da: http://unoenessuno.blogspot.it/
Rottamato
il PD, il partito a vocazione maggioritaria che doveva essere
progressista e che si è rivelato l'amalgama a freddo di correnti e
capi-partito, la corrente renziana è riuscita solo a rottamare la sua Leopolda diventata Lingotto.
Costretta a questa rottamazione per
ritrovare quella linfa, forse, o magari solo per rifarsi la facciata in attesa
di quelle primarie che, per l'ex segretario, si riveleranno forse più
complicate di quello che si aspettava.
Ma, se non si hanno idee e visioni (se non
quelle degli sponsor dietro il grande partito del fu centro sinistra), dentro
il sacco della politica rimane ben poco. Solo slogan, parole dal suono vuoto,
pure false.
I
reduci di una battaglia.
La battaglia contro chi?
Contro gli italiani che in maggioranza
hanno votato no alla riforma.
Contro la minoranza PD, costretta a votare
fiducie su fiducie e pure sbeffeggiata.
Vigliacchi.
Vigliacchi quelli che cambiano partito,
dice Chiamparino. L'ex politico poi banchiere e poi di nuovo politico.
Compagni.
Non basta la parola compagni e nemmeno le
citazioni su Gramsci per diventare di sinistra.
Gramsci è andato in carcere pur di non
rinnegare le sue idee.
Dopo un processo in cui il giudice,
fascista, disse “dobbiamo condannare le sue idee”.
Il
trolley.
Il trolley che indica gente in movimento,
ma anche gente senza radici, gente abituata a portarsi dietro poche cose.
Onde ite?
Sanza meta ..
Ite sanza meta pure voi.
La
sinistra che non ha paura.
È quasi offensivo tirare fuori la parola
paura, quando la si è usata durante la campagna per il referendum.
Se non passa il si non arriveranno
investimenti dall'estero.
Se non passa il si saremo più deboli nella
lotta al terrorismo (e se passa la riforma saremo più forti).
Il centro studi del Sole 24 ore (il
giornale che in questi giorni sta vivendo brutti momenti) stimava crescita del
pil, posti di lavoro come se piovesse .. Fake news.
Scriveva
su FB Patrick Fogli,
lo scrittore bolognese:
Un partito che ha governato (anche con
gli stessi uomini) dal primo giorno della legislatura lancia una piattaforma
politica di rilancio, come se fosse stato all'opposizione.Un movimento in cui
comandano una persona e un'azienda privata ne critica un altro perché comandano
in pochi.Un partito i cui elettori, in gran parte, vorrebbero staccarsi
dall'Italia, chiede voti con un programma nazionalista e protezionista. Ah, poi
c'è Berlusconi.
Povero
paese.
Chissà se a Torino hanno seguito gli scontri
di sabato a Napoli: certo, il diritto di espressione, di parola non si discute.
Salvini aveva il diritto di fare un comizio, vero.
Ma qui la politica non c'entra nulla: il
segretario leghista è andato Napoli perché qui, come in altre città ci sono praterie
da cavalcare, dopo che il PD e la destra sono scomparse.
Salvini è andato a Napoli a cercare le
polemiche e la visibilità (nel 2014 aveva raccolto pochi fischi) pescando nel mare elettorale di De
Magistris (né di destra né di sinistra).
«I cori di Salvini contro i
napoletani? Tanti politici di destra e di sinistra hanno danneggiato il Sud,
pur senza fare i cori». Così Anna, una ragazza napoletana di trent'anni,
disoccupata («ma non arrabbiata», precisa) spiega perché ha perdonato il
passato della Lega Nord e ha deciso di passare il suo sabato pomeriggio da
ascoltare il comizio di Matteo Salvini. «Alcuni temi di Salvini - spiega - mi
interessano, penso al problema della sicurezza che a Napoli si fa sentire, ma
penso anche al fatto che gli imprenditori pagano di meno gli extracomunitari
senza che ci sia controllo da parte dello Stato».
Verrà il giorno dei partiti, dei programmi,
delle discussioni, delle proposte che partono dalle questioni di tutti i giorni
(il lavoro, la sicurezza che non è solo il ladro che entra in casa, la cura
dell'ambiente, la tutela del patrimonio artistico..)?
Si, è una cosa noiosa. Ma non possiamo
farne a meno.
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