da: Il Fatto Quotidiano – di Ilaria Proietti
Il j’accuse del magistrato da Costanzo: “Il premier sa solo di finanza. È la restaurazione, i politici si vendicano su noi pm”
“È un momento in cui la magistratura è molto debole. Sono stati fatti degli errori e la magistratura non ha avuto il coraggio di autoriformarsi. Quindi in questo momento c’è una sorta quasi di vendetta della politica nei confronti della magistratura dopo trent’anni”.
Nicola Gratteri dal palco del Maurizio Costanzo show (la puntata andrà in onda questa sera) lancia un siluro e sferza senza mezzi termini il Parlamento. Ma soprattutto prende a sportellate il governo incassando gli applausi della platea. “Draghi è un esperto di finanza. Punto. Ma quando parliamo di sicurezza o della riforma della giustizia, non ci siamo proprio”, dice sottolineando come anche il Parlamento abbia più di qualcosa da farsi perdonare, essendo ormai ridotto a un ruolo meno che ancillare. Perché si limita a ratificare quanto deciso da Palazzo Chigi su input di “8-10 persone che gestiscono il Parlamento: gli altri votano come dicono quelle 8-10 persone”. Da Lilli Gruber a Otto e mezzo, poi rincara la dose sul premier: a parte la finanza, “sul resto non tocca palla o se lo fa, mi preoccupa ancora di più perché non capisce che facendo così sfascia tutto”.
Il momento è buio, dice il Procuratore capo di Catanzaro: “C’è un’aria di restaurazione, di liberi tutti: è un momento brutto per il contrasto alle mafie, alla criminalità organizzata e alla criminalità comune”. Un monito ancora più grave nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio: secondo Gratteri molti “gattopardi” sono saliti sul palco per commemorare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Un’amarezza che si aggiunge all’amarezza. Non
tanto per la bocciatura della sua candidatura da parte del Csm alla direzione
della Procura nazionale antimafia, quanto anche per il fatto – come ha detto a
Otto e mezzo – che né Draghi né Cartabia abbiano sentito l’esigenza di
chiamarlo dopo aver saputo dell’intenzione della ‘ndrangheta di farlo saltare
in aria. Mentre il governo sembra aver la testa altrove: “Purtroppo la
politica non sta facendo le riforme che servono. Questo governo ha
stanziato 28 milioni di euro, nel momento in cui non ci sono soldi, per
costruire le case dell’amore per consentire ai detenuti di alta sicurezza di
avere ogni mese la moglie, la fidanzata o l’amante in carcere, per stare
con loro in una stanza 24 ore”, ha spiegato il pm al TgZero di Radio Capital,
tuonando contro lo sblocco da parte dei ministeri di Giustizia ed Economia dei
fondi che serviranno per dare corpo alla nuova legge sulle relazioni affettive
dei detenuti, 28,33 milioni per ristrutturare fabbricati già esistenti o
realizzare nuovi moduli abitativi in tutte le carceri dove consentire il
diritto alla sessualità dei detenuti. Perché se per il governo la via per
realizzare i bisogni affettivi e sessuali del detenuto resta il permesso
premio, quest’ultimo non è una soluzione al problema, non essendo fruibile
dalla generalità dei detenuti perché è riservato ai soli condannati che si
trovino nelle condizioni previste per accedervi. Di qui l’idea di realizzare le
“casette dell’amore” per gli altri, riforma che sarà a breve all’esame del
Senato, che parte dall’esigenza del governo di conformarsi agli indirizzi Ue e
al dettato costituzionale, in particolare al diritto alla salute garantito
dall’articolo 32 della Carta, “considerando – come si legge nella relazione
tecnica del provvedimento – che la salute psico-fisica viene compromessa da
forzati e prolungati periodi di astinenza sessuale”. Anche se c’è il rischio,
dice Gratteri, che gli incontri possano favorire lo scambio di messaggi con l’esterno.
Nessun commento:
Posta un commento