da: http://www.affaritaliani.it/
"Dopo il boom di assunzioni a tempo
indeterminato di dicembre 2015 era prevedibile un rallentamento". Lo
sottolinea il Ministero del Lavoro in una nota. I dati sui contratti di lavoro
diffusi oggi dall'Inps evidenziano, "a febbraio 2016, un rallentamento
complessivo delle assunzioni in confronto allo stesso mese del 2015,
ascrivibile, essenzialmente, ai contratti a tempo indeterminato. Era
prevedibile che il boom dei contratti a tempo indeterminato a dicembre 2015,
l'ultimo in cui si poteva usufruire dell'esonero contributivo triennale pieno
-400mila rapporti di lavoro (tra attivazioni e trasformazioni), quasi il
quadruplo dei 107mila medi degli 11 mesi precedenti- assorbisse assunzioni
normalmente previste per i mesi successivi. Questo è stato un vantaggio anche
per i lavoratori che hanno visto così anticipata la loro assunzione con un
contratto a tempo indeterminato". L'effetto positivo determinato sul
mercato del lavoro dalle nuove regole introdotte dal jobs act e dalla
decontribuzione e' confermato anche dall'aggiornamento dei dati relativi
all'intero 2015, che indicano un forte aumento dei contratti a tempo
indeterminato (+ 911mila) rispetto al 2014.
Uil,
senza politiche crescita prevedibile arretramento -
"Quando rallenta la spinta delle imprese ad assumere nessuno può essere
soddisfatto, men che
mai il sindacato. Tuttavia, sarebbe saggio che il governo
e la politica guardassero in faccia la realta': senza politiche per la
crescita, nei prossimi mesi, e' prevedibile, e non auspicabile, una retromarcia
occupazionale, assolutamente da evitare". Lo afferma il segretario
confederale della Uil, Guglielmo Loy. "Certamente", aggiunge,
"la riduzione degli incentivi - dal 100% al 40% - e' la causa principale
ma non unica dello scivolamento verso la precarieta' di molti rapporti di
lavoro: nei primi due mesi dell'anno i dati, rispetto al 2015, mostrano un calo
generalizzato delle assunzioni ( -15% di assunzioni, -33,5% assunzioni stabili,
-5,8% dei contratti a termine) e, soprattutto, un forte aumento dell'utilizzo
dei buoni lavoro (+45% di voucher venduti). Nel solo mese di febbraio si
registrano 100.000 assunzioni in meno su gennaio, di cui 23.000 a tempo
indeterminato". In sintesi, conclude Loy, "si assume meno e
soprattutto si riutilizzano, come nei peggiori anni della vita del Paese, forme
di lavoro fragili, soprattutto perche' le imprese non vedono un futuro roseo e
politiche tese a sostenere la ripresa economica. Sorprende che, di fronte a
questi dati, ancora una volta si pensi di intervenire sulle regole e sulla
contrattazione collettiva come se il male fosse questo".
Giù
le assunzioni febbraio, -33% per tempo indeterminato -
Complessivamente le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) a
febbraio 2016 sono risultate 341.000, con un calo di 48.000 unita' (-12%) sul
febbraio 2015; a gennaio il calo era risultato del 17%. Questo rallentamento ha
coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: -46.000, pari a
-33% sul febbraio 2015 (a gennaio la contrazione sul corrispondente mese 2015
era stata pari a -34%). E' quanto emerge dall'Osservatorio sul precariato
dell'Inps. Per i contratti a tempo determinato a febbraio si registrano 231.000
assunzioni, una dimensione del tutto analoga a quella degli anni precedenti
(-1% sia sul febbraio 2015 sia sul febbraio 2014); a gennaio 2016 la
contrazione era risultata, rispetto a gennaio 2015, del 9%. Le assunzioni con
contratto di apprendistato sono state quasi 15.000 (-3%). Quanto alle
cessazioni, complessivamente risultano diminuite del 7%; quelle a tempo
indeterminato risultano di pari consistenza con febbraio 2015. Il flusso di
trasformazioni a tempo indeterminato e' in forte contrazione (-50%). I flussi
di rapporti di lavoro nei primi due mesi del 2016 risentono dell'effetto
anticipo legato al fatto che dicembre 2015 era l'ultimo mese per usufruire
dell'esonero contributivo triennale. In quel mese si sono registrati quasi
400.000 rapporti di lavoro instaurati - attivati o trasformati - con esonero
contributivo, pari a quasi quattro volte la media degli 11 mesi precedenti
(107.000).
Bitti (Ugl): “Adesso le aziende hanno
smesso di assumere, poi inizieranno a licenziare”. “Era purtroppo ampiamente prevedibile: ridotta la
decontribuzione, le aziende hanno smesso di assumere e, presto, se non
saranno messe in campo efficaci azioni di politica industriale, cominceranno a
licenziare, visti gli ampi margini che il contratto a tutele crescenti
riconosce”. È il commento del segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, in
merito ai dati contenuti nell’osservatorio sul precariato diffuso oggi
dall’Inps. “Lo scenario che sta emergendo – sottolinea il sindacalista – è
assolutamente critico: crollano le assunzioni a tempo indeterminato, mentre
quelle a tempo determinato sono assolutamente in linea con gli anni precedenti,
a dimostrazione di come la nostra economia sia stagnante e non in timida
ripresa come il governo vuol far credere”. “L’apprendistato – conclude Bitti –
si sta riducendo a un contratto quasi di nicchia, una lenta e costante erosione
che si riflette negativamente sulla qualità e la quantità di occupazione
giovanile. Senza dimenticare che, per quel che riguarda le politiche di genere,
il Jobs Act nel 2015 ha prodotto effetti quasi esclusivamente sulla componente
maschile, la cui occupazione è cresciuta oltre tre volte di più di quella
femminile”.
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