Condivido, sottoscrivo e aspetto – come l'autore dell'articolo - una risposta dal direttore del
Corriere.it
da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Francesco Francio Mazza
In questi giorni è in pieno svolgimento,
nella prestigiosa cornice della Triennale
di Milano, una kermesse organizzata
dal Corriere della Sera dal titolo “il Tempo delle Donne”. Tema della
“festa-festival”, la parità di genere,
anzi, addirittura il superamento della parità di genere, con un fitto
calendario di eventi e incontri curati dai giornalisti di via Solferino.
Da
mesi, però, noi abbiamo preso l’abitudine di controllare la home page del sito
del Corriere, facendo attenzione alla famosa “colonna di destra”, quella dedicata alle
notizie più frivole; e in più di un’occasione, abbiamo trovato una
rappresentazione del corpo femminile che – per usare un’espressione cara al
direttore Luciano Fontana – ci pare “indegna di un Paese civile“.
Facciamo
finta di essere degli alieni, di passaggio sulla Terra in
viaggio da una galassia lontana. Vogliamo capire che succede in questo pianeta, e per farlo andiamo sul sito web del
quotidiano più famoso di tutti, il New
York Times.
Dopo esserci fatti una scorpacciata di notizie, potremmo farci un giro sul sito francese di Le Monde o sull’inglese The Times: più o meno, troveremmo sempre la stessa impostazione visiva (cliccare per credere).
Se, invece, volessimo sapere che accade in Italia, e per farlo ci
collegassimo al sito del quotidiano più
venduto del Belpaese, in home-page troveremmo questo:
Accanto alla notizia della ricostruzione post-terremoto, ecco quella relativa al “topless da brivido” della 44enne Heidi Klum. A questo punto, dovremmo ricontrollare bene la testata, perché quel topless da brivido ci sembrerebbe un’espressione più adatta a un fumetto porno-soft tipo quelli della Squalo che al principale quotidiano di informazione del Paese.
Tuttavia non troveremmo alcun errore: la
testata sarebbe sempre quella, Corriere.it.
Non si tratta, insomma, di nessuna
coincidenza: su l’home page del quotidiano
di via Solferino le donne vengono – da sempre – rappresentate in modo
quantomeno “discutibile”.
Guardate quest’altro esempio paradossale:
A sinistra c’è la Boldrini che parla col premio canadese, che le confessa addirittura di essere femminista.
E a destra,
per condire la home page, hanno piazzato l’immagine di una
ragazza tutta curve che ci spiega come “la mania del fitness” stia rimodellando il corpo femminile. C’era proprio bisogno di utilizzare una foto come questa? Perché non mettere un’immagine diversa, tipo una donna che corre su un tapis roulant?
ragazza tutta curve che ci spiega come “la mania del fitness” stia rimodellando il corpo femminile. C’era proprio bisogno di utilizzare una foto come questa? Perché non mettere un’immagine diversa, tipo una donna che corre su un tapis roulant?
E’ evidente come, di fianco alla Boldrini e
al premier femminista canadese, il bel corpo di questa ragazza venga sfruttato
per fare più click, e il paradosso è che
nella didascalia, e poi nell’articolo, vengano addirittura criticate le
donne “ossessionate dalla forma fisica”:
ma pubblicare una foto di questo tipo, non significa proprio giustificare
questa ossessione, confermare l’odioso stereotipo culturale per cui la donna
deve sempre essere ridotta al corpo? Chissà cosa ne ha pensato il premier
canadese femminista, quando si è visto in una home page come questa.
Un chiaro esempio di questo atteggiamento
culturale tenuto da Corriere.it viene da quest’altro esempio:
Elle
Macpherson (chiunque ella sia) non viene celebrata per qualche successo
professionale o personale ma perché, con “niente diete e zero palestra”, puó
sfoggiare a 53 anni un bikini da
favola.
Che
razza di valore, di modello culturale viene trasmesso in questo modo?
