mercoledì 22 aprile 2020

Tommaso Merlo: La fase 2 della stampa




Le lobby che finanziano i giornali vogliono riaprire tutto e subito e da giorni ci bombardano d’ipotesi e retroscena sul come e sul quando. Le solite secchiate di fake news per compiacere i loro padroni preoccupati di un definitivo fallimento.

Non contenti, gli stessi giornali si lamentano col governo della confusione attorno alla fase 2 quando solo loro a crearla. Ipocrisia pura. Invece di attendere che Conte vari il piano di riapertura ed informare i cittadini di conseguenza, fanno il solito fanta giornalismo che in emergenze come questa nuoce doppiamente ai cittadini. Oltre alla confusione alimenta vane aspettative e frustrazione pericolose dopo settimane di quarantena. Un comportamento irresponsabile ma in linea con l’andazzo degli ultimi decenni.

Se la stampa italiana è in crisi nera, la colpa non è certo dei cittadini che non leggono più i giornali. La colpa è dei giornalisti che li scrivono. A furia di fake news e di far politica spicciola hanno perso ogni credibilità. Volenti o meno, consci o meno, gran parte della stampa non è al servizio dei cittadini e quindi della verità dei fatti, ma è al servizio dei loro padroni. Al servizio di chi gli paga lo stipendio e dei politici che strada facendo devono ungere per far carriera. Un tradimento storico che stanno pagando duramente.


Il problema dei giornalisti nostrani è che i loro padroni e politicanti di riferimemento si sono rivelati d’infimo livello e li hanno trascinati nel loro baratro e si son ridotti ad essere una delle tante caste del paese. Una casta chiusa ed ottusa. Quello che infatti lascia basiti è che nonostante i giornali non li legga più nessuno e la stampa italiana viva una crisi di credibilità epocale, non cambia nulla. Se fossero sani, i giornali si rinnoverebbero per riconquistare la fiducia dei cittadini e il ruolo che gli spetta nella società. Ed invece sono immobili e in mano alla stessa cricca di sempre che si ostina a far giornalismo nello stesso sciagurato modo.

Se i giornali dipendessero solo dal mercato avrebbero già chiuso da tempo. Tirano avanti mungendo lo stato e le tasche dei loro padroni sperando che nel frattempo i cittadini cambino idea sul loro conto. Nessuno che si ribella ai baroni e ad un sistema malato. Nessuno che lotta per un giornalismo pulito e all’altezza dei tempi.
Ma a ben vedere in Italia funziona così ovunque. I giovani sono tenuti sotto ricatto da qualche contrattino da fame e se vogliono emergere devono omologarsi al sistema, devono accodarsi a qualche cordata.

L’Italia è un paese che premia il conformismo, coloro che non danno fastidio, quelli che abbassano la testa e tengono la bocca chiusa quando serve. L’Italia premia chi garantisce al sistema di sopravvivere ed emargina il nuovo e il diverso. È anche per colpa di questa mentalità che siamo fermi come paese. Chissà se questa pandemia avrà qualche effetto benefico sulla stampa. Chissà se si aprirà una fase 2 e anche in Italia si potrà finalmente avere una libertà di stampa degna delle democrazie più avanzate. Chissà se un giorno si potrà tornare a leggere i giornali.

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