mercoledì 7 settembre 2016

Franco Bechis: la verità su Raggi e Muraro



da: http://www.liberoquotidiano.it/

I fatti, innanzitutto. Paola Muraro, assessore all'Ambiente della giunta municipale di Roma guidata da Virginia Raggi dal 7 luglio scorso, risulta iscritta dal 21 aprile 2016 nel registro delle indagini avviate dal pm romano Alberto Galanti in un fascicolo in cui sono ricompresi più nomi e che ipotizza la violazione dell'articolo 256 del Testo Unico Ambientale, "attività di gestione di rifiuti non autorizzata".

La Muraro è iscritta insieme a dirigenti dell'Ama - di cui era consulente - e di società private per la scelta ritenuta non accompagnata dalle necessarie autorizzazioni di utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti della capitale un tritovagliatore del consorzio Colari. La colpa della Muraro sarebbe quella di avere consigliato (era il suo mestiere, dava consigli) quell'impianto che i pm ipotizzano non avesse le necessarie autorizzazioni rispetto a un altro. Quando la Muraro è stata nominata assessore, non era a conoscenza di quella indagine.

L'assessora sa invece di essere indagata dal 18 luglio scorso, perché il suo avvocato ha compiuto un accesso agli atti dopo che erano circolate prime indiscrezioni sulla stampa e soprattutto dopo che erano evidenti accuse di
questo tipo nei suoi confronti da parte dell'allora amministratore delegato dell'Ama, Daniele Fortini, autore di un esposto alla magistratura da cui erano stati originati i vari filoni di indagine.

Appresa la semplice notizia - quella di essere indagata e la violazione di legge che le si contestava - la Muraro non l'ha comunicata subito al suo sindaco. La Raggi ha spiegato di esserne venuta a conoscenza in un periodo compreso fra il 18 e il 31 luglio, ma non ha indicato in quale giorno. L'allora capo di gabinetto della sindaca, il magistrato Carla Raineri, in un'intervista ha rivelato che la Muraro e la Raggi l'hanno messa a conoscenza di quella indagine, chiedendole consigli giuridici. La Muraro ha confidato l'intenzione di chiedere subito ai pm di essere interrogata, nella speranza di ottenere l'immediata archiviazione prima che la notizia fosse resa pubblica.

La Raineri le ha sconsigliato di farlo, perché da magistrato sapeva che la notizia sarebbe comunque divenuta pubblica e quella richiesta sarebbe apparsa ai pm una forzatura dell'inchiesta, con il risultato probabile che nessuna archiviazione sarebbe arrivata e per la Muraro la situazione si sarebbe a quel punto fatta più delicata. Nel frattempo la guardia di Finanza è stata incaricata dalla procura di verificare la regolarità dei compensi della Muraro, che era accusata per questo da Fortini. L'indagine è durata poco o nulla e i finanzieri hanno accertato che ogni centesimo percepito dalla Muraro è stato regolarmente inserito nella dichiarazione dei redditi e quindi tassato.

Ho parlato con tutte le persone direttamente coinvolte, e sulla base di questo posso ricostruire i fatti successivi. La Raggi ha informato la sera del primo agosto scorso di quella indagine il mini-direttorio del M5s che faceva da cerniera fra la sindaca di Roma e il direttorio nazionale (Paola Taverna, Stefano Vignaroli, Gianluca Perilli e Fabio Massimo Castaldo). Il gruppetto ha discusso a lungo, ha cercato informazioni nel dettaglio che in quel momento non avevano nemmeno i diretti interessati, e ha deciso il giorno 5 agosto di scrivere tutto quel che avevano appreso (era la loro funzione) in una mail inviata a un membro del direttorio nazionale, il responsabile enti locali del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. Da lì in poi ogni decisione su questa vicenda è stata presa non da tizio o caio, ma dal Movimento 5 stelle e se qualche cosa non ha funzionato nella catena di informazioni interna, sono sinceramente affari loro.

Questi sono i fatti, ora le mie personali considerazioni. La Muraro è indagata? Sì. E non significa nulla. Che cosa rischia? Poco più di uno scappellotto, mai l'indagine proseguisse. Perché quell'articolo 256 del testo unico ambientale prevede sì una pena non enorme anche dell'arresto da 3 mesi a un anno (reato quindi minimo) accompagnata da da una multa fra 2.600 e 26.000 euro. Questo però solo se a compiere il reato sono "titolari di imprese e i responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti". La Muraro però non rivestiva formalmente questa qualifica, e l'eventuale violazione di quelle norme di legge comporterebbe allora solo la sanzione amministrativa pecuniaria. Parliamo quindi di una cosa ridicola, che non avrebbe nemmeno notizia per qualsiasi altro amministratore pubblico del Pd o del Pdl e non avrebbe mai giustificato più di un boxino sui giornali.

Mentre l'accostamento - che pure si è tentato di fare - della Muraro a Mafia Capitale è semplicemente un insieme di balle che non sono nemmeno prese in considerazione dai magistrati inquirenti. La Muraro forse potrebbe essere accusata di un consiglio sbagliato, gran parte dei partiti che hanno governato Roma in questi anni hanno ricevuto accuse mille volte più gravi. E perfino Ignazio Marino, che non è accusato di reati del secolo come quelli di cui si sono macchiati esponenti di primo piano di Pd e Pdl, ha oggi accuse (sulle note spese) penalmente dieci volte più gravi delle iniziali ipotesi di accuse alla Muraro.