Direttore Fontana, secondo lei, una donna
di 53 anni, o una ragazza di 18, che con molta dieta e moltissima palestra un
fisico come questa donna non potrà mai sfoggiarlo, quale insegnamento, quale
messaggio ricava da un’immagine come questa?
A volte il meccanismo diventa talmente
esplicito da apparire grottesco. Guardate qui:
La notizia è che Lindsey Vonn “si gode il
sole di Montecarlo” (uno vero scoop da home page, New York Times is nothing).
Non andava bene mettere solo
l’immagine della donna in primo piano? Perché splittare l’immagine in due e inserire anche la foto di spalle, con
bella vista sul suo lato B? Che cosa
aggiungono le natiche della donna alla notizia? Assolutamente nulla, si
tratta solo di un bieco tentativo per guadagnare click.
E non si tratta di casi isolati. Per motivi
di spazio non possiamo pubblicare tutto il materiale raccolto, ma chiunque è solito frequentare il sito di
via Solferino sa che le immagini mostrate in questo pezzo sono all’ordine
del giorno, riguardano sempre le donne e quasi mai gli uomini (intendiamoci:
sarebbe sbagliato anche sfruttare il corpo dell’uomo per gli stessi fini, ma
qui la proporzione é tipo 100 a 1).
A
volte gli effetti sono talmente surreali che fanno quasi
ridere – come questo accostamento
cani+topless:
Altre volte sono talmente espliciti che di nuovo, bisogna controllare di trovarsi davvero sul sito del principale quotidiano d’Italia e non su “Sesso, Droga e Pastorizia”:
La
domanda sorge spontanea: ma perché il Corriere rappresenta le donne in questo
modo sulla propria home-page?
(Un modo che non trova eguali né – come
abbiamo visto – sulla grande stampa internazionale di pari livello).
E’ questa
la vera e unica domanda da chiedere ai giornalisti che in questi giorni stanno animando la tre giorni de “il Tempo
delle Donne”. O se preferite: come si può organizzare dibattiti sulla
parità di genere e poi lavorare per una testata che spesso rappresenta le donne
secondo stereotipi da Italietta anni ’50, facendo finta che queste immagini non
esistano?
Le
spiegazioni possibili sono due: o i giornalisti e il direttore del Corriere non
vedono nulla di male nel ridurre costantemente la donna alla dimensione del
corpo – e quindi saremmo di fronte a uno spaventoso caso di maschilismo e di
ritardo culturale. Oppure si tratta
di una questione economica.
Gli esperti
di social e marketing potrebbero sostenere che tali immagini portano click,
ovvero soldi, e in tempo di crisi perenne dell’editoria non ci si può
permettere di fare gli schizzinosi. Ma se
cosí fosse la situazione sarebbe, se possibile, ancora più grave: vorrebbe dire che per far quadrare i conti, al Corriere
non hanno niente di meglio da mettere in campo che l’uso di immagini di donne
svestite.
E quindi, vorrebbe dire che lo sfruttamento del corpo della donna contribuirebbe
in maniera decisiva a pagare gli stipendi dei giornalisti, gli stessi
giornalisti che poi animano blog, realizzano inchieste e organizzano convegni e
kermesse per la parità di genere.
Insomma: chi a parole sostiene di difendere le donne dalla difficile situazione
che vivono nel nostro Paese sarebbe, in realtà, il loro stesso carnefice.
Incredibile, vero?
Ci sarebbe poi una terza spiegazione, ovvero che né il direttore né i giornalisti oggi impegnati a “Il tempo delle
Donne” abbiano idea di quello che viene pubblicato dal sito che dirigono e
per il quale scrivono. Ma qui, forse, oltrepasseremmo la soglia del surreale.
Altre spiegazioni, purtroppo, non riusciamo
proprio ad individuarle. Caro direttore
Fontana – e care giornaliste e giornalisti – ci spiegate voi che ne pensate?
Oppure farete finta di niente, visto che la domanda vi viene rivolta dal “web”,
ovvero da quel luogo che voi riempite di immagini del genere solo per
acchiappare click e poi accusate di essere una cloaca?
Aspettiamo
risposte.
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