da: la Repubblica
Si dirà – già lo si dice – che l’enciclica
francescana di papa Francesco sarà molto più radicale, in tema di “cura della
Terra” e di critica ai meccanismi che ne consentono la predazione e lo scempio,
di quanto la cultura politica odierna possa permettersi. Le anticipazioni lo
confermano. Ne basti una: “l’accesso alla proprietà dei beni e delle risorse è
vietato (ai poveri del Sud del mondo, ndr) da un sistema di relazioni
commerciali e di proprietà strutturalmente perverso”. Segnate con
l’evidenziatore giallo le parole “sistema di relazioni commerciali e di
proprietà strutturalmente perverso”, e cercate qualcosa di vagamente
somigliante nel documento di un partito politico occidentale di qualche
rilevanza. Buona fortuna.
Ma allora: questo Papa è marxista?
Ovviamente no, traendo dalla fede in Dio, e non dalla critica dell’economia
politica, la sua forza dialettica. Se rischia di sembrarlo è solo perché la
critica dell’economia politica, e con essa la politica tout court, è sbiadita
al punto che ogni giudizio strutturale sulle relazioni economiche tra umani,
dunque sul potere, suona insolito se non straordinario. Non ci siamo più
abituati. Non è più pane per i nostri denti – per restare in metafora agricola
– e in questo senso possiamo considera- re una vera fortuna
il fatto che questo
Papa, quasi ogni volta che apre bocca, costringa la politica, soprattutto la
sinistra, a provare un sentimento (salutare) di inadeguatezza.
Nessun commento:
Posta un commento