarazione di
non detenzione degli apparecchi: ha validità per l’anno in cui è presentata e
comporta una responsabilità penale in caso di falsa dichiarazione. Peccato
nuovamente che le modalità di presentazione devono essere definite con un
provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate.
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