da: https://ilsimplicissimus2.com/
Il
ponteggiatore abusivo
di Anna
Lombroso
Povero Renzi. Ma allora è proprio come noi.
Ma allora ha anche lui i suoi esattori che gli stringono la cravatta intorno al
collo. per carità ha le sue colpe, chissà cosa avrà promesso, chissà che
spacconate, proprio come il padre putativo: non vi dovete preoccupare, ghe
pensi mi, vi ho dato la variante, vi ho dato la Tav, vi dò gli attraversamenti
di Firenze, vi dò qualche autostrada. E qualcosa dal terremoto si tirerà fuori,
state tranquilli. Ma poi c’è il boccone più ghiotto: le Olimpiadi, e se non
accettano la candidatura, meglio, tanto si sa che il guadagno vero è quello del
“prima” che arriva in tasca senza fare niente.
Invece, niente, gli hanno rotto le
uova nel paniere, lo hanno convocato proprio come i Padrini, alla cerimonia del
genetliaco Salini-Impegilo e lui cosa doveva fare? per paura che
gli spezzino le gambe cui tiene di più, quelle della poltrona, ha tirato fuori
la solita baggianata briccona, la solita patacca, come i giocatori che dicono
ai cravattari che hanno un sistema sicuro, quel Ponte, che andrebbe bene anche
per festeggiare un altro compleanno celebre, il 29 settembre, quello del grande
suggeritore che a quel sogno visionario, a quella piramide in vita non ha mai
rinunciato. E sulla cui realizzazione deve aver anche lui giurato con
amici e “famigli” di quelli che dei ponti non buttano via niente, a cominciare
dagli utili piloni.
E cosa doveva fare tramontato il progetto
dei Giochi per via di quei guastafeste, di quei disfattisti, con gli occhi
puntati sul piano Casa Italia, una di quelle menate lente, faticose, che
diventano un parafulmine su cui si scaricano tutti gli strali di quegli
occhiuti e molesti maniaci dei controlli, della vigilanza, della legalità,
della trasparenza, sempre intenti a creare ostacoli al necessario dinamismo
della libera iniziativa.
Adesso dobbiamo aspettarci che tutti quelli
che, quando il Ponte era l’emblema del Cavaliere, lo volevano disarcionare per
via di un proposito insensato fino alla delittuosità, intravvedendo dietro al
progetto il disegno criminale di un gangster senza scrupoli, dichiarino il loro
pensoso e maturo consenso per un’opera fruttuosa di occupazione, anche solo per
100 mila unità, poca roba rispetto al milione del presidente operaio,
vocata a sancire finalmente quell’unità del Paese mai raggiunta. Così pare si
debba dar ragione alla satira in rete, che la promuove come benefico processo
per passare dalla ‘ndrangheta alla mafia con un solo viaggio.
E infatti hanno già cominciato stamattina,
quando calda calda una delle santanchè o forse delle clarette di Renzi ha
dichiarato che quella del Ponte è una grande idea e una grande iniziativa,
perché dimostrerà a chi non ci crede, ai codardi, agli irresponsabili, che si
può e si deve fare tutto: manutenzione, ricostruzione, risanamento del
territorio, servizi, strade, case, scuole, recupero delle periferie, banda
larga e infine, non ultime, le grandi opere.
Non amo il turpiloquio ma mi verrà la
sindrome di Tourette a forza di sentire e vedere quelle facce come il culo,
spudorate, sfrontate, impudenti. Che se la ridono di terremotati, esondati,
disoccupati, precari, rapinati, ammazzati che sperano di irretire con la loro
governabilità, con la loro stabilità, con i loro giochi, olimpionici o con i
mattoncini del loro Lego criminale, tanto costosi che basterebbe un
decimo dell’investimento per il Ponte sullo Stretto, compresi i collegamenti
stradali e ferroviari, per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici, e
una parte rilevante degli edifici privati in tutta l’area dello
Stretto. Compresi quelli ancora in rovina per il sisma di Messina del 1908
(100 mila morti), compresi quelli sui quali è caduta quella maledetta bomba d’acqua
di Giampilieri (27 morti). Sarà che a loro piacciono anche le bombe,
quelle che vendono, quelle che lasciano distrattamente cadere dagli aerei che
ci impongono o padroni per concorrere alle loro guerra, perfino quelle di
pioggia, che se non producono cemento, almeno si fanno dimenticare subito.
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