lunedì 20 aprile 2020

Ai tempi del Coronavirus, si dice Mes e Eurobond ma si tratta di…sovvenzioni


E’ in corso un dibattito tra fautori del “Mes senza condizionalità” e degli “Eurobond”. Nel nostro paese, in tutti i dibattiti che si rispettino (?!) c’è chi non capisce o finge di non capire. Tra coloro che fingono di non capire (non posso credere che dato il loro curricula siano idioti) ci sono Prodi, Monti e altri fautori del “MES senza condizionalità” ma ci sono anche i fautori dell’Eurobond.
Da una parte e dall’altra non si capisce o si finge di non capire cosa vogliono realmente Giuseppe Conte e del M5S. Escludo il PD perché Gualtieri è a dir poco “allineato” a Bruxelles dove governano Germania, Olanda e paesi del Nord. Ci sarebbe anche la Francia, sorella gemella della Francia ma in emergenza salute ed economica da Coronavirus è insolitamente schierata con noi (per ora..).

Giuseppe Conte e M5S non vogliono né MES, né Eurobond. In entrambi i casi, si tratta di prestiti. Con tassi agevolati piuttosto che condizioni “light” (il Mes senza condizionalità non esiste se non si modifica il Trattato).
Ciò che vogliono Giuseppe Conte e il M5S è la “solidarietà economica”. Vale a dire: l’Unione Europea deve tirare fuori soldi a fondo perduto. Sovvenzioni. Non lo dichiarano apertamente ma è facilissimo capirlo leggendo (neppure tra le righe) certe dichiarazioni.

E’ vero che per ottenere 60 molto spesso devi chiedere 100 ma…non è che Germania,
Olanda e paesi del Nord siano proprio pirla e non abbiano capito. Hanno capito e ci hanno detto: salutame a soreta (vabbè....in tedesco e in olandese non mi viene).

Giuseppe Conte deve però portare a casa 60. Non di meno, perché sarebbe una sconfitta al suo ego. Non ne possiede meno di Salvini e Renzi, al momento, sembra solo averne un controllo maggiore (tranne che nell’ultima conferenza stampa dove ha fatto “nomi e cognomi”). Sempre nell’ambito del suo ego (in parte giustificato quando si confronta con i neuroni di Salvini) Giuseppe Conte crede che le sue capacità di mediazione avranno la meglio giovedì 23 aprile, perché in precedenti occasioni con i partner europei (periodo governo giallo-verde) l’aveva spuntata con Bruxelles.

L’impresa è ardua ma non voglio mettere limiti all’ego, pardon: alle capacità di mediazione di Conte. Di certo, non riuscirebbero a cavare un ragno dal buco Salvini e la Meloni se fossero al suo posto. Se Conte ha possibilità di non uscire cornuto e mazziato probabilmente lo dovrà al fatto che ha trovato un compagno di sventura: Macron.

Ma che si tratti di Mes, di Eurobond, di sovvenzioni il punto della questione - che è il motivo per cui logicamente i “virtuosi” tedeschi, olendesi e cugini del nord Europa non ci stanno - è come spenderemo quei soldi.
I “virtuosi”, che in passato hanno sforato e/o ottenuto agevolazioni (ad esempio: la Germania per le banche) che sono un paradiso fiscale che sottrae risorse all’Italia (Olanda) sono convinti che i soldi che ci arriverebbero non sarebbero utilizzati in maniera efficace. Soldi buttati.

Oggettivamente, non gli si può dar torto. Voi prestereste, pardon: regalereste dei soldi a chi siete certi che non sarà in grado di restituirli e/o di farne un uso utile?

A questo punto non resta che aspettare di vedere che “mediazione” uscirà dal Consiglio Europeo. Che arzigogolo sarà partorito perché ognuno possa tornare a casa asserendo di aver vinto. E se Conte non torna a casa con qualcosa che valga almeno il 60 del 100 che sta chiedendo, ovviamente senza clausole, condizioni da impiccagione per gli italiani, è meglio se rimane a Bruxelles. O torna a fare l'avvocato. 
Il "partito di Draghi", sta scalpitando GiuseppI....

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