da: Il Fatto Quotidiano
Berlusconi
e Bolloré soci nei media. Vivendi si prende Mediaset Premium e il Biscione
piantona Telecom
L'intesa
tra i francesi e l'ex Cavaliere ha come effetto collaterale il maggiore
isolamento della Rai, che dovrà fare i conti con un concorrente più forte:
grazie all'operazione il gruppo di Cologno Monzese, che domina il mercato
pubblicitario della tv in chiaro (57% del totale), diventa infatti più
internazionale e quindi più interessante per gli inserzionisti
Colpo grosso per la famiglia Berlusconi e
per l’amico francese Vincent Bolloré. In un colpo solo Mediaset si libera della
grana Premium, trova un nuovo socio e mette piede in Telecom Italia. Il raider
bretone dal canto suo porta casa un tassello cruciale per la costruzione di un impero
media che avrà potenziali clienti sparsi tra Francia, Italia, Spagna, Sud
America e Africa del nord. L’intesa è stata raggiunta dopo più
di un anno di trattative a valle di una settimana di indiscrezioni indisturbate
dalla Consob, che hanno contribuito ad alzare, insieme al titolo, il
valore della posta messa sul piatto da Mediaset. L’intesa prevede,
infatti, che il 3,5% di Cologno sia scambiato con la
medesima quota di Vivendi
e che la differenza di prezzo sia compensata dall’intera partecipazione in Mediaset
Premium. “E’ un accordo di cui siamo molto soddisfatti, che guarda a sviluppi
di natura industriale – ha spiegato l’ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi –
E’ una scelta strategica che abbiamo assolutamente cercato, la migliore
possibile”. La grande alleanza, finalizzata a contrastare l’avanzata
statunitense di Netflix e il potente network del miliardario Rupert Murdoch,
era attesa da giorni. Tuttavia ciò non ha impedito le speculazioni sul titolo Mediaset
(che solo venerdì ha guadagnato il 5,36%) nel silenzio della Consob di Giuseppe
Vegas.
Strategicamente l’operazione ha una
sua logica ferrea come rilevava nell’agosto dello scorso anno un report di Natixis. Il
patto europeo Mediaset-Vivendi si articola in “tre innovativi progetti
industriali destinati a giocare un ruolo rilevante nel settore media” come
spiega una nota di Mediaset. Innanzitutto, prevede la nascita di “una nuova
major europea per la creazione di contenuti”. In secondo luogo, sancisce lo
sviluppo della “la prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on
demand” ed infine segna l’ “ingresso di Mediaset Premium in un grande network
internazionale di pay tv”.
L’intesa fra le due compagnie media porta
però anche in dote come effetto collaterale il maggiore isolamento della Rai.
Non è un caso infatti che, dopo aver imposto il canone via bolletta
elettrica, il governo Renzi si sia posto il problema del riposizionamento
strategico del servizio pubblico attraverso la prima grande consultazione sulla
Rai. E’ evidente sin d’ora, infatti, che l’emittenza pubblica dovrà fare i
conti con un concorrente più forte: grazie all’operazione conclusa con Vivendi,
Mediaset, che domina il mercato pubblicitario della tv in chiaro (57% del
totale), diventa infatti più internazionale e quindi più interessante per gli inserzionisti.
Non solo: con ogni probabilità il Biscione beneficerà anche del fatto che
Vivendi è anche proprietaria di Havas, un potente centro media, cioè una
società che smista grossi budget pubblicitari per conto di grandi gruppi
nazionali e internazionali. Inoltre Cologno Monzese entrerà in contatto con una
realtà tecnologicamente molto dinamica: la tv on demand è una realtà
consolidata in Francia, mentre in Italia ha origini molto più recenti anche per
via del mancato sviluppo della televisione via cavo a tutto vantaggio del digitale
terrestre. Insomma, l’intesa con Vivendi offre una nuova vita a Mediaset. “Non
è un primo passo per un disimpegno dall’editoria. La volontà è di investire e
spingere, prova ne sono gli investimenti in radio, Libri e Banzai. E’ un primo
passo verso un’apertura europea” come ha spiegato Piersilvio Berlusconi che non
ha escluso in futuro la possibilità di entrare a far parte del cda di Vivendi,
di cui ormai è il terzo azionista dietro Bolloré e il fondo Usa Blackrock.
Non resta che chiedersi quale sarà, a
questo punto, la prossima mossa della famiglia Berlusconi nel riposizionamento
del loro impero. In questo scenario, certamente gioca un ruolo molto speciale Telecom
Italia di cui è appena diventato amministratore delegato Flavio Cattaneo, manager vicino a
Silvio Berlusconi e apprezzato da Vivendi. Uno dei primi
banchi di prova di Cattaneo in Telecom è la cessione delle torri di
trasmissione di Telecom che fanno gola alla controllata Mediaset, Ei Towers, e
anche al tandem F2i-Cellnex. La proposta di questi ultimi era gradita all’ex ad
Marco Patuano. Ma ora le cose potrebbero cambiare aprendo le porte alla nascita
di un leader italiano delle torri che, unico caso in Europa, sarebbe controllato da una società
di contenuti. Per ora, naturalmente, si tratta solo di
ipotesi. La certezza è una sola: grazie all’alleanza con Vivendi, la famiglia
Berlusconi, che ha chiesto e ottenuto un tetto del 5% del capitale agli
acquisti di Vivendi sul titolo Mediaset, è riuscita a mettere al sicuro il patrimonio
della famiglia in chiave più internazionale e redditizia. Con l’aiuto di
Vincent Bolloré e del finanziere franco-tunisino, Tarak Ben Ammar, nel silenzio
di un governo che ha deciso di non entrare negli affari privati di aziende
quotate. Neanche quando riguardano asset strategici come infrastrutture di telecomunicazione
e informazione.
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