Detto questo - che bisogna dire altrimenti sembra di vivere sulla luna - nella gestione di questa vicenda non tanto la Muraro, ma la Raggi ha sbagliato. La Muraro non è stata eletta da nessuno, ma nominata successivamente, e lealmente ha informato chi doveva informare di quel che era accaduto. La Raggi invece è stata eletta, e non da qualche centinaio di simpatizzanti del Movimento 5 stelle. E' stata eletta da centinaia di migliaia di romani. Per il patto che ha stretto con loro durante la campagna elettorale, per la fiducia che ha ricevuto, doveva informarli come aveva promesso esattamente di quello di cui era venuta a conoscenza lei a fine luglio.

E' un dovere di trasparenza che lei ha promesso ai romani, e non ha mantenuto. Delle informazioni fornite o non fornite all'interno della catena dei direttori a 5 stelle sinceramente non frega nulla a me e non dovrebbe nemmeno importare alla libera stampa. Sono affari loro, e se la vedano al loro interno a seconda delle regole che si sono dati e hanno o non hanno rispettato. Ma né il mini, né il grande direttorio avevano fatto quei patti prima del voto con i cittadini di Roma. La Raggi sì, e li ha violati. E' stato un errore, e una mancanza di rispetto ai suoi elettori.

A loro - non a noi giornalisti che non abbiamo stretto alcun patto con lei e non abbiamo titolo - la sindaca ha il dovere di chiedere scusa per avere nascosto quel che invece aveva promesso di rendere sempre trasparente. Posso comprendere umanamente perché l'abbia nascosto, e anche la poca consistenza di quelle accuse. Ma averlo fatto è stato anche un errore, perché se avesse detto tutto come stava sarebbe stato assai più facile fin da luglio difendere la Muraro da accuse scarsamente consistenti. Avrebbe insistito la stampa, ci sarebbe stato lo stesso can can politico dei partiti smemorati dei guai e dei delitti compiuti in Mafia Capitale, ma i cittadini di Roma avrebbero capito e notato la differenza di stile. Ora è molto più difficile.

Che cosa può fare la Raggi in questo momento, dopo avere chiesto scusa ai romani? Può continuare, e difendere tranquillamente la Muraro se le accuse restano ipotesi di questa scarsissima consistenza. Deve fregarsene di altro tipo di polemiche, come quelle sullo studio Sammarco. Lei ha lavorato lì fino a quando non è divenuta sindaca. E' la cosa più naturale del mondo che abbia chiesto consigli o referenze professionali al titolare del suo studio quando si è trattato di tamponare il buco lasciato da Marcello Minenna all'assessorato al Bilancio.

Se io dovessi mettermi in testa di fondare un nuovo giornale, sceglierei giornalisti che conosco e se mancasse qualche professionalità, chiederei consigli a direttori con cui ho lavorato, e fidandomi del rapporto che ho avuto con loro: sarei sicuro che non mi consiglierebbero una sòla, come si dice a Roma. Non ho alcun scandalo per quello, ma non condivido personalmente la strada scelta dalla Raggi. Fossi stato al posto suo avrei scelto la squadra degli assessori prima delle elezioni e l'avrei proposta insieme alla mia persona al voto dei cittadini romani.

Siccome un rapporto con gli elettori è ancora più delicato di quello con i lettori di un giornale, e il Movimento 5 stelle ha l'ambizione di scrivere una storia diversa della politica che abbiamo sempre conosciuto, non avrei caricato a bordo nessuno che non facesse parte di quella storia. Meglio un po' impreparati e pronti anche a correggere e riconoscere subito eventuali errori (è la vera differenza di M5s dagli altri), ma certi del cambiamento che vogliono fare, piuttosto che professoroni che san tutto del particolare ma di cui tu stesso che li chiami sai poco o nulla.

Se chiedi consiglio allo studio Sammarco, da lì un buona fede ti diranno: quello è il più grande professionista del diritto, quell'altro un economista con tutti i titoli a posto. Ma tu, che te ne fai? Non hanno fatto abbastanza guai in questi anni i professoroni prestati alla politica come Mario Monti ed Elsa Fornero? Puoi dire che non fossero tecnicamente preparati? Non era quello il loro problema. Come ho già scritto, la Raggi dovrebbe evitare anche questa rincorsa a personalità che possano garantirle il bollino di legalità, come fosse insicura di comportarsi correttamente.

Non servono magistrati al potere che ti coprano da guai, né da capo gabinetto, né all'assessorato al Bilancio. Non servono al Movimento 5 stelle personaggi che vengano da tutt'altre storie e all'improvviso sono presi dalla smania di salire a bordo. Ne avrei fatto a meno fin dall'inizio: Beppe Grillo non diceva che la vera svolta era una mamma qualsiasi ad amministrare come si fa a casa propria? Era quella la novità, perché cercare strade diverse? Allora, siccome a quella proposta i romani - che sono diffidenti per natura - hanno creduto, non li si deluda. La Raggi azzeri la sua giunta, chieda scusa ai suoi elettori per le omissioni, e ricominci da capo solo con i suoi ragazzi e ragazze. Niente magistrati e niente prof e imbucati dell'ultima ora, e pazienza se farà con loro una brutta figura: potrà sfruttare la loro competenza in altro modo, con un po' di fantasia. La fortuna è che è stata eletta lei, non i suoi assessori, cui può togliere tutte le deleghe. Se crede alla buona fede della Muraro, la mandi a guidare l'Ama, che è il suo vero mestiere. E così eventualmente con altri. Questo ovviamente è un banale consiglio, dato da uno che non conta un fico secco ma è semplicemente cittadino elettore della capitale.

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