da: Famiglia Cristiana
Demopolis
analizza il voto per le Regionali: astensione, flussi elettorali e spostamenti
del consenso. "La tendenza al non voto" - dice Pietro Vento,
direttore dell'Istituto - "è in costante crescita dal 2013".
È l’astensione il dato più
caratterizzante anche nel voto del 31 maggio nelle 7 Regioni chiamate alle
urne. Su quasi 19 milioni di elettori, appena il 45%, 8 milioni e mezzo, ha espresso
un voto valido ad una lista; oltre 9 milioni, il 48%, si sono astenuti. Quasi
un milione e mezzo ha espresso un voto non valido o ha votato soltanto per il
candidato Governatore.
“È una dimensione nettamente superiore
anche a quella delle ultime Europee del 2014: la tendenza al non voto – afferma
il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – cresce ormai
ininterrottamente dal 2013 anche in aree del Paese nelle quali, sino a poco
tempo addietro, votava oltre il 70% degli elettori. Demopolis ha analizzato le
ragioni del non voto tra quanti hanno scelto di restare a casa: il 40% appare
ormai convinto che la politica in Italia non sia più in grado di incidere sulla
vita reale dei cittadini; il 27% sostiene di non sentirsi oggi rappresentato
dai partiti votati in passato. Un quarto degli intervistati – conclude Pietro
Vento – spiega la propria scelta con la scarsa fiducia riposta nei candidati in
lista a livello regionale o locale”.
Quasi tutte le liste sono risultate
fortemente penalizzate dall’astensione in termini di voti assoluti. Secondo
l’analisi dei flussi elettorali e sugli spostamenti del consenso, realizzata
dall’Istituto Demopolis, su 100 elettori che avevano scelto il PD alle Europee
del maggio scorso, 62 hanno rivotato nelle 7 Regioni il partito di Renzi o le
liste dei candidati Presidenti; 8 hanno preferito altre liste, 3 elettori su 10
hanno optato per l’astensione.
Quadro non dissimile quello del Movimento 5
Stelle: 6 su 10, tra quanti avevano votato Grillo alle Europee, hanno confermato
il voto al Movimento alle Regionali, 11 su 100 hanno scelto altre opzioni; 29
su 100 sono rimasti a casa.
Il voto del 31 maggio, pur con la vittoria
di Toti in Liguria, conferma i nuovi equilibri nel Centro Destra. Secondo lo
studio di Demopolis, su 100 elettori di Forza Italia alle Europee, in 59 hanno
rivotato nelle 7 Regioni il partito di Berlusconi.
Tra le liste minori, tengono
sostanzialmente i voti delle Europee NCD-UdC e Fratelli d’Italia. Unica a
crescere il 31 maggio, trascinata dal successo in Veneto, è la Lega.
L’Istituto diretto da Pietro Vento ha
analizzato la composizione del consenso al partito di Salvini in base al voto
espresso alle Europee: su 100 elettori odierni alle Regionali (quasi un milione
e 300 mila incluse le liste Zaia), poco più di 500 mila avevano già scelto la
Lega un anno fa. 8 su 100 avevano votato il M5S, 5 il PD, 14 altre liste o si
erano astenuti. Secondo l’analisi post voto di Demopolis, 33 su 100 degli
attuali elettori leghisti avevano scelto Forza Italia alle Europee. Un flusso
che conferma, anche a livello regionale, i mutati equilibri nell’area di Centro
Destra.
Pietro Vento (direttore
dell'Istituto Demopolis)
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